Stavolta facciamo un tuffo in un passato più o meno recente, quando tra le affollate vie e strade del centro storico di Lucca si aggiravano una miriade di personaggi, divenuti – anche in modo involontario – così popolari da essere incoronati come icone della città. Stiamo parlando di individui che hanno lasciato il segno nella memoria di chi li ha incontrati, per via della loro simpatia o dei loro modi di essere, quasi sempre fuori dal comune. Discendente di questa “dinastia” vi è l’attuale Mario Son Sodo, personaggio lucchese conosciuto ai più per la sua genuina spontaneità, allegria e voglia di cantare. Adesso vediamo quelli che qualche anno fa, divennero delle celebrità all’interno dell’Arborato cerchio.
Cinque personaggi in cerca d’autore
Quartuccio, vetturino di professione, lo si trovava sempre in sella alla sua instancabile carrozza, con la quale batteva le antiche strade di Lucca ogni giorno. Divenne famoso, oltre che per essere uno degli ultimi a portare avanti questo antico mestiere nel territorio, perché il suo cavallo era solito fermarsi a reclamare un po’ d’acqua e cibo presso tutti gli alimentari della città. Altri invece dicono che l’animale avesse l’abitudine di fare tappa in tutte le mescite di vino, dove il buon vetturino sostava a bersi un quartino di vino. Da qui il soprannome Quartuccio.
Nanni era un uomo dalla bassa statura, sguardo torvo e voce possente. Si trovava più che altro nella zona di Piazza San Michele ed era il cosiddetto “Strillone”, colui che annunciava l’arrivo dei giornali. Con il suo bastone batteva nelle porte e nelle saracinesche dei negozi al grido di: “La Nazione! Telegrafo!”. Ovviamente, lo faceva all’inizio della giornata, quindi alle prime luci dell’alba, disturbando l’ultimo riposo di chi ancora si trovava a letto. La leggenda vuole che, sotto ai giornali nascondesse un lungo coltello, come monito per chi avesse delle cattive intenzioni.
Ruffo era il posteggiatore di Piazza San Giovanni, un uomo che non andava assolutamente provocato, data la sua irascibilità che divenne quasi proverbiale. Non molto alto e con il berretto sempre in testa, Ruffo era facilmente riconoscibile, anche se più che altro la sua fama popolare era relativa alla sua capacità di perdere le staffe con estrema facilità.
La Frusa è un personaggio più recente della storia lucchese, una donna che si poteva facilmente incontrare sulle panchine di Via Roma e Via Cenami. Volto noto, la Frusa cercava sempre il “Toscano”, il compagno di vita. Spesso dava in escandescenze, specialmente nei confronti del gentil sesso, ma chi l’ha conosciuta profondamente racconta di una persona dalla grande dolcezza.
E infine vi era Soldino, o per meglio dire: “Che ce l’hai un soldino?”. Personaggio itinerante, sempre con il bastone in mano, divenne famoso in tutta la comunità lucchese per la sua consueta richiesta di monetine. In cambio di un soldino, poteva ballare o cantare, imitare le campane o regalarti un santino. Aveva anche una grande passione per le cinture o cintole – che dir si voglia -, ma soprattutto per la Coca-Cola di cui andava ghiotto. Tutti personaggi di una Lucca che fu, ma che restano iscritti nella memoria popolare.