Tra Lucca e provincia sono molte le storie di presunti luoghi infestati o avvolti dalla malasorte: ville di campagna, antichi ruderi, castelli, ecc… Esiste un posto però totalmente insospettabile, ben lontano dal tipico immaginario popolare del luogo infestato, sperduto chissà dove in campagna o nella brughiera. Questo infelice appezzamento di terra si trova infatti nei pressi della centralissima Piazza Mazzini di Viareggio.
La leggenda della maledizione
La storia della maledizione risalirebbe ai tempi del ritrovamento dello sfortunato poeta inglese Percy Bysshe Shelley, naufragato con la sua imbarcazione mentre stava rientrando da Livorno e Pisa verso la sua abitazione sita a San Terenzo, in Liguria. Il giorno 8 luglio del 1822 il corpo del poeta fu rinvenuto sulla spiaggia di Viareggio, dove fu sepolto e ricoperto da calce viva. La settimana successiva, il giorno 15 luglio, da richieste della famiglia il corpo fu riesumato e cremato sul posto per agevolare il successivo trasporto delle ceneri. Da quel rituale considerato all’epoca sacrilego, cominciarono a circolare le prime voci che vedevano il luogo della cremazione avvolto da un alone di sfortuna, alimentato forse dal rancore del defunto artista. La popolazione della città infatti si mostrò fortemente ostile a tale scelta, tanto da osteggiare anni dopo anche l’inaugurazione di un busto bronzeo in ricordo dello sventurato Shelley.
Per quasi cento anni il lotto “maledetto” restò vuoto, tale era la paura legata alla superstizione che lo circondava, ma a inizio 1900 esso fu acquistato da una ricca famiglia di Firenze, i Bertolio Solman, che nel 1902 vi eressero una grande villa: Villa Enedina, chiamata così in onore di Enedina Castoldi, matriarca della famiglia. La maledizione però non tardò a manifestarsi e secondo le cronache dell’epoca a pagarne le conseguenze fu la più giovane delle figlie di Enedina, Zely. La ragazza infatti venne assassinata nella villa in circostanze che le indagini non riuscirono mai a chiarire. Da quel triste fatto si susseguirono poi le più mirabolanti voci che sostenevano che la villa fosse teatro di eventi paranormali e che lo stesso si poteva dire di Villa Montauti, un villino adiacente ad essa, marchiato da un tragico suicidio di una giovane per motivi d’amore.
Alla morte della signora Enedina, ultimo membro della sua famiglia, la villa fu donata al partito fascista che su quel terreno vi costruì la Casa del Fascio di Viareggio una volta abbattuta la vecchia magione. Poiché fortunatamente risparmiata dai bombardamenti alleati, i soldati americani di stanza in città la occuparono e utilizzarono il seminterrato della vicina villa Montauti come magazzino temporaneo per le mine che a fine conflitto stavano venendo rimosse dalla spiaggia. Di nuovo lo spettro della malasorte decise di abbattersi su chi si trovava in quel luogo e il 18 luglio del 1945, le mine contenute all’interno del magazzino deflagrarono improvvisamente. Nella terrificante esplosione che ne seguì perirono 40 soldati americani, altrettante prostitute e sedici abitanti della città. I feriti invece furono più di 250. La notizia fu così sconvolgente da giungere ovunque si trovassero delle truppe alleate e non ci volle molto tempo prima che qualcuno facesse notare che l’episodio era accaduto proprio nell’anniversario del ritrovamento del corpo del poeta Percy Bisshe Shelley.
Per lungo tempo il lotto restò abbandonato e nonostante i vari tentativi di recupero e progetti presentati non si arrivò ma ad un effettivo riutilizzo ad eccezione di un parcheggio e di un piccolo edificio ad esso adiacente, diventato purtroppo anch’esso protagonista della storia della maledizione, ma soprattutto della cronaca nera. Ad inizio anni 2000 infatti esso ospitava una piccola agenzia immobiliare, i cui due proprietari, Luciano Della Giovampaola e Bianca Maria Cecchi, rispettivamente marito e moglie, ad ottobre dello stesso anno furono tragicamente assassinati da due loro soci, Claudio Spandri e Francesco Mammana, per contrasti in affari. A salvarsi dai due efferati assassini fu solo il figlioletto di pochi mesi della coppia. Questo è l’ultimo inquietante episodio legato alla maledizione del lotto.
IL RECUPERO
In questi giorni è stata diramata la notizia che il comune di Viareggio ha deciso di recuperare definitivamente la zona trasformandola in un parco cittadino e ripulendola dalla nomea di luogo maledetto e infestato. Ovviamente noi ci auguriamo che la riqualifica proceda spedita e senza intoppi, per far si che questa spirale di presunta sfortuna abbia finalmente termine.