Il caldo di fine luglio ha fatto scoppiare il “caso” di Piazza San Michele. Da giorni non si parla e non si scrive d’altro. Ogni giorno la serie degli episodi di prepotenza e di violenza si infittisce: l’inizio è avvenuto con l’aggressione a camerieri e clienti della “Buca” il ristorante che è uno dei biglietti da visita della città. Poi è toccato all’assessore Fabio Barsanti a fare le spese delle escandescenze di uno degli avvinazzati che bivaccano dalle parti del Loggiato Pretorio.
Per aver cercato di difendere una povera donna che veniva maltrattata Il Barsanti è stato assalito e poi minacciato di una terribile punizione: “Io ti ammazzo” o qualcosa del genere.
Altre scene si sono ripetute nei giorni e nelle notti successive. Incurante dei provvedimenti annunciati dalla civica amministrazione a difesa della sicurezza di quell’area, la etilica compagnia ha continuato a dare in escandescenze, come se fosse la padrona del luogo.
Un crescendo di prepotenze puntualmente riferito dalle cronache cittadine che ormai gli riservano intere pagine. Nelle quali fanno penosa impressione le roboanti dichiarazioni dei governanti che, al pari delle “grida” manzoniane, hanno l’unico effetto di indignare la cittadinanza che ne sperimenta l’inefficacia. Siamo arrivati al punto che per tutelare l’attività che svolge sotto il Loggiato Pretorio, Fausto Borella, benemerito promotore dell’olio lucchese, ha deciso di ricorrere a sue spese alla protezione di un’agenzia privata.
Così stanno le cose. Siamo arrivati al punto che la situazione di piazza san Michele è diventato un caso politico che investe il complesso delle istituzioni alle quali sono affidati il controllo del territorio e la sicurezza dei cittadini. Insieme alla ridda di comunicati che intasano le cronache, l’opposizione farebbe bene a compiere un passo che dia il senso della gravità della situazione: chieda la convocazione urgente di un Consiglio Comunale dedicato a valutare la condizione di degrado del Centro Storico ed a formulare un piano d’azione, concordato con Prefettura, Carabinieri e Questura, che restituisca ai cittadini la rassicurante sensazione di essere tutelati e protetti.
En passant: ma da quando non si vede per le vie e le piazze di Lucca una pattuglia di Vigili Urbani?
È inutile girarci attorno: questa brutta storia deve finire. E deve finire presto. È semplicemente inammissibile che un quartetto di birromani tenga in scacco la città e trasformi il suo salotto buono in bivacco maleodorante tipico delle emissioni uroprostatiche.
Avendo alle mie spalle una storia di amministratore ed avendo ancora una qualche velleità di poter fornire pratici suggerimenti validi alla bisogna, mi permetto di avanzarne uno e di metterlo all’attenzione dei governanti civici. Provvedano a mettere in funzione uno di quei mezzi che servono a pulire strade e piazze e diano disposizione che per almeno tre a quattro volte al giorno vada al Loggiato Pretorio e inondi di acqua disinfettandoli i gradini dove abitualmente sosta la compagnia degli avvinazzati. Per carità nessuna violenza nei loro confronti, così si accontentano anche i paladini e le paladine del solidarismo diffuso, ma un intervento che ristabilisca la sicurezza igienica di quello spazio che con questo caldo è una possibile causa di infezioni.
E se poi questo rimedio non funzionasse o, per la pavida pigrizia mentale dei governanti, non venisse adottato, allora non rimane che giocare l’Asso Bastoni: convocare a Lucca il Generale Vannacci ed affidargli la missione di “spezzare le reni” alla Compagnia Etilica.
Coraggio. Maiora premunt
Facciamo in modo che non sia una voce nel deserto dell’indifferenza
Sono un estimatore dell’Incursore Paracadutista, Generale Vannacci, soldato che in più occasioni ha dimostrato il Suo valore e le Sue attitudini. Per questi motivi, avrei ritenuto più opportuno definire in altro modo, la missione auspicata per Lui. Quello “spezzare le reni”, ha visto un esito molto diverso!
Tanto dovevo.
Mi spiace notare come LoSchermo.it stia scivolando anch’esso verso un tipo di comunicazione più violenta e livorosa che, molto probabilmente, è più remunerativa di altre.
Si tirano in ballo i paladini/e del solidarismo diffuso (che c’entrano queste persone? che colpa hanno di questa situazione?) e si fa rimando ad Asso di Bastoni e a missioni di “spezzare le reni” (giusto per tornare alla critica sul linguaggio violento e a riferimenti di cronaca recente come i fatti di Torino).
Complimenti al giornalista (?) Umberto Sereni per l’articolo scritto, che di certo non favorisce né stimola alcun tipo di discussione sull’argomento, ma inFiamma i cuori dei lettori acritici e giustizieri. La strada per riuscire a competere con LaGazzettadiLucca e il suo “direttore” è ancora lunga ma di certo Umberto è partito con il piede giusto.
Complimenti per l’espressione “spezzare le reni”, ottimo consiglio, che denota un alto livello di giornalismo da parte dell’autore.