Riqualificazione della Manifattura Sud: nonostante la messa a bando per la vendita di un lotto, decisa e fissata dal Comune per il prossimo 25 novembre, si torna a parlare degli altri protagonisti della vicenda, in particolare la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che, dopo il rifiuto del project financing, sembra uscita di scena.
Senza trarre conclusioni affrettate e limitandoci a riportare ciò che abbiamo visto e letto, la Fondazione ha ricevuto una lettera – e non è la prima – protocollata in data 20 ottobre scorso, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Un plico di 11 pagine dove si fa riferimento sia all’operazione “Lucca Solare” che a quella relativa alla Manifattura Tabacchi.
Interessante come la vicenda “Lucca Solare”, al centro di polemiche anni fa, per quanto sembrasse finita nel dimenticatoio e quindi risolta – a quanto si legge – ancora non è completata a causa della Fondazione che non ha inviato all’Autorità competente – e quindi al Ministero – le richieste e delucidazioni che aveva richiesto.
I componenti dell’Organo di Indirizzo infatti in data primo Ottobre 2019, sulla questione dell’azione di responsabilità, avevano deliberato di rimandare la decisione di incaricare un consulente in possesso di competenze aziendalistiche, e sul nome di tale esperto si erano riservati di decidere e comunicarlo nella seguente seduta, prevista per il 29 ottobre 2019.
Ad oggi, dopo più di due anni, gli uffici competenti del Ministero dichiarano nella lettera che non sono in possesso di quella ultima delibera, né di quelle successive e quindi non hanno avuto modo di verificare il processo decisionale dell’Organo di Indirizzo.
Sembrerebbe infatti – si legge ancora nella lettera del Ministero – che la Fondazione abbia effettuato ulteriori valutazioni sull’esistenza o meno dei presupposti di un’eventuale azione di responsabilità, perdurando in questo stato di incertezza. Il punto centrale, motivo anche della lettera, è proprio la posizione della Fondazione e il già richiamato principio di gestione del patrimonio conforme alla natura no-profit delle Fondazioni.
Ed è sull’incertezza che si basano i dubbi che riguardano anche l’azione della Fondazione sul progetto Rigenerazione Sud della Ex Manifattura Tabacchi. Riassumendo si legge che la Fondazione abbia agito con l’intenzione di avviare un investimento avente come oggetto il recupero urbano dello stabile, di proprietà del Comune, con un costo totale di circa 60 milioni di euro, individuando come gestore la milanese Coima Sgr, che avrebbe realizzato l’opera, tramite un fondo immobiliare riservato: il famoso “Coima Urban Regenration Fund II”.
Le problematiche evidenziate dal Ministero nascono infatti dalla sottoscrizione dell’Accordo Quadro di Investimento tra la Fondazione e Coima, ricorrendo poi allo strumento del project financing.
Come già sappiamo la Fondazione, come scritto nel bilancio dell’esercizio 2020, risulta aver sottoscritto già un totale di 25 milioni di euro e il 26 marzo 2020 è stato versato un milione di euro a seguito del primo richiamo a valere sull’impegno complessivo. Inoltre, sempre la FCRL ha provveduto a pagare Coima con un compenso annuo di 330mila euro.
Dal momento che il project finacing è fallito, per decisione dell’Amministrazione Comunale, si legge nella suddetta lettera, la perplessità maggiore è lo strumento utilizzato dalla Fondazione, ossia il fondo riservato, il cui unico sottoscrittore risulta proprio la Fondazione, ma soprattutto la costituzione del fondo preventivamente rispetto all’accettazione della manifestazione di interesse da parte del Comune.
Si parla infatti del fatto che l’ente benefico abbia deciso di esborsare denaro prima di una qualsiasi certezza e, adesso che il quadro è cambiato, dovrà continuare a versare altro denaro per sostenere ulteriori costi, come per la chiusura del fondo e le spese di consulenze sostenute.
Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanza quindi, questo tipo di azioni risulterebbero come un investimento che non è in linea con i principi di gestione del patrimonio previsti dall’articolo 5, comma 1 del D.Lgs 153/99, che si basa sulla natura delle fondazioni, quali enti senza scopo di lucro, non avendo nemmeno osservato i criteri prudenziali di rischio nell’amministrare il patrimonio, in modo da conservare il valore ed ottenere una redditività adeguata.
La redditività infatti – come ricordiamo – sarebbe stata del 3,5 % a fronte di un investimento iniziale di 60 milioni: questo, in sintesi, riporta la lettera del Ministero, sembra evidenziare il rischio di mettere in atto iniziative che sembrano esulare dall’ambito di azione delineato dalla normativa per le Fondazioni bancarie.
Attraverso la presenza di Coima poi, la stessa Fondazione infatti sarebbe stata comunque parte attiva di un’attività imprenditoriale con l’assunzione di un rischio d’impresa e, lasciando la gestione alla SGR, la società “partecipata” – seppur indirettamente dalla FCRL attraverso il Fondo – sarebbe stata comunque portata avanti dai milanesi attraverso i criteri tipici dell’imprenditore privato. Ciò significa che la modalità scelta dalla Fondazione, come riportato nelle parole delle autorità competenti, sarebbe andata contro i criteri e lo statuto a cui fanno riferimento le Fondazioni, soprattutto sorpassando il divieto di finanziamento diretto o indiretto ad enti con fini di lucro o in favore di imprese di qualsiasi natura.
Alla luce di tutto ciò, aspettiamo delucidazioni in merito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca in quanto, quella della Manifattura Tabacchi è diventata ormai una vicenda che riguarda tutta la città.
Una città che ha bisogno di risposte.