Proseguendo nella storiografia aeronautica lucchese, troviamo anche una importante componente didattica, che contribuì allo sviluppo di questa realtà aviatoria.
Le numerose realtà industriali lucchesi, le Officine Ferroviarie, la Manifattura, le varie cartiere, la Cantoni Cucirini Coats, lo Iutificio al Ponte, il Cotonificio del Piaggione, la Metallurgica a Fornaci… avevano fatto nascere a Lucca una Scuola Tecnica.
Con Regio Decreto 2527 del 7 dicembre 1919… “È istituita una Scuola Popolare per Arti e Mestieri”; successivamente riordinata il 30 ottobre 1924 in Regia Scuola .
La scuola era dislocata presso un vecchio complesso religioso, in fondo via del Giardino Botanico, all’angolo di Via San Nicolao.
Vi si accedeva dopo le “Elementari” e durava tre anni; si insegnava disegno, scultura, lavorazione in gesso, in ferro, in legno, meccanica, saldatura ecc. Molte opere in ferro battuto e bellissimi mobili in legno lavorati dagli studenti e dalle maestranze della scuola
sono ancora oggi visibili in città! Tra esse ad esempio, artistico lampadario in ferro battuto, posizionato “ad illuminazione perenne” nella cappellina votiva proprio di fronte l’ingresso della scuola, presso il muro di recinzione della Scuola ”Pascoli”, oppure le bellissime grate in ferro della vecchia sede della Camera di Commercio, poi Pretura, all’angolo di Via Sant’Andrea /Piazza Guidiccioni. Ma copiosa e molto fine è stata anche la produzione di mobili in legno, scrivanie, armadi sedie, finemente lavorate ed intarsiate, tutt’oggi in uso, ad esempio presso la Scuola Giorgi a Saltocchio!
Successivamente, dagli anni ’20, la nascente Forza Armata Aerea, la nuova dimensione “verticale” del XX secolo, richiese maestranze sempre più specializzate e quindi la scuola innalzò il percorso didattico originario, dai canonici tre anni equivalenti alle “Medie”, di ulteriori due anni; contestualmente si introdussero nuovi indirizzi didattici per adeguare l’offerta formativa: Meccanica e Elettrotecnica. Nel 1928, sulla spinta emozionale della tragedia di volo in Brasile, il Consiglio di Amministrazione della Scuola propose la intitolazione al pilota lucchese Carlo del Prete. La decisione venne sancita dal Re, in quel momento a caccia nella residenza estiva di San Rossore a Pisa; per quello il Regio Decreto nr. 3015 è firmato da lì, in data18 ottobre 1928. Venne quindi riordinata in “Regia Scuola Secondaria di Avviamento Professionale con Laboratori Carlo Del Prete”.
Una decisa spinta “aviatoria” alla scuola, fu sicuramente data dal gerarca Italo Balbo, potente fautore della aeronautica italiana. A Balbo Lucca piaceva.
Non a caso il 5 settembre 1928 non manca di partecipare tutto compunto ai funerali di Carlo Del Prete a Lucca in San Francesco, assieme a tutti i gerarchi fascisti del tempo (ma non Mussolini…). Quindi il 29 Novembre 1932 XI Anno E.F., in occasione della inaugurazione dell’aeroporto militare “3-5 Luglio” (quello di Tassignano) visita la scuola “Carlo Del Prete”. In quella circostanza, successivamente, riceve anche la “cittadinanza onoraria della città”, inaugura il Rifugio “Carlo del Prete” per l’Infanzia Abbandonata, e scopre la bellissima targa apposta sulla casa natale in “Piazza Carlo Del Prete”, poi dopoguerra ri-titolata San Pietro Somaldi.
Si vede proprio che a Balbo Lucca “ni piaceva”!
Oltre che a Lucca, a Balbo piaceva assai anche la Versilia, tanto che spesso atterrava con il suo idrovolante sul lago di Torre del Lago Puccini sede dell’Idroscalo, o addirittura direttamente al Forte dei Marmi, davanti alla Capannina, dove il “patron” Franceschi inviava subito in patino un cameriere con un secchiello di champagne in ghiaccio.
Al Cinquale fece costruire una colonia estiva.
È sempre di Balbo la decisione dell’acquisto dei due giganteschi idrovolanti a dodici motori, i famosi Dornier DO X , “le barche con le ali”, che ebbero base stanziale presso l’idroscalo di Torre del Lago Puccini. Balbo li volle battezzati con i nomi di Guidoni e Maddalena in onore di aviatori caduti. Non ebbero onestamente una grande riuscita.
