La prima metà di luglio 2024 si sta per chiudere con temperature medie superiori alla media storica relativa agli ultimi 90 anni. Da martedì scorso sono iniziate le giornate segnate dal disagio termico e questa nuova settimana si annuncia ancora più rovente. Finora abbiamo avuto soltanto due giorni con temperatura massima superiore ai 34 gradi C. 34,5 gradi martedì 9 luglio; 34,1 gradi mercoledì 10 luglio, nel centro storico di Lucca che generalmente sale sul podio dei tre luoghi più caldi della provincia di Lucca con Pieve di Compito e Vorno (monte Pisano nord), talvolta con Montecarlo.
La previsione stagionale per il Lamma (Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile, consorzio tra Regione Toscana e Consiglio nazionale delle ricerche) indica un mese di luglio con temperature superiori alla norma e numero di giorni piovosi nella norma, mentre in agosto e settembre si avranno temperature superiori alla norma e numero di giorni piovosi inferiori alla norma.
La condizione di disagio termico è dunque destinata ad accentuarsi nelle prossime settimane, superando anche la soglia dei 36 o dei 38 gradi, che fanno passare da un disagio “moderato” a uno decisamente “forte” o “molto forte”. Ricordiamo che negli ultimi 24 anni, in pratica dall’inizio del millennio, a Lucca ben 12 volte si sono registrate temperature massime superiori ai 38 gradi, di cui 4 anni con temperatura massima superiore a 39 gradi e con due anni, il 2003 e il 2011, con temperatura massima rispettivamente di 40,2 e di 40,0 gradi, valori registrati nel mese di agosto. La condizione di benessere o disagio termo-fisiologico da caldo o da freddo non è determinata solo dalla temperatura dell’aria ma da una combinazione di questa con altri parametri ambientali.
Proprio ieri la Regione Toscana ha lanciato l’allerta preannunciando una settimana da bollino rosso per le ondate di calore e le temperature massime vicine ai 38 gradi. La Regione Toscana ricorda dunque i consigli e le raccomandazioni per prevenire gli effetti che le ondate di calore possono avere sulla salute delle persone, in particolare anziani, fragili ma anche dei lavoratori.
«Sono a tutti gli effetti delle misure di prevenzione, buone pratiche e comportamenti per far fronte al grande caldo e alle conseguenze che le temperature elevate possono avere sulla salute delle persone più anziane, fragili e i lavoratori esposti. Invitiamo le persone a seguirle e ad essere prudenti» hanno detto il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. «Stiamo lavorando già da settimane – hanno aggiunto – per garantire una corretta informazione insieme alle Asl, i medici di medicina generale, le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria, Anci e continueremo a farlo affinché questi comportamenti diventino delle prassi consolidate e sempre più diffuse».
Concretamente per le persone anziane viene suggerito di rinfrescare i locali della propria abitazione alle prime ore del mattino e, durante la giornata, di non esagerare con l’aria condizionata in modo da evitare bruschi sbalzi termici. Viene ricordato anche di soggiornare nelle stanze più fresche e ventilate e di evitare di lavarsi con acqua fredda. Per quanto riguarda l’alimentazione viene ricordata l’importanza di una dieta leggera, a base di frutta, verdura e pesce, evitando alcol e caffeina, mentre è raccomandata una costante idratazione, bevendo molta acqua. Sono da evitare spostamenti in auto nelle ore più calde del giorno (dalle 11 alle 17) ed è raccomandato ventilare l’abitacolo dopo una lunga permanenza sotto il sole prima di entrarvi, ma anche portare un po’ di acqua con sé (utile in caso di code e rallentamenti) oppure, prima di fermarsi se l’auto è climatizzata, di regolare la temperatura al massimo di cinque gradi inferiori a quella esterna. Una raccomandazione importante riguarda i farmaci, che devono essere conservati a meno di trenta gradi e lontano da fonti di calore. Nel caso di terapie per la cura dell’ipertensione o malattie cardiovascolari, l’invito è ad un controllo più assiduo della pressione arteriosa, perché il caldo può potenziare l’effetto dei farmaci. Prima di qualsiasi decisione sulla terapia la raccomandazione è quella di chiedere al medico.
Per quanto riguarda invece chi lavora viene posta l’attenzione sulla necessità di ridurre i rischi che temperature elevate possono avere sulla salute e dunque vengono raccomandati alcuni sui comportamenti al fine di prevenire malattie e infortuni sul lavoro. Nelle informazioni e consigli su come intervenire trasmesse alle associazioni di categoria si passano in rassegna colpi di calore, sindrome da esaurimento da calore, crampi e dermatite da sudore, si indicano i sintomi e si spiega cosa fare. Tra le azioni di prevenzione si raccomanda di designare nei luoghi di lavoro una persona di riferimento, formata sui pericoli e sulle misure di tutela da adottare. Ci sono anche informazioni pratiche, come il link ad un sito dove, in base alle condizioni meteo, è possibile calcolare l’indice empirico utilizzato per capire se l’esposizione ad un determinato ambiente caldo genera o meno stress termico. Tra i consigli, c’è poi quello di mettere a disposizione acqua ed aree ombreggiate per le pause, meglio se frequenti, nonché di favorire l’acclimatazione dei lavoratori aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l’esposizione al calore. Importante rimane la scelta degli indumenti forniti, della formazione e dell’informazione. Tra le raccomandazioni c’è anche la revisione dei turni di lavoro, riprogrammando ad esempio le attività prioritarie e da condursi all’aperto nei giorni con le più favorevoli condizioni meteo e pianificando invece le attività più impegnative dal punto di vista fisico nei momenti più freschi della giornata.
