Il tempo pieno anche alle medie
Cambiano i Governi ma uno dei problemi ricorrenti, quello della pubblica istruzione, da anni appare irrisolvibile (in campagna elettorale molto ne ha parlato Calenda). Ora c’è curiosità per conoscere le prime mosse del ministro da poco entrato in carica, intanto su molti giornali (Il Sole 24 ore, Ansa, Scuola informa, orizzonte scuola, tecnica della scuola, scuola notizie, ecc.) è apparso il resoconto dell’incontro su “istruzione e mobilità sociale” nell’ambito del ciclo “Ne parliamo in Sapienza” promosso dal Cidic dell’università di Pisa. In particolare il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto, ha rilanciato la proposta del tempo pieno anche nelle scuole medie. L’idea non è nuova, e in molti a Lucca ricorderanno bene, ad esempio, l’esperimento alla scuola media di Lammari agli inizi degli anni ’70, preside il professor Guglielmo Lera (di cui quest’anno, fra l’altro, ricorre il centenario della nascita e il comune di Coreglia gli ha dedicato una mostra). Al mattino prescuola per gli alunni che arrivavano con mezzi di trasporto da più lontano, interscuola con pranzo alla mensa presenti gli insegnanti, nel pomeriggio doposcuola con attività complementari (teatro, fotografia, ceramica, giornalismo, danza, ecc.). Sembrava un esperimento riuscito, poi di fatto evidentemente perso per strada dai vari governi successivi… Il direttore della Fondazione Agnelli, a Pisa ha inoltre dichiarato: “La scuola è bloccata e non è vero che in Italia si investa meno nell’istruzione, perché le risorse pubbliche sono in linea con quelle degli altri paesi avanzati. È vero però che non si spende in formazione, non si spende in strumenti didattici ed edilizia scolastica. Una soluzione, oltre a quella del tempo pieno non solo alle elementari, è imitare la Francia, abolendo gli indirizzi garantendo un nucleo di materie di base insegnate nello stesso modo e con la stessa qualità per dare a tutti le stesse opportunità di apprendimento. E poi una serie di materie opzionali. Un sistema analogo a quello dei sistemi scandinavi”. (orizzonte)
A proposito di estensione del tempo scuola abbiamo letto e riportiamo:
Il pomeriggio come scelta ordinamentale
L’estensione ordinamentale del tempo scuola al pomeriggio, consentirebbe alla scuola media di assolvere ai propri compiti con modalità più articolate e ritmi più distesi: faciliterebbe l’impiego di una pluralità di strategie didattiche, una maggiore personalizzazione dell’insegnamento – sia per il sostegno ai più fragili sia per la valorizzazione dei talenti – e una giusta valorizzazione di discipline oggi ritenute ‘ancillari’. (Lattes editore)
Una mattina diversa
Con l’estensione e l’integrazione pomeridiane, anche l’orario del mattino può assumere funzioni diverse. Oltre alle ore di discipline curricolari, con orario più esteso, la mattina diventa anche momento per attività di studio personalizzato (sostegno e potenziamento) e attività collaborative di lavoro e approfondimento in gruppo.
Al pomeriggio, attività non solo lezioni
Il pomeriggio, parte integrante del tempo scuola – curricolare, non extra-scolastico – sarebbe interamente dedicato ad attività e a discipline ora considerate ‘ancillari’, ma che sono fondamentali per lo sviluppo di alcune competenze non cognitive:
- pratica di attività sportiva individuale e di squadra;
- pratica di attività musicali e coreutiche;
- pratica di arti figurativa (pittura, fotografia, disegno, scultura);
- pratica di attività teatrali e drammaturgiche.
Dovrebbero essere proposte come attività strutturalmente laboratoriali, affinché gli studenti possano misurarsi nella pratica concreta della disciplina, e non necessariamente basate sul gruppo classe.
Una parte importante delle attività pomeridiane dovrebbe focalizzarsi sul raggiungimento di obiettivi non cognitivi che le discipline contribuiscono a sviluppare (capacità di cooperare con un gruppo, concentrazione, autodisciplina, rispetto delle regole, apprendimento e utilizzo di linguaggi e codici di comunicazione diversi rispetto alla parola).
Docenti al pomeriggio
L’estensione del tempo scuola alle medie sarebbe una ragione in più per rinnovare la formazione dei docenti, integrandola con competenze e metodologie parzialmente diverse. La copertura del fabbisogno aggiuntivo di ore potrebbe rendere necessario un adeguamento dell’orario di lavoro, nell’ambito di un nuovo contratto, o – laddove necessario – nuove assunzioni. (Fondazione Agnelli)
Per concludere
Sempre sull’incontro di Pisa, secondo Paolo Rossi (docente di didattica e storia della fisica presso la stessa Università) “non valorizzare la scuola è una scelta politica, che non voglio attribuire a un’area in particolare, ma è più facile governare un paese di persone non troppo istruite”.
Del resto, secondo Ivano Dionigi, presidente del consorzio interuniversitario Almalaurea, “il cambio di passo si avrà quando ci sarà un premier che tiene per sé la delega all’istruzione, che ora invece è la cenerentola dei ministeri”. (ansa)
Andrea Bicocchi @Andrea_Bicocchi
(foto di Pavel Danilyuk da Pexels)