Elementi della 92° Divisione Buffalo appostati sulla sponda sx del Fiume Serchio a Nave.
Post-fazione al volume “La Linea Gotica nella Valle del Serchio” – copyright Pacini Fazzi
“Nel posto più bello del mondo…!” Così aveva scritto un corrispondente di guerra americano riguardo le nostre incantevoli spiagge e l’arco spettacolare dei nostri monti…
“Tra il lago di Porta e la Garfagnana terminerà la guerra. “
Era questa la profezia del monaco Brandano vissuto 1400 anni prima; esattamente sulla Linea Gotica.
Dopo una settimana di riposo sabbatico… riprendiamo a discettare di Storia militare, in particolare della storia militare delle nostre terre; ma stavolta, per variare gli argomenti e non annoiare il lettore, ci spostiamo temporalmente in avanti, e precisamente al 1944. Per la copiosità dell’argomento lo divideremo in più parti.
Seconda Guerra Mondiale, Fronte italiano. Settore Tirrenico, il nostro.
Andiamo a parlare e raccontare un argomento che spesso è sulla bocca di molti storici.
La Linea Gotica.
Su questo argomento molte persone han da dire qualcosa al riguardo, e giustamente. Il fronte qui in Valle del Serchio è rimasto fermo per ben sette lunghi mesi, e questa stagnazione non è stata “a gratis”; ha provocato lutti, distruzioni, cattiverie. La Linea Gotica è stata pesante, dura, dolorosa.
Ma vediamo al di là dei luoghi comuni, dei racconti degli anziani la sera al caminetto, di un muro anticarro inutile, delle comprensibili alterazioni umane della Memoria, cos’era davvero la Linea Gotica. Cerchiamo di capire oltre i luoghi comuni. Vediamola inserita nella Grande Storia, per riportarla poi nella Piccola Storia, la nostra.
Occorre a questo punto fare uno sforzo di memoria, liberarla dalle chiacchere del focolare, e affrontare la lettura per capire cos’era veramente, cosa rappresentava e cosa è stata; scopriremo un aspetto davvero inusuale e incredibilmente moderno.
Per capire oggettivamente quello che è stata, cosa ha rappresentato e soprattutto l’importanza strategica e geopolitica della Linea Gotica, è necessario affrontare prima la “Grande Storia”.
È opportuno avere una visione generale complessiva, quella che i militari definiscono nei briefing la “Overall Situation”. Occorre adesso contestualizzare il momento storico. Fare un salto nella Grande Storia e cominciare a “percepire” il clima geopolitico del momento storico, per comprendere, successivamente la grande importanza strategica della Linea Gotica.
“The Important Divergence”
Già l’11 maggio del 1945, in piena crisi di Trieste, il Premier inglese aveva detto: «Una cortina di ferro è calata sul loro fronte dei russi. Non sappiamo che cosa stia succedendo dietro di essa…
E quindi successivamente, il Premier inglese Sir Winston Churchill, a Fulton, nel Missouri-USA il 5 Marzo 1946 diceva:
…«Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi Nazioni del mondo. Siamo lieti di vederne la bandiera sui mari. Soprattutto, siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli. È tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell’attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell’Europa Orientale e Centrale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno a esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell’altro, non solo all’influenza Sovietica ma anche a un’altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca.»
Da queste frasi, dal tono, dalle argomentazioni, si capisce il pesante clima di incertezza politico militare tra i protagonisti vincitori del Secondo Conflitto, già in atto conflitto durante!
“…la maggior divergenza di opinioni sulla strategia militare da adottare sorse fra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti a proposito dello sbarco “Anvill – Dragoon” nella Francia meridionale, il 15 agosto 1944. Lo sbarco aveva lo scopo di puntare sulla Germania in armonia con le forze sbarcate in Normandia. Churchill vi si oppose attestando che esso avrebbe distolto dall’Italia truppe necessarie per spingersi a Nord e ad Est, nei Balcani. Ma Roosvelt insistette e lo sbarco fu fatto. Le forze alleate in Italia, però, indebolite furono fermate dai tedeschi e le armate rosse dilagarono nell’Europa Orientale.
