Come previsto, la speranza di una posizione dialogante sui migranti, nell’interesse del paese, non ha avuto neppure uno spiraglio.
Capolavoro di mistificazione è la posizione del segretario del PD che dice che il tema migranti si risolve con la redistribuzione obbligatoria.
Bel programma.
Primo, perché in nessun trattato è mai stato detto che qualche istituzione comunitaria possa legiferare in materia di confini, né tantomeno, obbligare uno stato ad accettare persone non cittadine di uno stato membro. L’Inghilterra è uscita dall’unione quasi prevalentemente perché non poteva impedire che i cittadini membri della UE superassero i suoi confini, figuriamoci se mai qualcuno ha pensato di estendere questi diritti a gente di fuori.
Secondo, lo Schlein pensiero è la riedizione rovesciata del NIMBY americano («Not In My BackYard» che significa: fatelo ma non nel mio giardino), che è la quint’essenza della demagogia: facciamo le cose che ci fanno sembrare belli ma lasciamo che altri paghino il conto. Solo che gli altri, generalmente, mettono un po’ i bastoni fra le ruote visto ché, fatto curioso, il nostro conto non vogliono pagarlo.
Terzo, anche se tale potere esistesse e nessuno si opponesse per distrazione o stupidità, la soluzione non potrebbe essere quella di porte aperte in modo illimitato e poi il problema lo dividiamo tra paesi con i migranti che sarebbero «sparati» come deportati in vari campi profughi in giro per l’Europa. Il rimedio sarebbe peggio del male.
L’unico dell’opposizione che ha capito il problema è Renzi che infatti ha cominciato a dire che la soluzione di Meloni (il piano Mattei per l’Africa) è l’unica cosa che ha senso fare nel lungo periodo. Le successive specifiche di una inconciliabilità con il centrodestra servono a sterilizzare l’accusa di intelligenza con il nemico ma hanno anche l’effetto di azzerare il dialogo e rendere solo formale la comunanza di vedute, valutando più conveniente il dividendo elettorale rispetto alla ricerca di soluzioni.
Il risultato è che l’opposizione scherza con il fuoco anche elettoralmente. Perché l’idea che possa esistere una soluzione che non preveda il controllo degli ingressi non verrà mai accettata dalla popolazione. E chi la sostiene, magari proponendo come alternativa il mandarli in altri stati europei, inevitabilmente si troverà spiazzato da un’opinione pubblica che sarà sempre più rigida sul tema mano a mano che i problemi di sicurezza aumenteranno.
Anche nel centrodestra la divisione comincia ad essere plateale. Ieri Salvini aveva come ospite Le Pen; il Presidente del Consiglio von der Leyen. Già questo è sufficiente a descrivere le distanze.
Ma come tutti si sono ormai resi conto, è cominciata la campagna elettorale per le europee. E i messaggi che vengono mandati sono quelli di propaganda, non di ricerca di soluzioni. E in questo clima sarà davvero difficile cercare di distinguere il lavoro serio dalla demagogia. Posto che a qualcuno interessi ancora fare questa distinzione.
Foto di Ahmed akacha