Giovane, intraprendente e con il commercio nel sangue: Matteo Pomini – giovane imprenditore lucchese da poco entrato nella giunta di Confcommercio – ci dice la sua opinione sul rischio di un nuovo lockdown e su alcune questioni che recentemente hanno infiammato il dibattito cittadino.
Matteo Pomini, lei è uno dei più brillanti giovani imprenditori lucchesi. Si profila il rischio di un nuovo lockdown: cosa ne pensa?
La prospettiva di un nuovo lockdown mi rammarica e credo che, ancora una volta, facciano pagare a noi gli errori fatti dal governo. Ci hanno chiesto di investire sulla sicurezza all’interno dei nostri locali e lo abbiamo fatto a nostre spese, con innumerevoli fatiche. Abbiamo contingentato gli ingressi, diminuendo in alcuni casi i nostri fatturati. Abbiamo seguito, sempre alla lettera, quello che ci è stato anche solamente consigliato…e ora si prospetta l’idea di farci chiudere di nuovo? Provocatoriamente mi viene da chiedere: ma il governo, con i servizi pubblici o altre attività, ha eseguito tutti i protocolli imposti a noi comuni mortali? Hanno investito quanto avrebbero dovuto per evitare una nuova chiusura? Dover sempre pagare per gli errori degli altri è faticoso e straziante. Vedere in tv il nostro presidente del consiglio che ogni weekend ci viene a dire che dobbiamo fare dei sacrifici mi ha stancato, fino ad ora noi imprenditori ne abbiamo fatti anche troppi. In più posso dire che penso che non ci sia alcun rischio nel venire a fare shopping o a mangiare all’interno delle nostre attività commerciali. Anzi, mai come in questo periodo ne abbiamo bisogno, dobbiamo cercare di preservare i negozi tradizionali che generano posti di lavoro. I nostri dipendenti hanno bisogno di credere che i loro sogni e le speranze legate al loro contratto di lavoro possano realizzarsi. E solo la sensibilità dei nostri clienti ci può aiutare e, peraltro, ci tengo a dire che talvolta non è nemmeno così conveniente comprare online.
Capitolo Confcommercio: lei ha da poco fatto ingresso in giunta, a suo avviso c’è stata l’esclusione di qualche commerciante o imprenditore virtuoso che avrebbe potuto dare un apporto significativo alla nuova squadra?
È la mia prima esperienza in giunta ed entro in punta di piedi. Vorrei solo che facessimo squadra e che insieme potessimo riuscire a fare un bel lavoro per il commercio lucchese e non solo.
Nonostante qualche timido accenno, Pasquini è stato l’unico candidato alla presidenza di Confcommercio. Come interpreta questa cosa?
Credo che Rodolfo sia stato riconosciuto da tutti come la persona con più esperienza e capacità. Penso davvero che possa aiutarci in un momento così delicato. Ha sicuramente le carte giuste per far bene, ha dedicato tutta la vita a Confcommercio ed è giusto che gli sia stato riconosciuto il merito con questa elezione. Poi, come dicevo prima, dobbiamo fare squadra e dare il nostro contributo. Colgo l’occasione per fare anche un grosso in bocca al lupo a Sara Giovannini, che prenderà il posto di Pasquini come direttore.
Questione Bar Monica, cosa ne pensa di tutta la vicenda?
Non posso permettermi di entrare nel merito della questione. Giovanni è un collega e un amico e gli va riconosciuto il merito di essere sempre disponibile per tutti: anche nel periodo del primo lockdown ha sempre fatto il possibile per sostenere gli altri, è un generoso e di questo gli va riconosciuto il merito.
E i residenti?
I residenti sono una parte importante della città, esattamente come i commercianti. Il commercio nel centro storico genera migliaia di posti di lavoro e alcuni di questi lavoratori sono anche residenti o parenti dei residenti. Forse ci vorrebbe più tolleranza e maggiore collaborazione, perché alla fine non possiamo trasformare una città in un museo a cielo aperto. E, peraltro, credo che nemmeno la maggior parte dei residenti vorrebbe questo. Dovremmo sicuramente convivere e continuare nella direzione di far sì che Lucca possa essere la città di tutti, affinché anche i meno innamorati possano ricredersi e vivere di più il centro storico.