Anche per questo Ferragosto, come avviene ormai da una ventina di anni, si è rinnovato il rito della visita dei parlamentari al carcere di San Giorgio. Una delegazione di esponenti di Forza Italia, guidata dall’onorevole Bergamini, si è recata in quel triste edificio per verificarne le condizioni, per prendere diretta conoscenza dello stato in cui si trovano i detenuti, per valutare la situazione igienica della struttura e per raccogliere da parte del personale addetto alla custodia le espressioni del loro quotidiano disagio unite alle sollecitazioni per una iniziativa volta a migliorare lo stato delle cose.
Questa scena si ripete da parecchi anni, con l’unica differenza rappresentata dal cambio di colore dei visitatori: un tempo erano gli onorevoli Marcucci e Mariani del PD, a varcare per Ferragosto il portone di San Giorgio e questa volta è toccato all’onorevole Bergamini.
Per il resto il rituale si svolto secondo lo stesso copione: visita con annesso un comunicato da divulgare a mezzo stampa nel quale si ripetono le stesse cose: penosa condizione della struttura, con celle sovraffollate e prive delle più elementari norme igienico-sanitarie, nessun rispetto per le esigenze di intima riservatezza. Insomma uno stato di cose che si ripercuote anche sugli addetti alla custodia che si sentono umiliati nella loro condizione lavorativa.
Dal più al meno il comunicato diffuso dall’onorevole Bergamini ricalca il testo e la sostanza di quelli che lo hanno preceduto.
Se le cose stanno così, e non c’era da dubitarne, allora non ci resta che una domanda: ma fino a quando si ripeterà la visita di Ferragosto? Gli anni sono passati senza che una iniziativa seria e decisa sia stata presa per mettere fine a questa triste storia che ha procurato a Lucca la disdicevole fama della città con uno dei peggiori carceri d’Italia: con questi termini veniva indicato il “San Giorgio” in una lettera apparsa su un quotidiano nazionale proprio nei giorni della visita ferragostana.
Detto con la massima chiarezza: questa triste storia può finire. Deve finire. Deve finire per penosa condizione alla quale sono costretti quanti stanno là dentro per scontare una pena: la nostra Costituzione parla chiaro e recita all’articolo 27: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso dell’umanità”.
O decidiamo che la Costituzione non si applica al carcere di San Giorgio o prendiamo atto di una semplice verità: si deve costruire un nuovo carcere che sia in regola con lo spirito della Costituzione.
Per dirla nel modo più chiaro possibile. Lucca deve avere uno nuovo carcere. Credo di non sbagliare se ricordo che nel recente passato (amministrazione Lazzerini) da parte del nostro Comune furono avviate le pratiche per coinvolgere il Ministero nel progetto di un nuovo carcere: ora si tratta di rimetterci le mani approfittando anche del fatto che grazie al PNRR il governo dispone dei fondi destinati alla realizzazione di nuove carceri.
È troppo pretendere dai politici una decisa presa posizione che rimetta in movimento la sacrosanta “Operazione Nuovo Carcere” che tra tanti meriti avrebbe anche quello di avviare al risanamento un’area cittadina che, inserita in un piano di rigenerazione urbana qualificherebbe uno spazio, sottraendolo alla straziante vista che domina e offende un tratto della Passeggiata delle Mura.
La questione è posta: da inguaribile ottimista sono certo che nella nostra città ci siano le volontà e le sensibilità pronte a impegnarsi per questa battaglia di civiltà. Ne va dell’onore di Lucca e dei lucchesi.
Delle nuove carceri ne sentivo parlare quando avevo 20 anni, oggi, ne ho 80, che dovevano essere costruite su buona parte dei nostri terreni a Monte S: Quirico. Ne è passata di acqua sotto i ponti ma tutti discorsi e nessun fatto.
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Avere un nuovo carcere a Lucca, sarebbe cosa buona e giusta. Liberare il centro storico da una struttura ormai decadente e poco funzionale.