Mise lo zampino anche sull’aeroporto di Tassignano, conosciuto inizialmente come campo di volo “Carlo Del Prete”. Fu denominato il 29 Novembre 1932 “Aeroporto 3-5 Luglio” per ricordare il volo in Brasile di Ferrarin-Carlo Del Prete. Successivamente, nel 1938 Balbo lo volle far intitolare a “Enrico Squaglia”, un Tenente aviatore lucchese caduto durante la Crociera del Decennale nel 1933; il volo degli “Atlantici” era guidato appunto da Balbo, che così volle ricordare lo sfortunato camerata caduto per un incidente. Balbo non farà una bella fine; verrà stempiato in un volo di rientro, su Tobruk il 28 giugno del ’40, dalla contraerea navale italiana per un errore di identificazione. Si chiama “Friendly fire”, fuoco amico; è scocciante, ma succede…
L’aeroporto di Tassignano ebbe un potentissimo sviluppo infrastrutturale grazie al suo interessamento personale, tanto da diventare una vera città aeronautica, con oltre 50 edifici in muratura; comprendeva caserme per ufficiali sottufficiali e truppa, scuole di volo, un grande hangar “Savigliano”, officine, depositi munizioni, carburante, mense, edifici logistici, torre di controllo ecc.
Da “ Le ali della pantera”
La vicina scuola “Carlo del Prete” non poteva quindi non erogare contenuti didattici e professionali sempre più orientati verso questo nuovo ed affascinante orizzonte aeronautico.
Infatti cominciò a formare anche radiotelegrafisti e meccanici specializzati per motori d’aereo.
Nel grande cortile interno fu posizionato addirittura un motore e un intero aeroplano, usato per la didattica!
Le aule vennero dotate di nuove attrezzature, torni moderni, officine per saldatori ecc. La motoristica aeronautica presso la Scuola Carlo Del Prete raggiunse livelli elevatissimi!
Gli studenti realizzarono anche un aliante in legno! Per la precisione un “libratore” “Zoegling”
La guerra portò poi alla distruzione totale dell’aeroporto di Tassignano; il 3 settembre 1944 alle ore 03,30 una serie di esplosioni distrussero completamente tutte le infrastrutture dell’aeroporto! I tedeschi utilizzarono come cariche da demolizione le bombe d’aereo stoccate nelle riservette; dopo un giorno intero di lavoro fecero saltare tutto e se ne andarono.
Anche presso la Scuola “Carlo Del Prete” la operosa attività distruttiva tedesca portò via o distrusse i macchinari e le attrezzature presenti nelle officine ai piani terra.
Si salvo solo, perché nascosto dai coraggiosi docenti, un grosso tornio TAM-Maxnovo, ripristinato subito dopoguerra per consentire la ripartenza della scuola.
La ripresa dopoguerra non fu facile. La “vocazione” aeronautica della scuola, esaurita l’esigenza militare… si esaurì, e la tecnicità della scuola si rivolse quindi verso il nuovo mondo industriale.
Il punto di svolta in termini di qualità per la scuola furono le lezioni effettuate, dallo scienziato lucchese Ing. Giovanni Giorgi. A lui si deve la nascita del sistema di unità di misura “Giorgi” meglio conosciuto come Sistema M.K.S. il sistema universale di misura della distanza (metro) del peso (chilogrammo/massa) e del tempo (secondo). Il Giorgi insegnò agli insegnanti, che lo riversarono agli studenti, anche il sistema matematico “binario” che è alla base di tutti i calcoli moderni!
Da questa Scuola Tecnica nacque uno dei primi Istituti Professionali d ‘Italia intitolato a Giovanni GIORGI !
La durata aumentò a 3 anni, l’infrastruttura fu ampliata con sopraelevazioni, e cosi aumentarono le Specializzazioni: Attrezzisti, Tornitori, Elettrotecnici, e Radioapparecchiatori.
La domanda di tecnici era così importante che furono aperte succursali a Castelnuovo G. e Serravezza. Fu trasferita a S. Anna la scuola media dei tre anni che conservò il nome “Carlo del Prete”. La eccezionale qualità degli studenti era confermata dal fatto che addirittura una intera classe, al termine del corso di studi, fu richiesta per intero da una ditta svizzera!
Dal Giorgi nacque l’ITIS “Enrico FERMI”, in principio in Via Santa Chiara, e poi nel nuovo stabile a san Filippo. Il Giorgi, ridislocato oggi a Saltocchio, si conferma una scuola di elevatissima professionalità. La vecchia sede in Via del Giardino Botanico è ormai vuota ed in fase di cessione amministrativa, per una nuova diversa esigenza.
Sono bellissime le opere realizzate dagli studenti e dalle maestranze della Scuola Del Prete/Giorgi, ancora oggi visibili in vari punti della città. Per evitare la perdita di questo enorme capitale di civiltà locale e garantirne la fruizione a tutti, sarebbe opportuna una opera di sensibilizzazione e una azione di collazione del materiale in un unico polo museale della città, che consenta la fruizione e il mantenimento della nostra memoria.
Di tutto ciò tratteremo nella bella mostra che si terrà alla “Cavallerizza” in occasione del mese aeronautico dal 1 al 30 Settembre 2023.
Ringrazio di cuore l’amico Prof. Giampiero LANDUCCI, della “Associazione Amici del Giorgi Fermi” per l’aiuto di ricerca, e la gentile disponibilità della C.C.I.A di Lucca per avermi consentito l’accesso.
Come al solito articolo interessantissimo che permette di conoscere vicende storiche e culturali del nostro territorio ignote ai più . Apprezzabile la ricostruzione del passaggio a miglior vita del gerarca Italo Balbo, condotta con garbo e diplomazia.
Bravo Vittorio!
Ottima ricostruzione storica
Grazie Vittorio per questi documenti storici.
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