Un tuffo al cuore, se guardiamo nel vocabolario il significato di questa espressione ci troviamo di fronte la foto del King Hamburger. Forse esageriamo, ma sicuramente è una delle emozioni maggiori che può provare chi ha vissuto l’epoca d’oro del fast food – ante litteram – di Borgo Giannotti. Un luogo mitico, soprattutto negli anni ’80 e ’90, tanto da divenire un fenomeno di culto, un punto di ritrovo per più di una generazione di lucchesi. Un rifugio dove passare le ore piccole della notte a mangiare un boccone, un luogo dove trascorrere feste e compleanni, un teatro di amicizie e amori. Chi non si ricorda degli appetitosi Praga Burger, del doppio cheese o del mitico Hot Dog? Per non parlare del King Hamburger con patate e cipolla o del panino coi crauti, anche se qualcuno preferiva audacemente optare per la pizza del King.
Fare una serata lì era come vivere in un episodio di “Happy Days“, ma in salsa toscana, con scene goliardiche e tante risate. Tra una cameriera con la “cingomma” sempre in bocca e il palchetto con il pianoforte bianco, le serate scorrevano velocemente. Al “King” si poteva anche fare qualche partita ai videogame, coi vecchi cabinati a moneta, oppure ascoltare la musica coi primi video jukebox. Di sicuro non si parla di gastronomia stellata, ma il posto era autentico e verace, capace di strappare ancora un sorriso e tanti ricordi a distanza ormai di molti anni. L’incantesimo del King Hamburger sui lucchesi finì all’inizio del nuovo millennio, quando il McDonald’s prese piede e le folle oceaniche (ormai sempre meno) si riversarono inesorabilmente verso il nuovo ed esotico fast-food americano. Una volta chiuse definitivamente le serrande in Borgo Giannotti, la città perse uno dei suoi maggiori punti di riferimento per la comunità locale, nelle ultime decadi di fine secolo scorso, e oggi in molti non sanno cosa vuol dire “andare dai coatti” – come qualcuno aveva soprannominato malignamente i gestori del locale -, perdendosi molto di una realtà adesso più lontana che mai.