Le foto e le immagini sono ormai ingiallite, vecchie testimoni di un passato lontano che si è inserito nelle pieghe della storia. Eppure, fino agli anni ’50, a Lucca si viveva e si respirava il grande calcio, quello della Serie A, la massima categoria del gioco più amato dagli italiani. Allo Stadio Porta Elisa, i rossoneri affrontavano con coraggio le più grandi squadra del calcio tricolore, sempre con coraggio e schiena dritta. L’evento domenicale, riusciva a portare sugli spalti dell’impianto sportivo cittadini quasi 20.000 persone, tutte distribuite fra la tribuna e la gradinata, dato che le curve ancora non esistevano.
Mario Bosi, classe 1936, ad agosto saranno 85 gli anni sulle sue robuste spalle, ricorda di quando suo padre, agricoltore del sud della campagna lucchese, lo portava a vedere la Pantera. “La domenica era il giorno del grande evento – racconta Bosi -, a volte andavamo a piedi, altre volte in bicicletta. La fatica non si sentiva, tanta era l’eccitazione per un ragazzino come me di vedere la partita. Lo stadio era bello, colorato e soprattutto caloroso. Spesso, non riuscivo a vedere il campo, dalla tanta gente che si accalcava una sopra l’altra per avere uno spiraglio di veduta sul terreno di gioco. Ma tutto era molto eccitante”. “Non ricordo quale fosse stata la mia prima partita al Porta Elisa – ci spiega l’anziano tifoso -, ma ricordo in particolare una gara in cui sembrava che ogni tiro potesse entrare, avrò avuto 12 o 13 anni. Si vinse con la Triestina e facemmo un sacco di gol”. La partita in questione era Lucchese – Triestina, in cui rossoneri riuscirono a vincere per ben 7 a 2.
Poi le grandi sfide con le big della Serie A: “Milan, Inter e Juventus venivano a giocare al Porta Elisa, ma Lucchese vendeva sempre cara la pelle, si faceva rispettare sia sugli spalti che sul campo”, prosegue Bosi. In quegli anni ruggenti tanti giocatori finirono nel giro della nazionale azzurra, ma l’idolo di tutti era un altro: “Il capitano Scarpato, senza ombra di dubbio. Cuore e grinta per tutti”. Fino al 1953, la Pantera ha disputato la Serie A, sfiorandola in un altro paio di occasioni quando negli anni ’90, quelli della trazione Superal, i rossoneri ammaliavano in Serie B. Bosi sono tantissimi anni che non torna allo stadio, perché da giovane ha lasciato l’Arborato Cerchio per trovare fortuna e amore altrove: “Verso i vent’anni mi sono trasferito a Genova dove ho trovato lavoro e l’amore. Purtroppo non sono più tornato al Porta Elisa, ma conservo gelosamente quei ricordi spensierati nel mio cuore, quando col mio papà andavamo al grande evento della domenica”.
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