Recentemente si sono disputati ad Ancona i campionati italiani assoluti indoor di atletica leggera, dove una delle grandi protagoniste è stata la lucchese Elisa Naldi, 23 anni, specialista nel salto in lungo. Tutte le migliori rappresentati italiane di questa disciplina sportiva si sono misurate e sfidate in questa occasione, ed Elisa con un salto di 6,22 metri ha conquistato il secondo posto. Un risultato che testimonia la crescita assoluta di un’atleta che da pochi mesi fa parte del Centro Sportivo Carabinieri e che ha una voglia immensa di migliorare ancora per coronare i grandi sogni che albergano nel cuore di chi ha l’atletica come primo grande amore.
Elisa, innanzitutto complimenti per questo risultato. Secondo te è stata un po’ una sorpresa, oppure no?
Devi considerare che sul finire dello scorso anno sono entrata a far parte del Centro Sportivo Carabinieri e, nei mesi di novembre e dicembre sono stata a Roma e ho dovuto seguire una serie di prove e allenamenti specifici di questa organizzazione addestrativa dell’Arma dei Carabinieri. Per quanto sia stata un’avventura bella, che mi ha arricchita a livello umano e che mi ha fatto conoscere un sacco di persone, per quanto riguarda l’aspetto puramente atletico è stato complesso. Sono state settimane durissime e per ritrovare la condizione fisica ottimale è stato difficile.
Quando a gennaio sono tornata a Lucca ero scoraggiata, tanto che non ero sicura di partecipare ai campionati assoluti indoor. Quindi alla fine ho deciso di mettermi alla prova e vedere come avrei reagito. Devo dire di essere contentissima di quanto fatto, perché ho ottenuto un grande risultato al cospetto delle migliori atlete italiane di questa disciplina e alla luce di quanto detto prima. Il risultato di 6,22 metri non è il mio assoluto, però mi ha permesso di restare tra le prime in Italia e di questo ne sono fiera.
Come ti sei preparata a questo appuntamento, qual è il tuo allenamento? Cosa è diverso rispetto al passato?
Non è cambiato molto rispetto al passato, nei periodi di gara mi concentro di più sulla parte tecnica, che è fondamentale. Mi alleno tutta la settimana a esclusione della domenica, giorno destinato al recupero, quindi faccio due giorni dedicati al salto e alla rincorsa, un giorno di velocità e gli altri tre per la tecnica di corsa. Per quanto riguarda i carichi, nell’avvicinamento alla gara, questi vengono ridotti.
Recentemente però ho più tempo da dedicare all’atletica, che è da sempre la mia priorità, ma prima avevo anche lo studio universitario da portare avanti, mentre adesso posso dedicarmi completamente allo sport. Ora faccio due sessioni al giorno, una la mattina e una al pomeriggio, di circa un’ora e mezzo per volta. Quello che è diverso rispetto a un po’ di tempo fa è l’allenamento individuale, vengo seguita in modo più preciso e dettagliato, oltre all’allenatore ho alle spalle un fisioterapista, un nutrizionista e mano a mano il team si allargherà, sicuramente con un osteopata.
Sei entrata ufficialmente nei Carabinieri. Questo cosa comporta?
Che adesso il mio lavoro è allenarmi facendo parte del Centro Sportivo Carabinieri, che è una sezione in cui vengono raccolti gli atleti che possono dedicarsi allo sport come professione. Ci sono delle ore giornaliere dedicate al training e bisogna ottenere dei risultati quando si partecipa alle gare. C’è grande pressione perché i dirigenti sono ambiziosi e hanno come obiettivo quello di far crescere gli atleti e di far ottenere loro i traguardi più importanti.
Da te, Elisa, cosa dobbiamo aspettarci prossimamente?
L’obiettivo non è tanto vincere, quanto riuscire a fare un’avventura (che non dico qual è), e di conseguenza raggiungere la misura che mi permetterebbe di ottenere il pass per questo traguardo, che mi catapulterebbe all’interno di un circuito di livello internazionale. Lo sogno da un po’, mi impegno per ottenerla e non vedo l’ora di riuscirci.
Hai voglia di lasciarci qualche tua conclusione personale?
Sì, voglio dire che l’atletica per quanto possa sembrare un sport individuale non può prescindere da una serie di lunghi rapporti personali che sono fondamentali, dall’allenatore a tutto lo staff, passando per gli amici e ovviamente la famiglia. Senza di loro niente sarebbe possibile e non sarei arrivata fino a qui.