Piccola, sobria, adagiata in un angolo nascosto, in mezzo a una radura verde e alle case che la circondano. Ci vuole un occhio attento per scorgerla e per capire che quella struttura in pietra è un luogo di culto che risale addirittura all’anno 1023. Stiamo parlando della Chiesa di San Quirico in Casale a Guamo, non troppo distante dall’acquedotto del Nottolini e al bivio che porta alle Parole d’oro.
Questo piccolo gioiello, si presenta in tutta la sua semplicità con una struttura a capanna e un abside appena accennato. La particolarità è che per costruirla sono state utilizzate interamente le pietre provenienti dalla cave di Guamo, oggi meno conosciute di un tempo. La facciata si presenta con un portale sorretto da due mensole, mentre in alto si scorge una piccola finestrella fatta a forma di croce. La parte sinistra della parete sud è quella che conserva più elementi originali dell’XI secolo, infatti si può notare la disposizione delle pietre in filari regolari, tecnica che si stava affacciando in quel periodo. La parte destra, invece, è stata ricostruita a seguito di un crollo. All’interno era custodito un trittico – oggi visibile presso la Pinacoteca di Lucca – che raffigurava la Vergine con Bambino al centro, mentre da un lato trovavamo S. Maria Maddalena con il vaso degli unguenti e dall’altro San Michele che uccide il drago. Questa opera è collocabile cronologicamente intorno al 1260-1330, in un periodo appena posteriore a Giotto.
La chiesa fu chiusa per impraticabilità nel corso del 1800, ma fu riaperta nel 1927, il 7 ottobre, festa della Madonna del Rosario. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa piccola chiesetta subì alcuni danni e fu necessario intervenire nella ricostruzione del tetto, uscito completamente distrutto dalle vicende belliche. Nel corso del 2008 si sono conclusi i lavori di consolidamento, che ci consegnano San Quirico in Casale nel suo stato originale e ben conservato, con tutta l’austerità tipica delle antiche chiese di campagna.