(Life Internationale. La Storia della Seconda Guerra Mondiale, di Winston Churchill).
Dopo aver “assaporato” i forti dissensi di politica che ruotavano intorno ai tre Grandi, Roosevelt, Churchill e Stalin per il successivo controllo del mondo, forniamo adesso alla nostra Linea Gotica.
Già il nome è una strana alchimia.
Appena denominata così, Hitler ebbe un ripensamento e volle cambiarlo quasi subito; in tedesco era “Goten Stellung” ma ciò gli ricordò una sconfitta dei Goti, e quindi cercò di cambiarlo perché aveva paura che in caso di sfondamento fosse usato per una propaganda negativa! La guerra psicologica era in pieno lavoro già da allora.
Fu quindi ridenominata il 15 giugno ‘44 in “Linea Verde”, con due varianti 1 e 2 (che correvano circa 20 km di distanza l’una dall’altra); in tedesco “Grüne Linie 1” e “Grüne Linie 2”.
Ma per noi, per gli Alleati e anche per le stesse Forze dell’Asse, rimase la Linea Gotica.
Militarmente si tratta di una “linea difensiva”, di circa 320 km di lunghezza, debolmente approntata, per rallentare/ostacolare/fermare l’avanzata degli Alleati dal Sud-Italia verso la Germania.
Il suo percorso era esattamente nel punto più stretto della penisola italiana. L’allineamento era grosso modo Forte dei Marmi- Rimini, con varie alternanze di direzione.
Non aveva altri scopi, e non poteva aspirare a fermare la potente spinta offensiva Alleata per un “tempo indeterminato”.
Però resistette per oltre sette lunghi mesi.
17 giugno 1944: Comando Supremo Tedesco… “considera… la posizione appenninica (la Linea Gotica…) come la linea finale di difesa, dal momento che l’accesso del nemico alla Pianura Padana avrebbe avuto conseguenze militari e politiche incalcolabili.”
Adesso è necessario chiarire, definire meglio questi termini militari.
In ambito militare esistono due importanti temi tattici: “la difesa di posizioni a tempo determinato” e “a tempo indeterminato”.
È hiaro anche a chi non ha alcuna esperienza militare che la questione operativa cambia totalmente.
Ad esempio, la famosa Linea Maginot era una posizione difensiva studiata per resistere a “tempo indeterminato”.
I francesi l’avevano pensata, progettata e realizzata con tali accorgimenti che gli consentivano una resistenza lunghissima, praticamente illimitata. La difesa della Francia dal teutonico invasore era affidata ad essa!
Le fortificazioni permanenti, semicontinue, interrate e ridondanti, si coprivano a vicenda; erano stagne, isolate con filtri, impianti di purificazione e ventilazione dell’aria, per resistere agli attacchi con gas chimici; le postazioni erano collegate con gallerie interne, in maniera da garantire mobilità protetta; le retrovie avrebbero garantito il flusso logistico dei rifornimenti, essendo libere e protette dalla spessa corazzatura armata della linea.
Era un capolavoro di linea difensiva, i cui costi di realizzazione misero in crisi l’economia francese!
Poi i tedeschi nel 1939 invasero il Belgio con l’operazione “Sichelschnitt” letteralmente “colpo di falce”.
Entrarono in Francia da Nord, come nel 1914, la strada la conoscevano bene… aggirando praticamente senza colpo ferire la Linea Maginot, prendendo alle spalle i soldati francesi chiusi nelle fortificazioni, con i pezzi e i fucili puntati solo in avanti, semplicemente bussando alle porte blindate posteriori, facendogli capire che era tutto finito, la resistenza era inutile.
I progettisti della Maginot (fenomeni…!) non avevano preso in esame la possibilità dell’aggiramento, e nessuna feritoia, nessuna arma poteva essere rivolta all’indietro, verso la Francia.
In 20 giorni costrinsero alla resa il governo e Parigi fu occupata.
Fine della guerra francese.
Anche il famoso “Vallo Atlantico” l’“Atlantikwall” la poderosa linea fortificata costiera, che Hitler aveva pensato e fatto realizzare dalla Norvegia fino ai confini con la Spagna (ritenuta nazione amica), era nato e costruito per fermare sulla spiaggia, per resistere “a tempo indeterminato”, qualsiasi tentativo di sbarco degli Alleati in un punto della frontiera Nord-Owest.
