Uno squarcio in un cielo composto di ossido d’alluminio e silice, ovvero lo schermo del cellulare. Un improvviso boato, come quelli che annunciano la rottura della barriera del suono, nell’intuizione che Magma Magazine, la neonata rivista di arte della fotografia e del graphic design, potesse essere una sorgente di autentica ed indipendente libertà creativo-espressiva.
Ed è così (se vi pare). Siamo al numero zero, e proprio come il “magma”, una volta che fuoriesce e si introduce allo stato fuso nelle “fratture” della litosfera, si solidifica generando le rocce intrusive o si espande sulla superficie terrestre, consolidandosi in rocce effusive. Così fa Magma Magazine nella sua eruzione che si presenta già con decisione solida e una personalità che è multipla e doppia alla sua origine.
Intervistiamo in esclusiva i suoi autori, Vincent Moro e Aurora Giampaoli, chiedendo loro di presentarsi al pubblico.
Vincent: mi occupo di Comunicazione Visiva da più di vent’anni. Vengo dal Graphic Design, principalmente progetto Loghi e Corporate Identity, fornisco consulenza alle Aziende che hanno bisogno di valide strategie di comunicazione per il proprio brand, e confeziono immagini in grado di coinvolgere efficacemente il loro pubblico. Negli ultimi anni mi sono dedicato anche alla Fotografia, inizialmente come “terapia” e valvola di sfogo, oggi primario strumento creativo anche per progetti commerciali (principalmente ritrattistica Corporate e non, e monografie fotografiche aziendali). Sono lucchese, anche se ho lavorato per diversi anni fuori, ma alla fine sono sempre ritornato a Lucca, dove attualmente vivo. Parallelamente all’attività professionale, ho sempre portato avanti tutta una serie di progetti creativi “artistici”, se così vogliamo definirli, tra cui collateralmente ha preso forma anche Magma Magazine.
Aurora: sono nata e cresciuta a Lucca. Inizio come fotografa e più recentemente mi sono dedicata anche al Graphic Design, in particolare curando la comunicazione aziendale, ideando loghi, Corporate Identity, cataloghi, Brochure e Packaging.
Per quanto riguarda la Fotografia, per diversi anni ho sviluppato una personale cifra stilistica dove ogni scatto è il frutto di una progettazione e costruzione artigianale della scena, con lo scopo di restituire una fantasiosa visione del soggetto umano.
L’attività di Graphic Designer sta influendo molto sul mio modo di fotografare, sento infatti la necessità di semplificare il mio linguaggio formale in funzione del messaggio che voglio comunicare. Con il numero zero di Magma mi sono concessa di sperimentare un po’, scattando anche in modi e in contesti per me insoliti.
Cos’è Magma Magazine?
Vincent: Magma è una neonata rivista indipendente di Comunicazione Visiva, prodotta e curata dal sottoscritto insieme ad Aurora Giampaoli. I contenuti appartengono a linguaggi eterogenei che spaziano dalla Fotografia al Graphic Design, che si fondono, contaminandosi a vicenda, in suggestioni e provocazioni visive di varia natura.
Aurora: Magma è anche un laboratorio a livello concettuale e stilistico in cui far confluire, un domani, non solo i nostri lavori, ma anche quelli di Contributor esterni, e proprio in quest’ottica siamo già a lavoro sul numero uno.
Quando è stata concepita e perché?
Vincent: Accarezzavo da molto tempo l’idea di fare una rivista del genere, ma l’idea si è concretizzata solo la scorsa estate, quando, con Aurora, ci siamo confrontati sullo Stato dell’Arte della creatività, intesa come Comunicazione Visiva, in questo particolare periodo storico. È emersa forte la necessità di comunicare creativamente certi temi, altrimenti inespressi, ed esternare così il nostro sentire. C’è dentro tanto amore, ma anche tanta sofferenza e disagio; il tutto condito con spruzzatine di caustica ironia.
Aurora: a differenza di Vincent, mai avrei pensato di dar vita un giorno a un Magazine del genere che rappresenta per me un forte strumento di libertà espressiva e creativa, nonché una sfida sia personale che professionale.
Ho notato che è “senzatesto”, è una cifra stilistica oppure una caratteristica solo di questo numero zero?
Vincent: Magma non è una rivista convenzionale, non è nata per piacere (e di sicuro non piacerà a tutti*), nasce più per una necessità espressiva e quindi ci siamo presi il lusso di comporre questo speciale Numero Zero esattamente come ci sentivamo, ed abbiamo deciso di comunicare principalmente attraverso il nostro linguaggio non verbale d’elezione: le immagini, appunto. Detto questo, non escludiamo che i prossimi numeri possano ospitare dei contributi testuali o dei veri e propri articoli.
Che cosa racconta?
Vincent: Magma raccoglie diversi lavori, nati in momenti diversi e per ragioni diverse. Tuttavia, penso che si percepisca una sorta di filo invisibile che in qualche modo li collega, unendoli in una narrazione che si sviluppa su diversi livelli di lettura, la cui interpretazione abbiamo però volutamente lasciato aperta.
Per questo motivo abbiamo quindi evitato di inserire introduzioni testuali ai vari lavori o didascalie alle singole immagini. Coscientemente decidendo di rendere la fruizione del Magazine forse più impegnativa, ma di lasciare al lettore piena libertà di farne propri i significati. Così, come poi in fondo è giusto che sia, ciascuno inevitabilmente darà una propria personale interpretazione ed un senso tutto suo a ciò che questo Numero Zero di Magma gli comunica.
