Da Barga alla serie A turca, questa è sicuramente una storia che merita di essere raccontata, magari davanti a un caminetto e con tutti i nipoti intorno. Questo è il percorso lastricato di successo di Francesco Farioli, lucchese classe 1989, che a 32 anni è il più giovane tecnico italiano nei maggiori campionati europei. Il suo viaggio non è stato lineare, o semplice come qualcuno potrebbe pensare, per arrivare a certi livelli serve sacrificio, forza di volontà e tanta voglia di emergere. L’inizio di carriera lo ha visto preparatore dei portieri a solo 20 anni, nel campionato di Eccellenza toscana, con la Fortis Juventus. Nel 2014 fai il primo grande balzo, diventando il più giovane addestratore di estremi difensori per una squadra professionistica italiana, la Lucchese. Nascendo a Barga si tratta di una soddisfazione mica da nulla, però il destino gli riserva ancora altre sorprese.
Nel frattempo dribblando le convenzioni, Farioli si laurea in Filosofia, con una tesi intitolata “Filosofia del Gioco. L’estetica del calcio e il ruolo del portiere”. Tutti i grandi allenatori – sostiene – sono autentici filosofi – registi che convergono la loro attenzione verso un fine comune, condensato nell’urgenza di creare il bene della squadra. Le sfide diventano il pane quotidiano e a testimonianza di ciò a 26 anni, Farioli vola verso il Qatar per insegnare il mestiere ai giovani calciatori locali, in vista del mondiale 2022. Un’esperienza pazzesca, seguita da un passaggio ancor più clamoroso. De Zerbi, il nuovo tecnico del Benevento, lo nota perché nel 2015 aveva letto un suo articolo di analisi sulla gara tra Foggia e Lucchese. Farioli viene quindi ingaggiato nello staff per preparare i portieri della Strega, compreso quell’Enrico Brignoli che segnerà di testa al Milan. I risultati sono eccellenti anche a queste latitudini, così buoni che De Zerbi lo porta appresso pure a Sassuolo, dove armato di tablet e cuffiette viviseziona le partite e conferisce nuove consapevolezze in Andrea Consigli, il portiere titolare. Sotto la sua guida, diventerà il numero uno che distribuisce la maggiore quantità di passaggi filtranti nei campionati europei.
La costruzione dal basso, con un portiere sicuro, tecnico e dominante, diventa il marchio di fabbrica di Farioli. Lo chiamano addirittura alla Masia, il centro di formazione talenti del Barcellona. È lo slancio decisivo verso la carriera da allenatore. Lo vogliono in Turchia, come vice nell’Alanyaspor: sarà un caso, ma la squadra resta in testa per 14 settimane di fila. Il grande salto è dietro l’angolo e ha le sembianze speranzose del Fatih Karagumruk, club neopromosso in Super Lig che bussa alla sua porta. Francesco Farioli diventa il più giovane allenatore di sempre in un campionato europeo professionistico. Un punto d’arrivo che assomiglia tremendamente a un’altra partenza verso obiettivi in crescendo, ma intanto metti un lucchese in Turchia.