Marchesa Anna Fry Torrigiani.

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Ringrazio l’amico Andrea Gradi di Camigliano, per la copiosa quantità di informazioni da lui raccolte su Anna Fry Torrigiani, utilizzate in questo testo.

Mannie Marie Clellan Fry detta “Annie”, poi Anna, è una figura piuttosto conosciuta tra gli studiosi della Grande Guerra e nell’ambiente della C.R.I.; a Firenze in Via di Camerata nr. 10 esiste un Presidio Sanitario intitolato a “Anna Torrigiani”, della sanità pubblica, ma di proprietà della C.R.I. e presso il Parco della Rimembranza dei Caduti della Croce Rossa Italiana in via del Monte alle Croci a San Miniato, una delle targhette commemorative apposte su un cipresso riporta il suo nome “Inf. Volontaria FRY in TORRIGIANI ANNA”

Anna Torrigiani nasce negli Stati Uniti, a Philadelphia in Pennyslvania, il 30 settembre 1861, figlia di Orace B. Fry e di Emily Lovet Grigg.

Sposò il Marchese Carlo Torrigiani il 15 agosto 1884.

I Torrigiani erano una antica famiglia nobile fiorentina, molto importante, imparentata con la nobiltà papalina. A Firenze vi sono molti toponimi che li ricordano. Si imparentano poi con i Malaspina di Fosdinovo dando origine al casato Torrigiani-Malaspina.

I due coniugi ebbero un figlio maschio che nacque e morì subito dopo il parto proprio nella Villa di Camigliano.

Data la gravità della situazione sanitaria, fu subito battezzato dopo il parto dalla levatrice, con il nome di Giovanni Marco. Venne sepolto nella Cappella Santini della Villa dove ancora si trova la sua tomba.

Forse per questo tragico avvenimento il legame di Carlo e Anna con Camigliano fu sempre particolarmente stretto. I Marchesi non ebbero altri figli. Anna Fry Torrigiani già da diversi anni prima dell’entrata in guerra era dama di palazzo della Duchessa Elena d’Aosta alla quale era legata anche da un rapporto di amicizia.

Quando la Duchessa Elena diventò nel 1915 Ispettrice Generale delle Infermiere Volontarie della CRI formò un Direttivo ristretto, chiamando a farne parte le Dame di Palazzo: la Marchesa Anna Torrigiani Fry, la Duchessa Maria Caffarelli, la Contessa Gianna Galli della Loggia e come segretaria la professoressa Emilia Anselmi Malatesta.

La Torrigiani era ricordata come donna di forte tempra e notevoli capacità organizzative, e tra le infermiere era chiamata semplicemente “la Torrigiani”.

Nominata “Allieva Infermiera” nel 1914, fu promossa “Infermiera” nel 1917.

Verso la fine del servizio, volontariamente chiese di essere assegnata a curare i soldati colpiti di “febbre spagnola”, rimanendo anch’essa contagiata fino a morirne, presso l’Ospedale Territoriale nr 1 di Firenze. Al momento della morte aveva 56 anni.

Il suo funerale si svolse a Firenze il 2 gennaio 1918 e vi partecipò anche la Duchessa Elena d’Aosta, che lo stesso giorno visitò anche gli ospedali fiorentini, tra cui anche quello in cui era morta l’amica.

La Marchesa Anna scrisse nel periodo di guerra un Diario di Guerra piuttosto dettagliato e molto conosciuto tra gli studiosi della Grande Guerra. La sua storia e fine è simile a quella di tante altre Crocerossine che morivano di infezioni e febbri spagnole, come Margherita Kaiser Parodi di Livorno.

Oltre che della Medaglia di Bronzo al Valor Militare fu insignita anche di altre onoreficenze: il nastrino delle Fatiche di Guerra e la Medaglia d’Oro e d’Argento di Benemerenza della Croce Rossa alla memoria.

Questa la motivazione della M.BV.M.:

«Seguendo l’ispettrice generale delle infermiere volontarie della croce rossa sino ai più avanzati ospedaletti da campo e alle ambulanze prossime alle linee nemiche, affrontò numerose volte con calma e sprezzo del pericolo si immolava sotto i tiri dell’artiglieria nemica, preoccupata soltanto della sua nobile missione. Durante la ritirata dall’Isonzo al Piave cooperò con abnegazione e coraggio al soccorso dei militari degenti e allo sgombero degli ospedali. Curando militari affetti da malattie infettive, veniva colpita dallo stesso morbo ed immolava serenamente la vita, vittima della sua abnegazione e del suo spirito di carità.
Carso Goriziano, Friuli, Agosto-Dicembre 1917. 