Con un’ordinanza del presidente della Regione, fino al 31 agosto prossimo, in tutta la Toscana è vietato il lavoro nei settori agricolo e florovivaistico, in condizioni di esposizione prolungata al sole e sotto il sole, dalle ore 12,30 alle 16,00.
Tornando alla realtà lucchese ricordiamo che la prima parte del mese di giugno scorso è stata più fresca e instabile del normale, almeno fino al giorno 20. Poi la temperatura media è nuovamente salita, superando la media storica. Di fatto quello che stiamo vivendo e il ventisettesimo mese consecutivo con temperature sopra la media storica.
I dati di Lucca, con il termometro della rete regionale che si trova all’Orto botanico, sono in linea con quelli internazionali che registrano addirittura una temperatura media globale negli ultimi 12 mesi (luglio 2023 – giugno 2024) più alta mai registrata, con 0,76 gradi al di sopra della media per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e 1,64 gradi al di sopra della media preindustriale tra il 1850 e il 1900. Si tratta dei dati internazionali che vengono diffusi dal Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S) implementato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con il finanziamento dell’UE. Il bollettino mensile viene pubblicato sul loro sito riportando i cambiamenti registrati globalmente nella temperatura superficiale dell’aria e marina.
Dati internazionali e nazionali ripresi nei giorni scorsi nell’articolo dell’Agenzia regionale di sanità () dove si ricorda fra l’altro che «i cambiamenti climatici sono il risultato e l’effetto di fenomeni fisici e naturali (circolazione di correnti oceaniche, attività vulcaniche, radiazione solare, orbita terrestre), ma soprattutto dell’azione dell’uomo. Tra le più esposte ai cambiamenti climatici ci sono le città per la loro densità di popolazione, infrastrutture e attività economiche. Il ruolo fondamentale delle città è riconosciuto anche nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, infatti, il Goal 11 Sustainable cities and communities e il Goal 13 Climate action confermano che lo sviluppo sostenibile non può essere raggiunto senza trasformare il modo di costruire e gestire lo spazio urbano e che urgono misure per potenziare la resilienza dei territori. In Italia la situazione non è migliore che nel resto del mondo. Sono in aumento le temperature, le ondate di calore, le siccità e gli incendi boschivi, le alluvioni e i fenomeni di erosione, in particolare nelle aree urbane come i capoluoghi di regione. L’Istat, grazie all’ampia disponibilità di strumenti statistici, monitora i fenomeni ambientali e climatici ed è in grado di stilare i profili storici dei cambiamenti intercorsi negli anni tra il 2006 e il 2022 nei 109 capoluoghi di Provincia. Annualmente l’Istat presenta il rapporto Profili climatici delle città Capoluogo, che analizza l’andamento del clima dell’anno in corso, comparato con gli anni passati.
Nel 2022 i capoluoghi di regione hanno registrato una temperatura media di circa 16,6° (+1,7° rispetto ai periodi CLINO 1981-2010). Per CLINO si intendono le normali climatologiche ovvero CLimatological NOrmals, cioè i periodi di riferimento per valutare e descrivere le condizioni climatiche di un determinato luogo.
Per tutte le città si registrano aumenti di +2° C, mentre le precipitazioni annue sono diminuite di -167mm. Negli ultimi anni si è anche verificato un cambiamento nelle giornate, con un aumento dei giorni estivi e delle notti tropicali.
Le prime anomalie climatiche iniziano a registrarsi alla fine degli anni ’80 e dal 1997 sono sempre in aumento. Il vero anno di svolta è stato il 2014, anno in cui la temperatura media raggiunse per la prima volta i 16° C. Analizzando la serie storica, la temperatura media dei capoluoghi di regione passa da 14,9° del 1991-2000, ai 15,2° del 2001-2010, fino al 15,8° nel periodo 2011-2020.
Un altro dei fenomeni indagato e monitorato al fine di studiare i cambiamenti climatici riguarda la variabilità delle precipitazioni. Negli ultimi quindici anni si sono alternati anni più piovosi (2010, 2013, 2014) ad anni poco piovosi, quali 2011, 2017 e il 2022 che ha registrato la precipitazione più bassa dal 1971. Si è assistito, inoltre, a progressivi cambiamenti nell’andamento stagionale della precipitazione, cioè nella distribuzione della quantità annua di pioggia ripartita tra i vari mesi».