Replica del Centro Sinistra

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Il consigliere Francesco Raspini (PD) replica all’articolo della scorsa settimana del Consigilere Armando Pasquinelli (Lega)

Il consigliere Armando Pasquinelli milita in un partito lontano dai miei valori e dalle mie convinzioni politiche, ma questo non mi impedisce di riconoscere in lui una persona seria e perbene. Sempre interessato ad ascoltare, a capire, a confrontarsi senza mai demonizzare l’avversario. E questa attitudine lo rende prima di tutto – prima ancora di essere un avversario politico – una persona degna di stima. Ai miei occhi come – lo so per certo – a quelli di tutti i colleghi e le colleghe di minoranza.

Fatta questa doverosa premessa, dopo aver letto il suo articolo sono ancora più convinto che molte delle differenze politiche, soprattutto di approccio, che ci dividono dall’attuale maggioranza restano in piedi.

L’intervento è sicuramente pieno di buone intenzioni, spesso condivisibili, ma quasi mai poggiate su elementi di concretezza: si tratta più di buoni propositi, figli di un programma elettorale estremamente fumoso. A leggere con attenzione proprio i passi citati da Pasquinelli, infatti, manca completamente l’azione concreta da realizzare, la programmazione pratica e pragmatica di ciò che si vuole effettivamente fare su quei temi indicati. Così nell’innovazione, nel turismo, nell’ambiente. Questo è del resto anche lo stile politico del Sindaco Pardini: grande attenzione all’apparenza, a non urtare nessuno, ma poca – pochissima – sostanza.

Mi ha colpito, in particolare, che quando si parla di ambiente non solo si spendano molte parole solo per l’analisi del passato senza indicare una vera proposta operativa, ma che si critichi l’eccessiva cementificazione del nostro territorio (sacrosanto!), senza nessuna contestualizzazione storica. Come nella notte in cui tutte le vacche sono nere.

Mi permetto, allora, di farla io.

C’era un dirigente in Comune (ora in pensione e di cui non farò il nome), uno di quelli che ha passato a Lucca tanti anni e che ha visto molte cose, che soleva scherzare sull’urbanizzazione lucchese usando una metafora “militare” che mi è rimasta impressa. Egli ironizzava raccontando che Lucca era stata sorvolata negli anni da un Hercules C130, (un aereo militare da trasporto) il quale, anziché paracadutare sul territorio truppe e materiali, aveva sganciato – per anni – case e fabbricati. Un po’ a casaccio, dove capitava.

Ma chi era il pilota di quell’aereo?

Ebbene, quando si parla di urbanistica e dell’edificazione selvaggia e non pianificata dei decenni passati non si può non ricordare quanto essa sia figlia dei (mancati o sbagliati) regolamenti urbanistici degli anni in cui prima la DC e poi il centrodestra di stampo berlusconiano dominavano incontrastati la città. Guarda caso, la gran parte di quell’area politico culturale che oggi – senza badare alle differenze programmatiche, ai profondi dissidi personali e politici che ancora bruciano sotto la cenere, finora ben nascosti dall’ubriacatura del ritorno al potere – è riunita sotto le insegne di un Sindaco che della vaghezza ha fatto il suo principale punto di forza. Buono, come le belle parole del suo programma, per non essere troppo sgradito a nessuno, soprattutto a coloro che la precedente amministrazione, a torto o a ragione, aveva scontentato.

Chissà se utile per imprimere quel cambiamento (s’intende: sulle cose sostanziali e non solo su quelle effimere) promesso in campagna elettorale. Chissà se utile per imprimere una visione su quelle cose che davvero cambiano il destino di un territorio: integrazione virtuosa con comuni e province limitrofe, nuove infrastrutture, difesa della sanità pubblica, riduzione delle marginalità e delle disuguaglianze.

Da candidato sindaco sconfitto riconosco che il passaggio di testimone è figlio (anche) degli errori compiuti dal centrosinistra nello svolgimento di quei temi. Ma questo nulla toglie alle enormi perplessità che desta l’approccio, patinato ma vacuo, finora seguito dalla nuova amministrazione.

Ad oggi di diverso rispetto al passato, al netto dei lodevoli scintillii natalizi, vediamo solo il colore del cappello del macchinista e dei suoi ingombranti assistenti.

Della direzione del treno ancora nessuna notizia.

Francesco Raspini

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