“I cani sono i migliori amici dell’uomo” è vero ma spesso purtroppo sono oggetto di fatti davvero spiacevoli. È quello che è successo a Ilaria Bartolomei, padrona di due cani, che vive nella frazione di Piegaio, nel comune di Pescaglia.
La giovane si è vista recapitare a casa una lettera con una polpetta con scritto: “Trovate una soluzione perché le prossime sono per i cani”. Un gesto forte e crudele e senza una valida motivazione a quanto pare. Bartolomei infatti, che ha riportato l’accaduto su un post sul suo profilo facebook, ha raccontato che “I miei due cani quando abbaiano, lo fanno di sera, in quella fascia oraria in cui IL CANE HA IL DIRITTO DI ABBAIARE. Perché è la sua parola, perché difende casa sua e non è anomalo che loro alzino la voce di fronte a un passante o a un’automobile che rallenta.
Perché dal momento in cui ci sono altri poveri cani che sfortunatamente abbaiano fino al mattino chiusi nelle loro gabbie, sono solo quelli della mia famiglia a disturbare tanto?”
La minaccia, di una brutalità inaudita, arriva proprio da quei vicini di casa stanchi dei cani della Bartolomei e che, senza un minimo di decenza né di educazione, hanno ben pensato di adottare le maniere forti con un gesto che è a tutti gli effetti un esempio di violenza gratuita.
“Un gesto così vergognoso proviene da persone altrettanto vergognose, da gentaglia senza cuore che evidentemente trova pretesti per dare agio a molti altri profondi turbamenti celati in questa vita, per loro, poco entusiasmante” continua la padrona dei cani.
Uno sfogo duro e inevitabile quello di Ilaria Bartolomei che nelle sue parole piene di rabbia e rammarico trova sicuramente anche l’occasione, anche se con disillusione, per invitare tutti a una riflessione più profonda, che va oltre al fatto specifico di cui lei e i suoi animali sono vittima, ma che si riflette nell’umanità delle persone o meglio, nella mancanza di essa.
“So già che sarebbe chiedere troppo far riflettere la vostra inesistente coscienza su quanto è stato fatto perché, chi farebbe del male a un essere indifeso e innocente, approfittando della sua posizione di debolezza per persuaderlo con del cibo e acquisire la sua fiducia dl fine di ucciderlo, non ha una coscienza” conclude Bartolomei.
Non è l’amore per gli animali, che può essere discutibile, che può appartenere o meno alle persone, non è il diritto ad avere pace in casa propria senza rumori che disturbano, che anche questo può essere comprensibile: è la violenza e la maleducazione di un gesto che esprime quello che tutti critichiamo in una società in cui siamo bravi solo come spettatori. Le minacce, i toni intimidatori, la legge del più forte sono la base di tutte quelle piaghe sociali che abitano il nostro paese e da cui cerchiamo di allontanare più possibile le nuove generazione spesso distratte e che si lasciano trascinare in bravate adolescenziali. Qui non siamo di fronte ad adolescenti, che non sarebbe comunque una giustificazione, siamo di fronte a persone adulte, in un piccolo paese della Mediavalle che è rimasto completamente scosso dall’accaduto, persone a cui era già stato chiesto ripetute volte, come precisa la protagonista, di far sapere se i cani avessero dato noia, persone che hanno preferito usare l’arroganza al dialogo, la crudeltà al rispetto.
È giusto e doveroso denunciare fatti come questi che, purtroppo, anche se presto saranno dimenticati, portano con sé il brutto di chi non conosce la tolleranza e l’umanità ma ormai, e questa ne è la prova, l’educazione non va più di moda!