Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta inviataci dall’Associazione “Gli Amici del Porto della Formica” in merito all’avvio del lavori nel quartiere San Concordio, di cui molto si sta parlando in città.
“Ieri, con l’apertura del cantiere per la costruzione della Piazza Coperta, è stato un giorno triste per S.Concordio e per tutta la città di Lucca, un giorno che in tanti avevamo sperato che non arrivasse mai. Due mesi fa avevamo portato in Comune la Petizione sottoscritta da 930 cittadini che chiedeva una soluzione alternativa per l’area Gesam: nessuna nuova costruzione e tantomeno di così grande impatto, il recupero del Chiesone, la destinazione a verde delle aree residue, un concorso di idee per trovare una soluzione per l’interrato fatto 10 anni fa e da allora colmo d’acqua. Aspettavamo una risposta alla Petizione, che secondo lo Statuto Comunale doveva venire entro 45 giorni, ed invece il Comune ha dato l’avvio ai lavori. Si tratta di un enorme spreco di denaro pubblico per una opera inutile e devastante che aggiunge cemento su cemento e amplifica, anziché correggere, i gravi errori fatti 10 anni fa con lo Steccone. Alla cementificazione esistente, che è di circa 2.500 mq su un lotto di 3.600 mq, vengono aggiunti circa altri 900 mq di pavimentazioni, rampe, strade, scale e scivoli. Si tratta delle cd “strutture di accesso” allo “zoccolo” su cui si erigerà la “piazza coperta”, sotto le quali verranno seppelliti in maniera definitiva i reperti archeologici della darsena del Porto e delle 5 fornaci affiancate del primo impianto ottocentesco del Gasometro portati alla luce 10 anni fa. Di verde ne rimarrà pochissimo, tanto che anche gli alberelli verranno piantati in vasche e trincee di cemento. Duemilacinquecento tonnellate di cemento saranno gettate, ancora prima di cominciare l’innalzato, solo per fare la soletta che deve tenere a bada la sottospinta della falda che, una volta svuotato l’interrato dal peso dell’acqua che lo riempie, farebbe deformare e sollevare l’intera costruzione. L’edificio è talmente fuori misura che per dimostrare che l’altezza era “coerente con l’intorno”, come richiede il Regolamento Urbanistico, sono andati a trovare l’altezza di 22 metri della ciminiera della filanda Viani. E’ la sconfitta della cultura urbanistica, la negazione della riqualificazione della periferia, un insulto alla partecipazione dei cittadini che da più di 20 anni con osservazioni agli strumenti urbanistici, appelli e petizioni, chiedono di imperniare la riqualificazione dell’area Gesam attorno alle matrici storico culturali del Porto e del Chiesone, e di minimizzare la ferita fatta 10 anni fa con la gettata del piano interrato. Invece a dare la cifra dell’area sarà una avulsa nuova mega costruzione, adatta forse ad altri luoghi, certamente non a questo che racchiude l’essenza della memoria storica e della identità del quartiere Il bacino del Porto, su cui non è mai stata fatta alcuna indagine archeologica, verrà in parte ricoperto da una piazzetta di cemento colorato di blu, “a memoria dell’acqua”, mentre la darsena, le cui strutture murarie sono state ritrovate intatte, e i reperti delle fornaci, di cui si è voluta disconoscere la grande importanza scientifica, spariranno sotto la strada carrabile di accesso. Ammesso che ce la facciano a costruirlo, questo che non si può chiamare in altro modo che “ecomostro”, grande in pianta 1.500 mq e con altezza reale di m. 16,25, già si sa che avrà costi di gestione e di manutenzione insostenibili, che rimarranno a carico dei lucchesi per tutti gli anni a venire. Facile prevedere che in un futuro non lontano rappresenterà più che altro un incomodo ingombro di cui non sarà facile liberarsi.”
Associazione “Amici del Porto della Formica”