Lodovica Giorgi:” Il blocco del potere PD teme di perdere i suoi privilegi. Pardini è la persona giusta per Lucca”

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“Piaccia o non piaccia a Mario Pardini la città sta riconoscendo un profilo di persona concreta, votata all’ascolto, al dialogo e alla costruzione – scrive Lodovica Giorgi, candidata più votata di Lista Civile, che interviene in difesa del candidato sindaco del centrodestra – . Di lui evidentemente ci si fida. Sorge allora il legittimo dubbio che quella che vediamo in queste ore sia la lotta di un blocco di potere che teme di perdere i suoi privilegi”. Pardini è stato infatti accusato dal candidato del Pd Raspini di aver messo  spinto da “un desiderio di conquistare poltrone e piantare bandierine”. Riguardo le dichiarazioni di quest’ultimo, l’avvocato Giorgi parla di “armamentario retorico” e di assenza di argomenti: “Nelle ultime ore – continua – è di tendenza ‘l’assalto alla poltrona’ ovvero l’accusa agli avversari di essere disposti a tutto pur di prendere il potere (che per altro a ben vedere è espressione che sa più di bolscevismo…). Questo ennesimo argomento suona all’orecchio un po’ sdrucciolevole se non involontariamente comico. Perché il vissuto di questa città e di questo territorio racconta piuttosto di una sistematica spartizione di posti e di ruoli pervicacemente portata avanti dalle forze che guidano (si fa per dire) da dieci anni la città. E perché è indubbio che, se c’è un partito per definizione filo-governativo, questo è il PD (più che mai quello in salsa, piuttosto indigesta, lucchese), per altro molto spesso al governo a livello nazionale senza passare dalla legittimazione di quel rito antico che si chiama voto”. Secondo Lodovica Giorgi, quindi, “sorge il legittimo dubbio che quella che vediamo in queste ore sia la lotta di un blocco di potere che teme di perdere i suoi privilegi. Di chi dopo due anni di one man show vede preoccupantemente le sue azioni scendere nell’indice di gradimento. Di chi, insomma – continua -, entrato in conclave Papa rischia di uscirne cardinale. E con lui tutti quelli che, sicuri di spartirsi l’atteso bottino, ora si agitano. Compresi ascari e truppe di complemento. E agitarsi di vertici romani”. “A essere cinici – conclude la Giorgi – potremmo dire che c’è la possibilità di assistere a un’edizione riveduta e aggiornata della vicenda Schettino: un’esperienza amministrativa che va a schiantarsi sugli scogli della sua inettitudine, della sua autoreferenzialità, del suo istinto di autoconservazione. Domenica 26 giugno la parola passerà di nuovo al corpo elettorale e che ci dirà quale strada intenda prendere Lucca per i prossimi anni. Meno male”.

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