Riceviamo e volentieri di seguito pubblichiamo proposta del neonato coordinamento ‘Salviamo la Manifattura’.
“La spudoratezza degli attori della “vicenda ex manifattura sud” non cessa di stupire. E pare di vivere in una dimensione irreale, dove non ci sono leggi né regolamenti, e neppure un minimo di buongusto, ma solo la ferma volontà di sottrarre l’immobile a Lucca. Viene da chiedersi in che mani siamo finiti”. Lo sottolinea il coordinamento trasversale “Salviamo la Manifattura” dopo gli ulteriori sviluppi degli ultimi giorni. “Dopo aver appreso che tutta l’operazione immobiliare si fondava su progetti irrealizzabili che contemplavano appartamenti, uffici e negozi in contrasto con il vincolo posto dalla sovrintendenza sull’area, oggi emerge che “Coima Sgr, per conto del Fondo Coima Urban Regeneration Fund, sottoscritto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca” si è già permessa di sottoscrivere una lettera di intenti con Tagetik, a cui “farà seguito la negoziazione del contratto preliminare” finalizzato a locare un bene della città, un bene che non le appartiene – spiega il coordinamento, composto da professionisti, tecnici, operatori commerciali, associazioni, studiosi, urbanisti e consiglieri comunali di diversa estrazione -. Quindi, non contenta di aver condizionato le scelte urbanistiche dell’ultimo anno e mezzo, dettando le condizioni che avrebbero dovuto soddisfare le norme comunali, affinchè essa si degnasse di acquistare uno degli immobili più caratterizzanti del centro storico, ora, prima ancora che di quel project sia dichiarata la fattibilità, prima ancora che sia bandita una pubblica gara, prima ancora di essersela aggiudicata, Coima annuncia che ha già sottoscritto patti, tipici ed esclusivi di un proprietario! Sconcertante la mancanza di rispetto dei beni della città e dei suoi cittadini e delle stesse istituzioni comunali. Eh si, perché questa ben poco garbata notizia altro non si rivela che uno strumento per forzare la mano al Comune, costringendo anche i riottosi, perché nella maggioranza i riottosi ci sono, a capitolare”. Ma il coordinamento Salviamo la Manifattura, oltre a criticare il metodo, avanza una proposta concreta, sfidando la Fondazione Cassa. “Siamo felici che Tagetik abbia interesse a trasferire la propria sede dentro le mura, sappiamo bene che si tratta di una importante occasione per rivitalizzare parte del centro – spiega il coordinamento -. Ma se questa occasione esiste, perché la Fondazione non mette a disposizione del Comune e della città questa opportunità? Perché l’amministrazione Tambellini non contrae un mutuo per la ristrutturazione di quella porzione, che sa già (vista la lettera di intenti di Tagetik) che gli darà un reddito certo, e la Fondazione, per contro e coerentemente con le sue finalità, non si accolla tutte o parte delle rate di mutuo? Alla città resterebbe l’immobile, ne trarrebbe un reddito. E la Fondazione non rischierebbe neppure il proprio patrimonio, potendo far fronte alla rate con una piccolissima parte delle erogazioni (quest’anno 25 milioni di euro) con cui doverosamente contribuisce al benessere del territorio. Sarebbe così difficile? Noi pensiamo di no: ma sarebbe finalmente un regalo alla città”.