I cavalieri dell’era moderna, coloro che sfidano la paura e domano la velocità, questi sono i piloti automobilistici. Lucca ha dato i natali anche al giovane Riccardo Pera, classe 1999, talento indiscusso del mondo dell’automobilismo, che seppur alla spalle abbia soltanto una breve carriera, possiede già un palmarés ricco e importante. Attualmente è impegnato in varie sfide sui circuiti più importanti del mondo, e prenderà parte anche alla prossima 24 Ore di Le Mans, la corsa automobilistica più importante dell’intero panorama del motorsport a bordo della Porsche 911 RSR del team Dempsey-Proton Racing. Abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con lui sul mondo delle corse e su quali siano i suoi progetti e ambizioni, per capire meglio cosa si nasconde dietro al casco e alla tuta di un pilota in rampa di lancio.
Riccardo, come nasce la tua passione nei confronti dell’automobilismo?
La passione me l’hanno tramandata sia mio papà che mio nonno, i quali sono sempre stati fanatici di automobili. A quattro anni salivo a bordo del mio primo go-kart, poi piano piano mi sono avvicinato a tutte le categorie specifiche di questo mondo. Ho partecipato alle corse di go-kart 50, 60, 125 a marce e poi successivamente ho fatto il passaggio ulteriore, quello alle automobili.
Sei un ragazzo che ha bruciato le tappe, la tua carriera è iniziata in modo molto precoce?
Sì, infatti nel 2016 a soltanto 16 anni mi sono laureato Campione Italiano Gran Turismo nel Porsche Cayman Trophy con la Porsche Cayman GT4. La mia carriera da professionista ha cominciato a prendere forma da quel momento, e pensare che non avevo ancora la patente, tanto che mi facevo accompagnare dai miei genitori sui vari circuiti (ride ndr). Nel 2017, invece sono passato alla Porsche Carrera Cup Italia, che si corre al volante delle Porsche 911 GT3. In quell’annata sono stato in testa alla classifica dalla prima all’ultima gara, ma a causa anche di un po’ di sfortuna mi sono dovuto accontentare del titolo di vice campione, che comunque è stata una bella soddisfazione. Nel 2018 ho fatto il mio debutto nell’ELMS (European Le Mans Series) correndo stavolta con la Porsche 911 RSR, che è la massima espressione delle vetture da competizione sviluppata dalla Casa tedesca. Con il mio Team l’obiettivo era quello di fare esperienza, ma ci siamo tolti delle soddisfazioni molto grandi. Infatti, sono riuscito a vincere alla 4 ore di Spa Francorchamps, in Belgio, e ho conquistato una Pole Position sul circuito di Monza.
Visti questi promettenti risultati, nel 2019 sono stato contattato per fare alcune gare del campionato del mondo FIA WEC (World Endurance Championship), tra cui quella in Cina a Shanghai. Alla fine ho cominciato a prendere parte in pianta stabile anche nel mondiale. In questa annata ci siamo laureati vice campioni nella categoria ELMS con il Team Dempsey-Proton, mentre nel WEC la stagione non è ancora terminata a causa dell’epidemia di Coronavirus. Abbiamo completato cinque gare e mancano ancora tre appuntamenti al termine, che si terranno il 15 agosto a SPA, il 20 settembre a Le Mans e il 21 novembre in Bahrein.
Qual è stato finora il momento più bello della tua carriera?
Ho avuto un maggio 2019 davvero da sogno. Sono riuscito a vincere a Spa Francorchamps nel campionato del mondo, la settimana dopo ho fatto la pole position e seguente vittoria sul circuito di Monza nel campionato europeo e per concludere ho poi colto un’altra vittoria nel campionato italiano con la Porsche Cayman. Sono state davvero delle settimane da incorniciare.
Sei uno specialista di gare endurance nel mondo reale, ma recentemente ti abbiamo visto protagonista anche nella 24 ore di Le Mans simulata. Che tipo di esperienza è stata per te?
Oltre a tutte le attività già elencate, mi dedico molto al coach driving, ovvero insegno a guidare in pista, per questo ho poco tempo da dedicare al simulatore. Quindi per quanto riguarda la 24h di Le Mans virtuale non è stato facile trovare l’adattamento ottimale, perché il feeling e le sensazioni di guida sono molto diverse rispetto alla realtà. Per questa sfida mi sono preparato 20/25 ore di fronte al simulatore, spalmate in un lasso di tempo di circa un mese e mezzo. Oltre ai piloti professionisti come me, hanno preso parte a questa gara anche i Sim Driver, coloro che sono specializzati in eventi motoristici in modo solo virtuale e che passano davanti al simulatore davvero molte ore al giorno (almeno 15). Alla fine comunque è stato un gran bel successo, abbiamo conquistato un quinto posto assoluto e non abbiamo commesso alcun errore. Devo ringraziare Lucca Racing Simulation per la riuscita di questa impresa, perché è grazie alla loro postazione che ho potuto gareggiare, senza sarebbe stato impossibile.
Ti sei mai ispirato a un pilota in particolare, hai avuto qualche mito che è stato determinante fin qui per la tua carriera?
Il mio pilota preferito fin da piccolo è sempre stato Fernando Alonso e lo è tutt’ora anche se siamo specializzati in discipline motoristiche differenti. Io corro in competizioni con auto a ruote coperte, mentre lui è uno di quelli che gareggia con le vetture formula, che hanno le ruote scoperte. Poi diciamo che con il tempo sono riuscito ad apprezzare, a conoscere tanti piloti delle mie categorie che stimo e dai quali ho preso qualche spunto utile.
In parte ce li hai già svelati, ma quali sono i tuoi prossimi programmi?
Ho le tre gare conclusive del FIA WEC, tra cui la 24h di Le Mans e poi parteciperò al Campionato Italiano Endurance. È possibile comunque che possa fare anche qualche gara nel Campionato Europeo col GT4, ma per il momento rimane soltanto un’idea ed è ancora tutto in divenire.
Un grande in bocca al lupo al giovane pilota di Marlia, che ha dimostrato ad appena 20 anni di avere la stoffa dei più grandi e il talento per conquistare traguardi sempre più importanti nel proseguo della sua carriera.