Nel cuore dei Balcani, il Montenegro ha attraversato un percorso unico di trasformazione sociale, politica ed economica a partire dall’inizio del XXI secolo. Da provincia federata della Serbia a Stato indipendente, fino alla candidatura ufficiale per l’ingresso nell’Unione Europea, il Paese ha vissuto un susseguirsi di eventi che hanno modellato profondamente la sua identità e il suo ruolo nello scenario internazionale. Tuttavia, la sua evoluzione non è stata priva di contraddizioni, con sfide che continuano a mettere alla prova le sue istituzioni, i diritti dei cittadini e il tessuto economico-sociale.
L’indipendenza e la costruzione dello Stato
Agli inizi del XXI secolo, il Montenegro era parte della Federazione di Serbia e Montenegro, una struttura politica fragile nata sulle macerie della dissoluzione della Jugoslavia. Sebbene fosse formalmente unito alla Serbia, il Montenegro godeva di una certa autonomia, con una crescente aspirazione verso l’indipendenza completa. Questa aspirazione culminò nel referendum del 2006, in cui il 55,5% dei cittadini votò a favore della separazione, segnando la nascita del Montenegro come Stato sovrano.
L’indipendenza rappresentò un punto di svolta cruciale, ma anche una sfida immensa. Il giovane Stato dovette costruire da zero molte delle sue istituzioni, definire le sue politiche economiche e sociali, e consolidare la propria identità nazionale in un contesto geopolitico complesso. L’adesione alla NATO nel 2017 e il percorso verso l’Unione Europea hanno rafforzato la sua posizione internazionale, ma hanno anche suscitato divisioni interne tra chi vedeva queste scelte come un tradimento dei tradizionali legami con la Russia e chi, invece, le interpretava come un passo verso la modernizzazione e l’integrazione occidentale.
Diritti civili e partecipazione democratica
Nel corso degli ultimi due decenni, il Montenegro ha fatto progressi significativi nel campo dei diritti civili, anche se permangono aree critiche. La Costituzione del 2007, adottata poco dopo l’indipendenza, stabilisce un quadro giuridico avanzato per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in linea con gli standard europei.
Tuttavia, l’attuazione di questi diritti è spesso stata ostacolata da un sistema giudiziario debole e dalla corruzione diffusa. La libertà di stampa, ad esempio, è garantita sulla carta, ma i giornalisti che indagano su temi sensibili, come la criminalità organizzata o la corruzione politica, affrontano intimidazioni e violenze. Nonostante ciò, una società civile attiva e una crescente pressione internazionale hanno contribuito a migliorare gradualmente la situazione.
Un altro aspetto cruciale riguarda i diritti delle donne e delle minoranze. Mentre il Montenegro ha introdotto leggi per promuovere la parità di genere, sebbene la violenza domestica e la discriminazione sul lavoro rimangono problemi rilevanti. Le minoranze etniche, tra cui albanesi, bosgnacchi e rom, beneficiano di diritti garantiti, ma spesso affrontano difficoltà nell’accesso all’istruzione, al lavoro e ai servizi pubblici. Il cammino verso un’effettiva inclusione sociale è ancora lungo e accidentato.
La religione come terreno di confronto
La religione ha giocato un ruolo centrale nella storia e nella politica del Montenegro. La Chiesa Ortodossa Serba, storicamente influente, ha mantenuto un forte legame con la comunità serba del Paese, rappresentando un elemento di continuità con il passato jugoslavo. Tuttavia, l’indipendenza ha riacceso le tensioni tra la Chiesa Ortodossa Serba e la Chiesa Ortodossa Montenegrina, un’istituzione minore che rivendica l’autonomia religiosa e il riconoscimento ufficiale.
Queste tensioni hanno raggiunto il culmine nel 2020, con l’approvazione di una controversa legge sulla libertà religiosa. La legge prevedeva che le proprietà ecclesiastiche senza documentazione comprovata della loro origine passassero sotto il controllo dello Stato. Questo ha suscitato proteste di massa guidate dalla Chiesa Ortodossa Serba e dai suoi sostenitori, evidenziando le divisioni interne al Paese. Nonostante l’intenso dibattito, la legge è stata un tentativo di regolare la questione patrimoniale delle chiese e rafforzare l’identità nazionale montenegrina, ma ha lasciato profonde cicatrici nel tessuto sociale.
La sicurezza e la lotta alla criminalità organizzata
Il Montenegro è stato spesso descritto come un crocevia per il crimine organizzato nei Balcani, con traffici di droga, armi e esseri umani che attraversano i suoi confini. Negli ultimi anni, il governo ha intensificato gli sforzi per combattere queste attività, collaborando con agenzie internazionali e adottando nuove leggi per rafforzare il sistema giudiziario.
Nonostante questi progressi, la percezione di insicurezza è ancora diffusa tra la popolazione. Episodi di violenza legati alla criminalità organizzata, tra cui omicidi e attentati, continuano a verificarsi, minando la fiducia nelle autorità. Inoltre, la corruzione è un problema endemico che ostacola gli sforzi per garantire la sicurezza e rafforzare lo Stato di diritto.
La NATO, di cui il Montenegro è membro dal 2017, ha contribuito a garantire una maggiore stabilità regionale, ma le sfide interne richiedono una strategia a lungo termine che vada oltre il semplice rafforzamento delle forze di sicurezza.
L’economia: progresso e disuguaglianze
Sul fronte economico, il Montenegro ha registrato una crescita significativa, trainata dal turismo, dagli investimenti stranieri e dalla modernizzazione delle infrastrutture. Le splendide coste del Paese e le sue montagne hanno attratto milioni di visitatori ogni anno, trasformando il turismo in uno dei principali pilastri dell’economia.
Tuttavia, questa dipendenza dal turismo espone il Montenegro a vulnerabilità economiche, come è emerso chiaramente durante la pandemia di COVID-19, quando le restrizioni ai viaggi internazionali hanno avuto un impatto devastante sul settore. Inoltre, la distribuzione della ricchezza rimane diseguale, con aree rurali che soffrono di povertà e disoccupazione cronica.
Le riforme economiche volte a migliorare il clima imprenditoriale e attrarre investimenti stranieri hanno prodotto alcuni risultati positivi, ma la corruzione e la burocrazia ostacolano ancora lo sviluppo del settore privato. L’adozione dell’euro come valuta ufficiale ha contribuito a stabilizzare l’economia e a rafforzare la fiducia degli investitori, ma ha anche limitato la capacità del governo di adottare politiche monetarie autonome.
Un altro aspetto critico è rappresentato dalla “fuga di cervelli”. Molti giovani, scoraggiati dalla mancanza di opportunità lavorative e dalla percezione di una scarsa meritocrazia, hanno lasciato il Paese in cerca di un futuro migliore all’estero. Questo fenomeno rappresenta una grave perdita per il Montenegro, che rischia di vedere compromesso il suo potenziale di sviluppo a lungo termine.
Conclusioni: una nazione in transizione
A quasi due decenni dalla sua indipendenza, il Montenegro si trova a un crocevia tra passato e futuro. I progressi compiuti nel consolidamento delle istituzioni democratiche, nella promozione dei diritti civili e nello sviluppo economico sono innegabili, ma le sfide restano enormi. La corruzione, le tensioni etniche e religiose e le disuguaglianze economiche rappresentano ostacoli significativi che richiedono un impegno costante e determinato.
Il percorso di ingresso nell’Unione Europea, per un altro verso, offre al paese un’opportunità di modernizzazione e di stabilizzazione di importanza strategica che il Montenegro ha inseguito con forte determinazione.
Eduardo
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