Saggezza, esperienza e visione: questo è ciò che contraddistingue Umberto Sereni, volto conosciuto a Lucca, ex Sindaco di Barga e Professore in pensione dell’Università di Udine. Che a Lucca regni il caos sembra evidente e, allo stesso tempo, il peso delle prossime elezioni amministrative inizia a provocare i primi movimenti.
Se da una parte il centrosinistra sembra apparire non completamente sul pezzo – forse complice la stanchezza di questi ultimi due mandati – nel centrodestra la situazione appare ancora più confusa, con lotte interne che impediscono inevitabilmente quell’unione utile a fornire una valida alternativa che la città aspetta.
Abbiamo parlato con il Professor Sereni che, con l’intelligenza di chi sa fare tesoro delle proprie esperienze e l’audacia di chi crede ancora fortemente in qualcosa, ci ha fatto una panoramica della situazione a Lucca: a partire dalla bellezza della nostra città – non valorizzata come dovrebbe – , agli scontri interni politico-amministrativi che troppo spesso seguono ambizioni personali chiudendo fuori tutti i cittadini, fino ad arrivare alle elezioni 2022 e i candidati possibili.
Lucca: c’è fermento per le prossime amministrative, come vede la situazione in linea generale?
E’ normale e giusto che, a distanza di poco più di un anno dalla scadenza del mandato amministrativo, si verifichino i primi movimenti, anche se “fermento” è una parola grossa in quanto presuppone un processo profondo. Al momento siamo ancora a uno stato superficiale, partono dei segnali ma non lasciano ancora traccia ed è ancora tutto da valutare.
In linea generale la situazione dovrebbe essere impostata sul “rendiconto” di questo decennio che, per una città e per la vita di essa, è un tempo consistente. Quello che bisogna fare oggi è dare un “giudizio” sui dieci anni di amministrazione Tambellini, la città deve fare delle valutazioni in questo senso e su esse creare prospettive per il futuro. Io, personalmente, avverto un generale senso di scontentezza, anche in quelli che hanno votato Tambellini, una sorta di delusione derivata da attese non realizzate e aspirazioni svanite. C’è chi si aspettava di più e chi ha ricevuto poco: è da questo che si deve ripartire. Si dice sempre che Lucca non funziona ma questa non può essere una condanna, come tutte le altre città, la nostra, ha avuto momenti di gloria e momenti grigi: oggi però Lucca può scegliere e si deve scegliere sulla base delle offerte.
C’è ancora speranza per il centrosinistra o, secondo lei, ha perso completamente credibilità?
“Completamente persa” è troppo probabilmente; diciamo che c’è una forte delusione tra le persone, ma su ciò è bene ricordare come avvenne l’affermazione di Tambellini 4 anni fa. Il nostro attuale Sindaco infatti salì al potere non per una spinta generale, ma per una combinazione favorita dai contrasti all’interno del centrodestra e da qui bisogna ripartire. La domanda da fare, piuttosto, è: “gli uomini e le donne del centrosinistra avvertono questo stato delle cose?” Se sono in grado di percepire ciò che sente la città allora possono anche recuperare, in caso contrario andranno verso una vicenda difficilmente risolvibile.
I tre errori dell’amministrazione Tambellini?
Per quanto riguarda l’amministrazione Tambellini penso che ci sia un grande e unico problema di fondo: non aver mai posto come questione fondamentale il collegamento istituzione-città. Alla fine il Governo si è rinchiuso nei propri palazzi, come fossero un bunker, e la città si è smarrita non trovando nessun riferimento. Da questo nascono tutti i problemi di questi anni, che è poi il seme della vita democratica, ma così facendo sono stati chiusi tutti i canali e tutto è andato inevitabilmente come abbiamo visto. Nella giunta Tambellini è mancata la visione e il sentimento con i problemi della città e questo è un problema sia politico che amministrativo. Quello che risulta chiaro però, è che il centrosinistra è bravo a risolvere questioni personali e aspirazioni – trovando posti e incarichi – ma oltre a ciò non c’è niente e l’attività di questi anni si è svolta per la maggior parte in questa direzione.
E il centrodestra? Sarà in grado di presentarsi unito alle prossime elezioni?
“Se Atene piange, Sparta non ride”. Vedo molto difficile trovare un’unione in quanto, come a sinistra, anche nel centrodestra il problema della personalizzazione e della ricerca di soddisfare i propri obiettivi è una componente molto forte, che causa appunto delle tensioni importanti, senza considerare i potenti esterni che giocano con lo stesso centrodestra per le proprie mire.
Ad oggi l’orientamento della città sembrerebbe comunque in questa direzione, anche se il concetto di “centrodestra” sarebbe da approfondire in quanto un voto, ora come ora, corrisponderebbe più a una nota negativa nei confronti dell’amministrazione ma senza un riferimento politico forte.
Quali caratteristiche dovrebbe avere il suo sindaco ideale?
Il Sindaco ideale deve essere una bandiera e la città lo deve percepire come il Paladino e il difensore di Lucca. Il Sindaco è il rappresentante della città e deve lavorare per mobilitare e per unire gli abitanti, cogliendo ciò che di positivo si presenta sia da destra che da sinistra e lo deve fare senza pregiudizi. Un esempio: uno come Fabio Barsanti è un’effettiva risorsa e un’energia positiva per la città e non deve essere né demonizzato, né ostracizzato per il suo credo politico. Va messo a lavoro per la città, perchè essa ci guadagnerebbe, e come lui ce ne sono molti altri.