Concettualmente, questa decisione è anche una presa di posizione, rispetto ad una certa pigrizia intellettuale che, indotta forse dal mainstream, ci porta ad aver bisogno di vedere le cose accompagnate da una definizione, da una didascalia, da un commento; ci impone di viaggiare sempre con un libretto di istruzioni che ci spieghi di cosa si tratta: se è bello o brutto, se è giusto o sbagliato, se è arte o è merda. Lo scopo principale di Magma è quello di stimolare il pensiero, non di indirizzarlo ad abbracciare un (pre)determinato significato; di offrire visioni che sono esplorabili liberamente. …Ecco, se si trattasse di un Video Game, sarebbe senz’altro un’avventura “Open World”, in prima persona. Se poimi chiedi cosa racconta a me personalmente, ti dico che a me parla di paura, di lotta, di fede, di lutto, di privazione, di incolmabili distanze, di grande incertezza e di tanta, tanta voglia di libertà e riscatto.
Ho notato delle specie di advertising che in realtà sono anch’esse scene espressive, soprattutto quelle che prendono ispirazioni dal mondo farmaceutico… ironia o strategia marketing per richiamare reali sponsor?
Vincent: No, non si tratta di strategia di marketing. Non penso ci saranno mai vere pubblicità su Magma. Le finte pagine di Advertising fanno parte di 2 filoni distinti: alcune finte pubblicità si rifanno al mio “storico”, progetto “Dipartimento del Controllo”, che si colloca in uno scenario distopico tra “1984” di Orwell, “Fahrenheit 451” di Bradbury e “Brave New World” di Huxley .
È ad esempio il caso della doppia pagina con la foto in bianco e nero che ritrae una ragazza, armata di macchina fotografica, intenta a raccogliere “prove” di chissà quale attività illecita per conto di una fantomatica società dal nome inquietante “Eyes of Control” (vedi foto allegata). Non mi addentro adesso ulteriormente sul tema del Dipartimento del Controllo, perché sarebbe troppo lungo e ci porterebbe off topic, ma, se vuoi, te ne parlerò poi molto volentieri.
Le finte pubblicità dei farmaci, sono parte di una serie “in progess”, di cui puoi vedere un’anteprima sul sito di MAGMA. Da un lato, si tratta di una lettura in chiave ironica del Marketing Farmaceutico: del modo di rappresentare il farmaco come “prodotto”, attraverso nomi, loghi, packaging, rassicuranti, e slogan che promettono miracolosi risultati istantanei anche se orribili. Come nel caso di “NEVERGASM”, il cui Claim recita: “Mai più orgasmi.”; ovviamente un risultato assurdo, ma che, presentato così, in maniera allettante e rassicurante, ci coglie in contropiede e ci induce quasi a pensare che sia una cosa buona, da prendere in considerazione e tenere nell’armadietto, assieme ai cerotti, per ogni evenienza!
Dall’altro lato, questi farmaci “belli ma brutti”, rappresentano una critica satirica alla bulimia di rimedi farmaceutici di cui le persone sembrano soffrire oggigiorno, e che si è ulteriormente aggravata con la Pandemia. Oggi si cerca un rimedio rapido per tutto: t’è venuta un po’ di febbre, ma hai la cena di lavoro a cui non puoi proprio mancare? Pigliati questo. Naso chiuso, proprio stasera che vai al cinema con la tipa nuova? Pigliati quello. Mal di schiena, proprio per il pranzo di Natale con i nipotini?! Pigliati quest’altro! E via dicendo. Spingendo provocatoriamente il concept all’estremo, abbiamo pensato a dei “rimedi” contro cose che non sono affatto delle patologie o dei disturbi fastidiosi, tutt’altro.
Tagli geometrici, parole mute in dialettiche ossessive… Il mondo di magma è in evoluzione o in entropia?
Aurora: Certamente è in evoluzione, la decisione di aprire il Magazine a contributi esterni fin dal prossimo numero, che è già in gestazione, ha lo scopo di intercettare e coinvolgere creativi (fotografi, Graphic Designer, Illustratori ed Artisti in genere) con particolare attenzione al sottobosco creativo della scena locale. Per questo approfitto di questa occasione per lanciare una Call: chi volesse mandare i propri contributi, può farlo scrivendo a [email protected] o anche semplicemente postando su Istagram il lavoro che vorrebbe candidare utilizzando l’Hastag #JOINMAGMA e citando @magma.mag (account che ovviamente vi invito a seguire).
Scegliete tre foto di questa rivista: ad una associa un aneddoto, alla secondo una poesia, alla terza una dedica
Aurora: ( foto poco sopra “truth_dispenser”) – La foto per questa Pubblicità Fake, in realtà volevamo farla ambientata in un casolare diroccato in mezzo ai campi, che però al nostro arrivo abbiamo trovato occupato da alcune mucche al pascolo, così abbiamo deciso di ritornare più tardi, anche se s’era fatto buio pesto. Piazzata l’attrezzatura e sistemato il Dispenser ci siamo però accorti che non eravamo soli ma nel mezzo di un ménage à trois tra due mucche ed il toro, che incuriosito dalla luce rossa del nostro “coso” si stava avvicinando. Abbiamo dovuto attendere nascosti che si allontanasse e poi ce la siamo data a gambe levate.
Aurora: (la prima foto di questa intervista: “Ritratti Magma”) a cui abbinerei, non una poesia, ma la canzone “The Pretender ” dei Foo Fighters.
Vincent: (la foto qui sotto: “Roberta”) La dedico a chi conserva un Pensiero Critico, e resiste al Pensiero Unico.