Abbiamo fatto una chiacchierata con Vittorio Fantozzi, neoconsigliere regionale di Fratelli d’Italia ed ex Sindaco di Montecarlo, eletto con percentuali quasi plebiscitarie all’esito dell’ultima tornata elettorale. Dalla storia politica agli stipendi degli amministratori locali, passando per il futuro del centrodestra della nostra città: questi gli argomenti trattati.
Fantozzi, lei è stato eletto in Consiglio Regionale con percentuali quasi plebiscitarie. A suo parere le persone cosa hanno trovato, in lei, che non c’era negli altri candidati? Come ha convinto gli elettori?
Faccio politica dai banchi del liceo sempre dalla stessa parte, a destra, prima per istinto e vocazione che il tempo, lo studio e l’esperienza hanno sviluppato ed evoluto fino ad una piena consapevolezza. Ho sempre fatto politica come mi ha insegnato mio padre Ivaldo e continuerò a farla seguendo il suo esempio per cui un uomo è in politica quello che è nella vita e come l’impegno politico sia un atto di servizio verso la propria comunità e quella che lui chiamava sempre la Patria. Parole che nel tradursi in fatti concretizzano un impegno di incondizionata militanza diretta in mezzo alla gente, attraverso una assunzione di responsabilità diretta ed inequivocabile che, in tempi di logorata distanza tra cittadino, politica ed istituzioni credo abbiano contribuito a creare fiducia nell’elettorato, anche sulla scia del lavoro compiuto da Sindaco di Montecarlo.
Alla luce dell’analisi del voto, il PD ha di nuovo vinto grazie ai voti presi a Firenze. Ma secondo lei c’è un modo per permettere un ricambio politico dopo tutti questi anni di monopolio?
L’unico modo per consentire il ricambio politico è creare le condizioni che consentano all’elettorato, dal privato cittadino fino a tutte le categorie passando per ogni ambito associativo, di trovare nel centrodestra toscano, a partire dalla sua classe dirigente, un interlocutore credibile su cui fare affidamento per ottenere risposte e ricevere nuove soluzioni ai problemi della contemporaneità che l’emergenza Covid rende indifferibili. Per far questo c’è ancora del lavoro da fare, ma il centrodestra toscano è innegabilmente avviato all’obiettivo.
È stato nominato vicepresidente del gruppo Fratelli d’Italia in Regione, un incarico importante e un ruolo di responsabilità significativo in termini di coordinamento. Per questa consiliatura quale impegno prende con i cittadini toscani e lucchesi in particolare?
Un ruolo, quello di vicecapogruppo, ricevuto su mandato unanime dei miei colleghi di partito che assumo con pari umiltà ed orgoglio ed attraverso il quale rendo il dovuto omaggio alla comunità politica lucchese che oggi trova in Fratelli d’Italia l’interlocutore che mancava alla destra italiana di questo secolo per incidere concretamente nella nostra società. L’impegno verso i cittadini toscani è quello di offrire loro consapevolezza, attraverso un’opposizione costruttiva quanto irriducibile sui banchi del consiglio regionale, di come Fratelli d’Italia sia oggi una forza politica pronta ad amministrare e governare nel loro esclusivo interesse. Verso i lucchesi l’impegno è chiaro, avendo scandito ogni giornata della lunga campagna elettorale, quello di portare più Lucca in Toscana, facendoci riconoscere un peso che fino ad oggi abbiamo mancato.
Le faccio una domanda spinosa, anche alla luce del suo passato come amministratore locale. Viste le responsabilità e il carico di lavoro, non crede che ci sia un po’ di sproporzione tra gli stipendi dei consiglieri regionali e quelli degli amministratori locali (sindaci e assessori)?
Indubbiamente, ma il paragone con le funzioni dei rappresentanti eletti in un’assemblea legislativa se non improprio è fuorviante. Le indennità dei sindaci e dei componenti della giunta dovrebbero essere riviste alle luce degli impegni crescenti che le amministrazioni locali sono arrivate ad assumere nel tempo, tali da aver superato le previsioni normative che le regolano. Di fatto, alla necessaria competenza oggi si affianca inesorabilmente il fattore tempo, indispensabile ad approfondire tematiche numerose e complicate.
Non crede, in particolare, che per avere una città ben gestita sia necessario retribuire in maniera degna chi la amministra?
