Tenente Giuseppe Martinelli, da Lucca.

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Si chiamava Giuseppe Martinelli.

Nato a Lucca, il 25 giugno del ’21.

Abitava con la sua famiglia in Via San Donnino, in centro.

In seguito agli eventi successivi l’8 settembre del ’43, il Sottotenente paracadutista Giuseppe Martinelli, al rientro da una licenza presso la sua famiglia a Lucca, fu stato assegnato al 184° Reggimento Paracadutisti della Divisione NEMBO, impegnata con l’Esercito di Liberazione Nazionale sul versante adriatico, a fianco della VIII Armata britannica, che lentamente risaliva la penisola italiana.

A metà agosto del 1944 l’unità del Sottotenente Giuseppe Martinelli era impegnata in furiosi combattimenti presso Senigallia in provincia di Ancona.

Precisamente presso una postazione di quota 211 a Castellone di Suasa.

Comandante di un plotone mitraglieri, venne ripetutamente colpito da granate tedesche, ma benchè gravemente ferito, rifiutò di essere soccorso, continuando nella sua azione di comando ad incitare i suoi paracadutisti finchè ebbero ragione della lotta.

Fu trasportato ormai esangue presso l’Ospedale di Iesi, ma pur sottoposto a cure e alla amputazione degli arti inferiori gravemente colpiti, lì decedeva il 15 agosto del’44.

Per la sua azione eroica il comandante lo propose per una doverosa Medaglia d‘Argento al Valor Militare, “alla Memoria”. Doverosa. 

Fu promosso postumo al grado superiore di Tenente e tumulato nel cimitero di Iesi, dove ancora riposa..

Quasi fine della storia.

Poi, piano piano, come spesso, ma non sempre, accade, gli eroi vengono dimenticati, sopiti dalla Storia.  

Vincon gli altri, quelli saputi, quelli che hanno i santi protettori, quelli belli, alti e biondi.

La richiesta di Medaglia d’Argento venne persa nei meandri dello Stato Maggiore a Roma. 

Una Scrivania ministeriale, una pratica, un faldone, una richiesta integrativa di informazioni, il timbro tondo, la marca da bollo, la firma… se manca una roba di questa è finita.

La pratica finì dimenticata. La Medaglia non gli fu conferita.

Nonostante le ripetute ricerche e richieste piano piano la storia passò. Pratica chiusa.

E non se ne fece più di nulla. Succede.

Ogni tanto la Sezione della Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia di Lucca provvedeva a ricordarlo con articoli di giornale; addirittura i paracadutisti lucchesi sono andati in trasferta a Iesi a pulire la tomba, e hanno dedicato alcune iniziative alla Sua memoria, tra le quali un aviolancio effettuato nel prato antistante le mura urbane.

Un ricordo “locale”, di affezione.

Ma il fratellino Luciano che aveva visto partire il fratello maggiore Giuseppe in uniforme da casa per non tornare più, chiedeva continuamente a tutte le autorità civili di ricordarlo degnamente con una targa, una dedica di una strada, che portasse il nome del Tenente Giuseppe Martinelli, un ragazzo di Lucca caduto in combattimento per il suo paese.

Non era una richiesta illegittima.

Molto più doverosa e giusta di tante dediche di personaggi che la Patria l’hanno attaccata, svilita, umiliata.

Poi, verso il 2015, il signor Luciano che continuava a coltivava giustamente la memoria del fratello, riuscì a vincere lentamente la sua battaglia personale, per rendere giustizia e visibilità storica al fratello Tenente Luciano Martinelli.

Con una raccolta di firma tra gli amici e la Sezione ANPDI di Lucca, riuscì a convincere il Sindaco e il suo vice a intitolare una Opera Pubblica alla memoria del Ten. Martinelli.

Istruì la pratica, e depositò la richiesta sulla scrivania dell’allora Sindaco Tambellini, il quale in maniera molto corretta, appoggiò subito l’iniziativa.

Ci fu una delibera comunale e fu deciso di intitolare una prossima rotatoria sulla strada Regionale SR 12 del Brennero appena fuori Lucca, in direzione dell’Abetone.

Bene. La cosa era fatta. Più o meno.

Il tempo passava… ma la cosa però non procedeva…

Un po’ il Covid, un po’ la macchina burocratica… la faccenda… stranamente languiva, stagnava…

Aspetta ora, aspetta domani, cominciò a chiedere in giro, tra gli amici nella Amministrazione, e piano piano venne fuori una sottostoria nella storia. Una storiella miserabile.

Un assessore (generico…), delle Oscure Forze del Male che probabilmente non aveva molto in simpatia i paracadutisti, aveva cercato di… diciamo “rallentare” la pratica, in maniera da far intitolare quella rotatoria piuttosto grande e ben visibile, ad un’altra persona… una personalità politica, che a giudizio di quell’assessore meritava maggior visibilità; al Ten. Martinelli sarebbe poi stata dedicata una rotatoria minore, su una stradina di campagna, interna, nella zona industriale dell’Acquacalda. Piccola, quasi non visibile. Anche troppo per un paracadutista, no?… Perfetto.

Il piano esecutivo era anche semplice; questo assessore avrebbe atteso che il Sindaco fosse in ferie, per presentare una piccola delibera “integrativa” che spostava tra loro le due rotatorie, la faceva approvare, e la cosa era fatta; in fin dei conti che male c’era?

Ma il diavolo fa le pentole…

Il piano venne scoperto in “camera caritatis…” e ricondotto alla vecchia versione approvata!

Naturalmente le Oscure Forze del Male, rimasero piuttosto malino della questione e del conseguente sputtanamento. Stranamente adesso mancava la copertura finanziaria per l’acquisto della targa…

Una raccolta tra gli amici e la Sezione ANPDI provvide a trovare i fondi (400 euro) per pagare di tasca propria la targa (!) che finalmente il 30 agosto del 2021 venne scoperta in una bella giornata di sole, presso la rotonda sulla Strada Regionale nr 12 “dell’Abetone e del Brennero”, in Località San Pietro a Vico!

Scopertura della targa con Tricolore, discorsi ufficiali con le Autorità civili e militari, conferenza storica tenuta dal Col. (Ris.) Vittorio Lino Biondi, e al Tenente Giuseppe Martinelli del 184° Reggimento Paracadutisti “Nembo” venne data la giusta visibilità e il doveroso ricordo.

Dopo 75 anni il Tenente Giuseppe Martinelli è stato ricordato dalla sua città. Per sempre.

Fine della Storia.

Vittorio Lino Biondi

Foto Geraldo Zigurella

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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2 Commenti

  1. In tanti sono convinti della “loro” esclusiva verità, ossia del fatto che onorare la Storia di luoghi e Uomini e atti di dovere e di coraggio significhi fomentare la violenza e la guerra. Io credo invece che sia l’IGNORANZA professata da questi illusi la preparazione a nuove violenze, a nuove “guerre”.

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