Giusto per spiegare ai più… la eccezionale opera di assistenza delle crocerossine nella Grande Guerra e in genere in tutti i conflitti, fu allo stesso tempo silenziosa e encomiabile; si trattava di andare fino a ridosso della prima linea, a pulire i soldati feriti, assistere agli interventi chirurgici, seguirne il decorso post operatorio spesso in condizioni igienico sanitarie difficilissime, in luoghi disagiati, negli ospedaletti di primo soccorso, sui treni ospedale…, senza alcuna comodità.

Fino al 1916 le crocerossine non erano inquadrate nei ranghi del Regio Esercito e dovevano pagarsi il vitto e l’alloggio; solo successivamente si pose rimedio a questa stortura amministrativa, portandole al rango di Ufficiali inferiori, ma senza concedere loro alcun stipendio.

Dopo Caporetto, il 20 novembre, mentre i nostri reparti si assestano sul Piave, la Torrigiani scrive nel suo diario… “le notizie sono sempre migliori, Resistiamo da ogni parte come leoni. (…) Il terrore è che i nemici sfondino dalla parte del Monte Grappa (a Nord ndr…) il freddo è intenso e nel vagone si gela…”!

Il monumento ai Caduti di Camigliano rappresenta un po’ un “unicum” tra questo tipo di monumenti perchè è raro trovare monumenti di questo genere che riportino il nome di un caduto “donna”.

Recentemente la foto del monumento è apparsa su un volume di storia della Grande Guerra, che cita proprio questa particolarità.

Presso la Cappella Santini a Camigliano esistono due lapidi fatte eseguire dal marito Carlo per ricordarla: una non è visibile perchè si trova nella parte della chiesina oltre la recinzione del parco, l’altra è posta in facciata alla chiesina sopra la finestra a destra per chi guarda (la lapide sopra l’altra finestra è dedicata ai coloni della Fattoria Torrigiani caduti nella Grande Guerra: due residenti a Camigliano e due a S’Andrea in Caprile).

ALLA MEMORIA DELLA MARCHESA ANNA TORRIGIANI FRY NATA A PHILADELPHIA PENN. S.U.A IL 30 SETTEMBRE 1861 MOGLIE ADORATA DEL MARCHESE CARLO TORRIGIANI DAMA DI PALAZZO DI S.A.R. LA DUCHESSA D’AOSTA INFERMIERA VLONTARIA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA REDUCE DAL FRONTE DOPO IL DISASTRO DI CAPORETTO CHE TANTO L’ACCORÒ INVECE DI PRENDERSI IL NECESSARIO E TANTO MERITATO RIPOSO CHIESE ED OTTENNE DI POTER PRESTARE SERVIZIO ALL’OSPEDALE TERRITORIALE NR 1 IN FIRENZE E VOLONTARIAMENTE OFFERTASI ALL’ASSISTENZA DI SOLDATI FERITI IN UN REPARTO D’INFETTIVI CONTRAEVA MORTALE MORBO E COLL’EROICO SACRIFICIO DELLA PROPRIA VITA CHIUDEVA UNA NOBILE ESISTENZA CONSACRATATA INTERAMENTE AD OPERE DI PIETÀ E IN FEDE LA SERA DEL 30 DICEMBRE 1917.

QUESTA GRANDIOSA VILLA SUA PREDILETTA RESIDENZA ESTIVA SI ADOPRÒ CON AMORE A CONSERVARE NEL SUO ANTICO STILE E CORREDÒ DI OGNI COMODITÀ MODERNA.

MOGLIE ESEMPLARE E DI ECCELSE VIRTÙ ADORÒ IL MARITO, AMÒ LA FAMIGLIA, BENEFICÒ I POVERI DETTE LA VITA ALLA PATRIA.

PATRIA-FAMIGLIA-IDDIO LA TRIADE DELLA SUA CORONA.

Nel 1929 quando il Monumento ai Caduti fu eretto, la somma di denaro più alta per le spese fu versata dal Marchese Carlo Torrigiani, marito di Anna, forse proprio per onorare il ricordo della moglie e legarlo per sempre al paese di Camigliano a cui la coppia fu affezionata.

vlb

Vittorio Lino Biondi
Vittorio Lino Biondi
Sono un Colonnello dell'Esercito Italiano, in Riserva: ho prestato servizio nella Brigata Paracadutisti Folgore e presso il Comando Forze Speciali dell'Esercito. Ho partecipato a varie missioni: Libano, Irak, Somalia, Bosnia, Kosovo Albania Afganistan. Sono infine un cultore di Storia Militare.

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