Gli anni ’30 del secolo scorso sono stati scanditi da una perpetua caccia ai record, una voglia di primeggiare che coinvolgeva ogni tipo di esperienza umana. La velocità era uno dei campi più ambiti per misurare le qualità, le ambizioni e la superiorità di una Nazione rispetto a un’altra, e lo strumento più efficace per realizzare i record erano le automobili, le quattro ruote che affascinavano e sorprendevano il mondo. Questo è il periodo in cui si affacciano sulla scena degli eroi, dei veri e propri pionieri, uomini coraggiosi e con il pelo sullo stomaco, pronti a salire a bordo di queste bizzarre vetture non curanti dei pericoli e dei rischi. Il più famoso fra tutti è sicuramente Tazio Nuvolari, il protagonista della nostra storia.
1935, Hans Stuck è il campione tedesco per eccellenza, un pilota leggendario e uno dei preferiti di Adolf Hitler in persona. A lui fu affidato il compito di raggiungere il record di velocità sul miglio lanciato, e per farlo fu scelto un “campo di battaglia” speciale, quello dell’autostrada italiana Firenze-Mare, nel tratto tra Lucca e Altopascio. Stuck al volante della sua grigia Auto Union (oggi Audi) riuscì a strappare il primato sul miglio lanciato con una velocità folle di 320,267 km/h. Tale azione memorabile, fece guadagnare alla sua freccia d’argento l’appellativo di “Type B Lucca”, in onore della località in cui prese forma. Visto il successo teutonico in terra italiana, fu convocato Tazio Nuvolari, considerato l’uomo più veloce del mondo, perché l’Italia non poteva stare a guardare e doveva rispondere allo smacco tedesco affidando al “Mantovano Volante” un’Alfa Romeo speciale da lanciare sulla strada da Lucca ad Altopascio.
Il 15 giugno del 1935 fu il giorno designato, nel quale Tazio Nuvolari doveva compiere l’impresa storica. Gli almanacchi raccontano di come quella giornata non fosse proprio l’ideale per svolgere una folle peripezia come quella, perché il vento imperava sul tratto autostradale e controllare quelle vetture non era cosa semplice, neppure per un manico come quello di Tazio. Nonostante le avversità climatiche, Nuvolari si mise al volante della sua Alfa Romeo 16C Bimotore alla caccia dei record, rendendosi però conto che stavolta la sua vita era realmente a rischio. Mentre la macchina correva a quasi 320 km/h, fu investita lateralmente da una forte raffica di vento che fece fare una sbandata di oltre 200 metri all’alfiere italiano. Nonostante lo sfiorato disastro, Nuvolari proseguì stabilendo due primati assoluti: 11,5 secondi per compiere il chilometro lanciato alla media di 321,420 km/h, e 17,98 secondi per raggiungere il miglio lanciato con una media di 323,125 km/h (con una punta, nell’ultimo tratto percorso, di oltre 360 km/h). Il pilota mantovano commentò così l’impresa della Lucca-Altopascio: “Non avevo mai affrontato un pericolo così tremendo, nemmeno il giorno in cui presi fuoco a Pau”.
L’uomo più veloce del mondo si confermò tale, distruggendo i successi che i tedeschi avevano con fatica conquistato, perché come cantava Lucio Dalla nella canzone a lui dedicata “…con l’Alfa rossa fa quello che vuole…”. Un’impresa passata alla storia e destinata ad aumentare la leggenda di un uomo speciale, legato per sempre al nome di Lucca.