Il dottor Filippo Gemignani è Presidente del Fotoclub Lucchese e non so se stanotte sia rimasto sveglio come molti italiani per apprezzare la sintesi del cinema americano contemporaneo nella cerimonia degli Oscar.
Cerimonia in cui proprio non ha “brillato” il pugno sferrato dall’attore Will Smith al comico Chris Rock che, ben calato nel suo ruolo da stand up comedy, si è “fregiato” di una battuta infelice che riguardava la capigliatura della moglie di Will, donna e artista che recentemente ha dichiarato di soffrire di alopecia (patologia che porta alla caduta dei capelli). Va da sé che nessuna forma di disagio e malattia dovrebbe diventare oggetto di scherno, tuttavia la reazione del marito Will Smith è parsa ancora una volta come l’esplicitazione che un bel “cazzottone macho” sistema tutto.
Esattamente l’opposto di un’educazione alla cultura della non-violenza, che deve delegittimare sempre e comunque ogni forma di aggressività.
Soprattutto e a maggior ragione in questi giorni.
Ma cosa c’entra il dottor Gemignani con questa riflessione? C’entra. Perché con grande attenzione, lui e tutto il gruppo di fotoamatori lucchesi, contro ogni forma di violenza e contro la violenza sulle donne, si sono dedicati ad una pregevolissima produzione fotografica che racconta i tanti modi in cui un uomo puoi vedere, guardare, proteggere, amare, interfacciarsi con la donna: “Omaggio alla donna”, con la collaborazione e la cura di Grazia Casanova, visitabile a GreenheArt (Vivai Paola Favilla, Via Di Picciorana 262) fino al 10 aprile.
Omaggio alla donna, contro ogni forma di violenza…
Dall’8° rapporto EURES sul femminicidio in Italia, diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in Italia, sono più di cento le vittime di sesso femminile nell’anno 2021, con un aumento di quasi il 6% rispetto alle vittime di sesso femminile censite nell’anno precedente.
E la percentuale degli italiani, rispetto ad altre nazioni, resta largamente maggioritaria!
Se consideriamo che la donna non ha ancora conseguito la parità di genere in quanto a retribuzione lavorativa o nella responsabilità della gestione amministrativa nelle aziende pubbliche e private, ne risulta un chiaro quadro di sottomissione di genere che squalifica la nostra nazione per quanto attiene il costume e la vita quotidiana.
Eppure, da sempre, la donna viene notevolmente incensata e celebrata in campo artistico figurativo, in ambito musicale, nel vasto mondo teatrale e cinematografico, restituendo il notevole apporto di importanza e di rispetto che la condizione femminile richiede a pieno diritto…
Quasi un paradosso, se lo vogliamo considerare a mente serena; esaltiamo il genere femminile con le arti e poi lo massacriamo di botte per ferirlo ed umiliarlo! (atteggiamento che non è proprio neppure degli animali selvaggi, i quali, ancora una volta, manifestano la propria superiorità comportamentale e di genere rispetto all’elemento umano…), e tutto questo, su base psicologica, evidenzia un puerile bisogno maschile di sentirsi assolutamente superiore proprio quando si manifesta, in tanti campi di attività intellettuale, la evidenza di indiscussa supremazia del genere femminile!
E i fotoamatori, cosa ne pensate al riguardo?
Il grande fotografo e critico contemporaneo Zoltan Baalbeck afferma che chi si dedica alla fotografia è sicuramente un guardone, a volte un feticista, spesso un narcisista, e… raramente, un artista!
E continua (in una recente intervista alla TV ungherese), dicendo che quando qualcuno dedica molto tempo a pensare, architettare, realizzare una immagine, per poi, in digitale, elaborarla in post-produzione, o, in analogico, trovare l’essenza purista e fondamentale del linguaggio fotografico (soprattutto per il Bianco/Nero), lo fa essenzialmente per due motivi: il primo è risolvere il problema di una vera e propria sfida con noi stessi…il secondo è una sfida aperta con gli altri per vedere se si è riusciti a comunicare, a commuovere, a stimolare gli osservatori, proprio per poter dire che “il messaggio” contenuto nel significato proprio della immagine presentata è arrivato, e magari ha causato un certo subbuglio…
E chi meglio della donna può incarnare il simbolo assoluto, l’emblema più specifico, lo stimolo per antonomasia?
Ed ecco che, ancora una volta il genere umano (maschile) presenta la sua fragilità caratteriale, la propria indecisione sociale, tentando di esaltare e glorificare quello che, da sempre, è l’oggetto del desiderio, il bersaglio di emotività assolute, l’elemento complementare alla propria essenza vitale, per poi dimenticarsene quando la natura bizzarra e violenta prende il sopravvento e si scatena la follia più assurda!
Torniamo a noi, ad “Omaggio alla donna”: cosa ci troviamo?
Le fotografie classiche si allineano nella forma del ritratto femminile, dove la purezza delle forme si rivela in tutta la sua bellezza formale, e dove la saggezza del fotoamatore riesce a dosare luci e ombre con grazia e maestria.
La figura femminile viene esaltata come un fiore che nasce, e diventa simbolo certo di comunicazione quando, idealmente, fa da tramite tra l’Autore e l’osservatore, per condurre
chi guarda nei meandri mentali del linguaggio per immagini, fatto di simbologia e di associazioni di idee, di contrasti più o meno evidenti e di facili soluzioni, per arrivare al fine ultimo che è quello di far vivere, pur attraverso una immagine “congelata”, colei che, sola, ha la facoltà di toccare e far risuonare le più intime corde del nostro sentire…
Anche nelle immagini fotografiche “creative”, dove la presenza femminile costituisce un chiaro veicolo di comunicazione emotiva, si esplora tutta una vasta gamma di vera sperimentazione…
Sì, decisamente. Si mettono a nudo gli aspetti più nascosti della personalità umana, dal sogno all’incubo, dal surreale al metafisico, sempre passando attraverso una fantasia sfrenata, fino ad arrivare al mondo occulto ed esoterico di quello che Baalbeck chiama: “…lo spazio aperto dell’anima più nascosta…”.Come a dire che ce n’è per tutti i gusti e che è concesso di passare dalla rappresentazione formale classica, consolidata e rassicurante, ai fantasmi che (per usare una espressione forte dello stesso Baalbeck, che condivido pienamente), “ci succhiano l’anima per potersi riprodurre!”
Una galleria quasi inaspettata, un piccolo grande “viaggio”…
Tante le immagini che celebrano la donna, dal ritratto in studio, alla sensualità epidermica, dall’impegno nel mondo del lavoro al supremo ruolo di madre, dal simbolismo più occulto alla prosaica esaltazione estetica…tante le volontà dei fotoamatori…molteplici le tecniche ed i campi di azione…ed io, come presidente del Fotoclub Lucchese BFI, mi sento come un direttore di orchestra che tenta (invano) di far suonare insieme musicisti impazziti ed aberranti, dotati di strumenti anomali e che perseguono percorsi individuali che mai permetteranno di incontrarci tutti in un unico luogo…ed è da questo luogo invisibile ed impalpabile, che definirei “l’altrove assoluto” che auguro a tutti buona visione… aggiungendo che, comunque, per fortuna, esistono anche gli esorcisti!…