Più che degne direi che le indennità devono essere, per l’appunto, proporzionate alle responsabilità ed al tempo che le stesse oggi richiedono, affinché le diverse, numerose e spesso complicate funzioni vengano espletate a dovere. Se per i grandi comuni le indennità previste necessitano a mio avviso di un margine di revisione contenuto, diversa è la situazione per i piccoli comuni italiani, quelli sotto i 5.000 abitanti che sono la spina dorsale d’Italia, dove le indennità dei Sindaci sono da aumentare proporzionalmente a quelle degli assessori, spesso ridotte a meri rimborsi spesa, laddove essi rappresentano, più di qualsiasi altro ruolo istituzionale e più che mai in tempo di rigetto della politica, il presidio dello Stato.
Come pensa che possa ammorbidirsi la visione spesso estremista che i cittadini hanno del suo partito, Fratelli d’Italia? Quali sono, davvero, i vostri ideali?
Chi ancora oggi conserva una visione estremista della destra italiana, che applica non solo a Fratelli d’Italia ma a tutto ciò in cui non si rivede, resta ormai o l’estremista di sinistra che trova la sua ragion d’essere in una contrapposizione urlata spesso fuori dal tempo, sterile e fine a sé stessa, oppure il distratto cronico che misura e semplifica la politica basandosi sulle proprie nozioni di destra e di sinistra, finendo inevitabilmente per generalizzare grossolanamente il tutto. Fratelli d’Italia è un movimento di patrioti, interprete in un secolo nuovo di una rinnovata adesione civica del cittadino italiano verso le istituzioni repubblicane che riporta al centro della vita politica le istanze della comunità locali, baluardo della coesione sociale di un popolo che torna a riscoprire ed amare i propri campanili, facendosi interprete di un sentire comune che vuole ritrovare speranza nel futuro del nostro paese, per coloro che lo abiteranno con noi e dopo di noi, contribuendo a scriverne le pagine ancora bianche del suo sviluppo e benessere sociale.
Il centrodestra lucchese è un po’ in difficoltà, lacerato da personalismi e antipatie personali. Cos’è necessario per invertire questa tendenza?
Occorre attuare una nuova politica dell’inclusione e della partecipazione, dove i partiti riaprano non più le sedi di un tempo ormai passato ma spazi nuovi pensati per rispondere al momento in cui viviamo, diventando punti di aggregazione dove tornare nuovamente a dibattere dal vivo il nostro quotidiano, al di fuori dei social e delle chat. Solo attraverso un percorso partecipato dal basso è possibile creare, al di là dei vantaggi che indubbiamente ci offre la tecnologia, quella socialità che resta elemento fondante e vivificante di una “comunità” politica, solo all’interno della quale possono nascere classi dirigenti degne di questo nome, capaci di gestire – e se del caso limitare e superare – il personalismo che asfissia la politica attuale e di cui resta figlio legittimo. I partiti che calano dall’alto sul territorio dirigenti improvvisati, impreparati e al di fuori di ogni contatto con la realtà hanno definitivamente mostrato tutto il loro limite.
Secondo lei chi è la persona giusta per guidare la coalizione alle elezioni del 2022?
Vedo il profilo di questa persona, un uomo o una donna la cui sfera privata ed esperienza lavorativa siano sinonimo di una indiscutibile serietà, rispettabilità e capacità tali da essere percepiti chiaramente dall’elettorato e siano al tempo stesso fonte di motivazione ed ispirazione per quelle indispensabili nuove energie che, tra le forze politiche e civiche, decidano di affiancarla. Questo perché serietà, rispettabilità e capacità non possono essere richieste soltanto al candidato sindaco, ma devono permeare di pari passo, reciprocamente direi, auspicabilmente la maggior parte di coloro chiamati a costruire e conquistare il progetto per una rinnovata amministrazione della città di Lucca, diversa dalla presente, non solo in quanto credibile ma perché concreta e realizzabile dal giorno successivo alle elezioni. A questo scopo occorre che la figura del candidato sia anche quella di un vero leader, capace di gestire e guidare coloro che lo circondano conquistandone il rispetto. Questo deve e può offrire il centrodestra a Lucca, un capitano e la squadra migliore per raccontare la Lucca del prossimo decennio.