La conquista del volo è una delle più grandi imprese della storia dell’umanità, una missione a tratti impensabile, ma un sogno recondito dell’essere umano, che ha condizionato soprattutto un periodo storico, quello tra le fine del ‘700 e l’inizio del 1800. In questo scenario di audacia e follia si muoveva l’aeronauta lucchese, Vincenzo Lunardi, colui che grazie ai suoi voli in mongolfiera divenne famoso in varie parti del mondo, a cominciare dall’Inghilterra, dalla Spagna e dal Portogallo.
Il Lunardi compiva le sue mirabolanti avventura per mezzo di un pallone aerostatico alimentato a idrogeno, capace di sorvolare il cielo a un’altezza di 7.000 metri, “fin dove gli uccelli non arrivano”, soleva dire il lucchese. Grazie alle sue abilità e alla sua fama, il Lunardi divenne ambasciatore presso la Casa reale d’Inghilterra per conto del Regno di Napoli e, proprio al di là della Manica, ottenne i suoi più grandi riconoscimenti. Nel 1784 ci fu la sua prima ascensione nel Regno Unito, nonché la prima vista a queste latitudini, con partenza da Londra nei pressi di Chelsea. L’impresa fu accolta con grande clamore, tanto che a osservarlo ci fu l’intera Corte inglese. Dopo un volo di due ore e mezza, l’aerostato atterrò a Ware, nell”Hertfordshire, dove ancora oggi si può ammirare una targa dedicata a “Vincent Lunardi of Lucca, Tuscany”.
A Lucca, Vincenzo Lunardi, aveva vissuto in un’abitazione tra via Michele Rosi e via dei Fossi, ma il Prato del Marchese (oggi Piazzale Verdi) è il luogo simbolo delle sue aspirazioni aeronautiche, compresa la via del Pallone, dedicata ai suoi voli in mongolfiera. L’aeronauta lucchese morì nel 1806 a Lisbona, in un convento di Cappuccini italiani, in seguito a una malattia durata tre mesi. La notizia arrivò in tutto il mondo, per capire quanto grande fosse divenuta la fama del Lunardi per merito delle sue imprese nei cieli.