Esce il libro dedicato ad uno dei più noti critici d’arte italiani, Luca Nannipieri, scritto dalla scrittrice Valentina Neri. Nel volume, in uscita in questi giorni, dal titolo “Luca Nannipieri, l’arte ha bisogno di carezze” (Santelli, pp. 90, euro 9,99, foto Luigi Polito, Graziana Conte), l’autrice mette in luce il pensiero del critico toscano, dal nudo al concetto di genio, dalla morte ad una resurrezione artistica fatta di carezze. Quando il nudo è scandaloso? L’arte può incentivare la pedofilia? Che cosa è il genio? Perché attrae l’eros nell’arte? La merda d’artista sarà sempre celebrata come un capolavoro? La bellezza è oggettiva? La fotografia cancella la modella o la immortala? Perché si conservano le opere nei musei? Esiste un’arte inutile?
Attraverso una lunga conversazione vivace e pungente, si va alla scoperta della visione dello storico dell’arte Luca Nannipieri, professionista eclettico, volto televisivo (i suoi ultimi 4 libri sono pubblicati da Skira): con le sue risposte insolite, dirette e disarmanti, mette a fuoco un colloquio quanto spontaneo tanto deragliante, costringendo il lettore ad entrare in un dedalo di riflessioni su arte, fotografia, cinema, musei, classicità, contemporaneità.
Ecco un estratto delle parole di Nannipieri:
“In fondo l’arte richiede questo: carezze. E’ così anche con nostra madre, nostro padre, la nostra amante o i nostri figli. Prima di essere nomi, cognomi, carta d’identità, codice fiscale, sono presenze, sono volti, sono voci che riteniamo familiari, sono mani che abbiamo stretto, petti che abbiamo abbracciato, bocche con cui abbiamo litigato. Così è per l’arte, la bellezza. Quando ami una persona, cosa fai? L’accarezzi. Quando, ad un vecchio infermo, gli togli il pannolone e lo pulisci, cosa fai? L’accarezzi. Quando muore una persona ed è distesa sul letto, cosa fai? L’accarezzi. Prima ancora di dire ‘ti amo’ o ‘ti voglio bene’, tu accarezzi, stringi, abbracci. Il toccare, il sentire la sua presenza e la tua presenza, è la prima forma di conoscenza, di amore, di accudimento. Accade con le persone, ma anche con le loro opere che reputiamo a noi care o simbolicamente significative: cosa fa un Capo di Stato quando un soldato viene ammazzato? Accarezza la bara, a nome del popolo che rappresenta. E cosa scrive come messaggio alla famiglia? Ci stringiamo a voi…. La carezza, l’abbraccio, la stretta è la prima forma di avvicinamento, di familiarizzazione. Una cosa che ti è cara la stringi, la accarezzi. I bambini delle scuole elementari, prima di studiare gli egizi e i romani sui libri, dovrebbero essere portati dalle maestre e dai familiari a toccare la facciata, le colonne, gli archi della chiesa o dei palazzi storici che hanno vicino. Appoggiare le mani su quelle pietre, su quelle pitture, sentire che ci sono. Non esiste l’attenzione all’arte, alla bellezza, al patrimonio artistico, senza una persona che voglia anzitutto accarezzarli. Toccarli. Sentirli propri. L’ho sempre detto: l’arte ha bisogno di quella particolare dedizione che, prima ancora di essere spirituale, è fisica, materiale. Importanti non sono le opere degli uomini, ma le loro attenzioni”.
L’autrice, Valentina Neri, cagliaritana del 1973, laureata in Storia dell’Arte, scrittrice e sceneggiatrice. Dirige la Best Seller Studio di Milano, che si occupa di trasformare opere letterarie in sceneggiature cinematografiche, tra cui la trasposizione della vita dell’artista francese Balthus. Il libro inaugura la collana, da lei diretta, “I protagonisti del 2000”.