Il suo candidato Sindaco per il 2022?
L’ho detto e lo ribadisco e lo continuo a presentare come candidato sindaco: Paolo Del Debbio. E’ un personaggio sopra il livello cittadino, dotato di una considerazione generale e di un ruolo accreditato a livello nazionale e, in più, ha un forte sentimento che lo lega alla città di Lucca. Certo gli si chiede un sacrificio, ma è giusto anche farli i sacrifici quando essi sono ampiamente ricompensati dalla soddisfazione della città e Paolo Del Debbio può farlo.
Mario Pardini le piace? Si dice che si sia “bruciato” fin da subito.
Mario Pardini è una brava persona, un entusiasta ma si deve attrezzare: non può fare “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Gli consiglio la lettura de “Il Padrino”, così può rendersi conto delle regole, dello schema per il potere e dell’affermazione politica. Come diceva uno dei miei maestri non rinnegato: “la lotta politica non è un pranzo di gala”, e per fare la lotta non si possono indossare le pantofole. In ogni caso, è già comunque importante che un personaggio come Pardini, che deriva dai ceti benestanti, abbia questa passione per la politica: adesso però che la traduca nella sapienza della politica.
Lei , in vista delle prossime amministrative, ha intenzione di scendere in campo in qualche modo?
Io, a modo mio, in campo ci sono sempre. Intervengo nella vita politica cittadina, svolgo attività culturale e mi relaziono con una grande parte della città. Ritengo conclusa la mia esperienza politica-amministrativa, e – a conti fatti – lo dico anche con un po’ di amarezza, visto quello che passa il convento penso avrei meritato di più. E’ comunque un’amarezza passeggera, alla fine sono contento di quello che ho fatto e della stima generale che riscuoto dalle persone, indipendentemente dalla collocazione politica.
Del Ghingaro a Lucca: si candiderà davvero o è solo un bluff? E che conseguenze porterà?
Faccio una premessa dicendo che, adesso, di tutto c’era bisogno ma non certo della baruffa Lucca-Viareggio per la Capitale della Cultura 2024 e per Puccini. Questa è la dimostrazione del basso livello dell’amministrazione e, se la portata è questa, è inevitabile che si gioca a perdere. Tutto il resto sono beghe all’intero del centrosinistra: Del Ghingaro indubbiamente gioca molto sul senso di smarrimento della nostra città e pensa di poterlo colmare, beh buona fortuna! Sicuramente però, non è mortificando Lucca e sottraendo a essa Puccini che può cercare di recuperare consenso.
Lei è noto anche per essere un gran tifoso della Lucchese: cosa ne pensa della questione “Stadio Porta Elisa”?
Vedere la Lucchese in quelle condizioni è una ferita, in quanto la considero un simbolo della città e quindi vorrei vederla ai primi posti della classifica. Sono grato a Bruno Russo per aver salvato il calcio a Lucca e aver portato avanti la questione del nuovo Stadio. Questo argomento è infatti dirimente per Tambellini: che lo affronti una volta per tutte e lo risolva, dando il via alla costruzione di un nuovo stadio. Probabilmente nessuno capisce l’urgenza di ciò, ma è un pretesto per dare una svolta alla città, e i cittadini ne hanno bisogno.
Pensa quindi che Lucca non sia stata valorizzata a dovere in questi anni di amministrazione Tambellini?
Lucca merita tutte quelle cose che sono state considerate fino ad adesso troppo belle forse. Un altro esempio è Corso Garibaldi, soprattutto in questo periodo con le magnolie in fiore. Essa è una delle vie più belle d’Italia e lo dimostra il fatto che è piena di persone che fotografano gli scorci, ma i sapienti, i saggi e i saputi non riescono a capirne l’importanza, motivo per cui con “Il Covo” cerchiamo di valorizzarla noi. Avevamo anche l’idea di fare un concorso di fotografia nazionale come manifesto della città “Lucca città fiorita”. Sono queste cose che trasformano una città, riconoscere la bellezza dei posti che ci circondano e vale anche per Via Elisa, per esempio, che è di una bellezza rara. Proprio oggi che, con il nuovo Governo Draghi, si parla di Ministero della Transizione Ecologica è il momento per fare di Lucca un modello nazionale ma bisogna crederci e impegnarsi. Volontà, intelligenza, e tempo – che manca – : con questi elementi bisogna agire.
Lei è un grande frequentatore del “Covo”: di cosa si tratta e che ambizione ha questa nuova realtà?
“Il Covo” si definisce nei fatti e si tratta di un luogo di libera aggregazione e di libera espressione, in pratica uno spazio della democrazia e della civiltà. Ogni giorni ci si trova in Corso Garibaldi, di fronte al locale Km-Zero, per parlare e scambiarsi opinioni, facendo di esso un luogo di socialità e rispettando, ovviamente, le misure anticovid. La cosa bella di questa esperienza è che ci troviamo a ragionare con persone che vanno dall’estrema destra all’estrema sinistra, ma l’unica cosa importante è che ci sia il rispetto reciproco per ogni opinione. Quello che conta sono i fatti, non ci si può basare sulle ideologie per attaccare le persone – come per esempio ha fatto Colucci in un’intervista contro Fabio Barsanti – . Nell’ambito degli orientamenti politici ideali c’è ovviamente un limite dettato dalla costituzione, che è fondamentale rispettare, ma al Covo non ci sono nemici della Costituzione.