Una serie di postazioni consecutive, fortemente blindate in cemento armato, rifugi antiaerei, postazioni di artiglieria protette, campi minati estesi e difesi da mitragliatrici, ostacoli controcarro e controsbarco, porti difesissimi, truppe schierate permanentemente…
Poi gli Alleati misero in piedi la gigantesca Operazione “Overlord”, e tutti sappiamo come è finita.
Il 6 giugno 1944 sbarcarono in Normandia (con fatica e dolore) e iniziò la liberazione della Francia e dell’Europa dal nazismo.
Il Vallo Atlantico, complici alcuni errori strategici dei tedeschi, non tenne.
Servì solo a rallentare la progressione della avanzata Alleata verso l’interno della Francia e verso il confine ovest della Germania.
Per tornare ai nostri tempi e ai nostri luoghi, in Italia vennero predisposte dei tedeschi diverse linee difensive; in genere del tipo a “tempo determinato”; esse, infatti, avevano lo scopo di rallentare, frenare, incanalare e disarticolare l’avanzata alleata
Tra esse la “Linea Albert”, che prendeva il nome dal Comandante tedesco delle operazioni in Italia Albert Kesserling. Era una linea fortificata chiamata anche “Linea Trasimeno”, andava da Castiglione della Pescaia a Radicofani, con andamento pressoché parallelo alla Gotica, ma più avanzata a Sud. Cedette sotto la offensiva americana nel luglio del ’44.
Ancora prima, a sud di Roma i tedeschi ne costruirono addirittura cinque di linee difensive, molto ravvicinate tra loro; la “Volturno Line”, la “Barbara Line”, la “Bernhardt Line”, la “Hitler Line”, la “Caesar C Line” e la “Rome Switc Line”; in mezzo a queste una Linea la “Gustav” fortemente blindata, che andava da Garigliano nel Lazio ad Ortona passando per Cassino.
E ancora in Sicilia ben tre, la Linea “Santo Stefano”, la Linea di “San Fratello” e Linea “Tortorici”, tutte pressochè inutili, superate dagli Alleati senza praticamente colpo ferire.
E ancora in tutta l’Italia Centrale, la “Linea del Sangro”, la “Linea Bernhardt” o Reinhard, la “Linea Orange” o Arancione, la “Linea Dora”, la “Linea Foro”, la “Linea Dora II”, la “Linea Anton”, la “Linea Lilo”, la “Linea Hildegard” o Hilde, la “Linea Georg”, la Linea “Olga & Lydia”, la Linea “Paula” I, la Linea “Heinrich” o dell’Arno, la Linea “Vorfeld”, la Linea “Rote” o Rossa.
A Nord Owest troviamo il Vallo Ligure, poi nell’Italia Centrale la Linea Erika o del Savio, la Linea Gudrun o del Ronco, la Linea Augsberger o del Montone/Lamone, la Linea Irmgard o del Senio, la Linea Laura o del Santerno, la Linea Paula II o del Sillaro, la Linea Anno o del Gaiana, la Linea Genghis Khan, quindi verso nord la Linea di Monte San Michele, la Linea del Po, la Linea Veneziana, la Linea dell’Adige, la Linea del Brenta, la Linea del Piave, la Linea del Tagliamento, la Linea Blaue II o Blu II o Alpina Sbarramento di Ala, e per finire il famoso “Alpenfestung” il ridotto alpino.
Tra queste, sicuramente la più importante delle linee difensive, era la Linea Gotica.
L’ultima estrema linea di resistenza prima dell’ingresso nella pianura padana, nel Nord dell’Italia e di conseguenza nel sud della Germania.
Il 17 Giugno 1944 Hitler invia una direttiva segretissima al Gen. Kesserling Comandante delle truppe tedesche in Italia, con l’”ordine di resistere rigidamente fino allo stremo sulla Linea Gotica, dal Pesaro a Massa Carrara”. ( Special Intelligence Summary del 28.06.1944)
Tanta è determinata la convinzione di Hitler di difendere ad oltranza il fianco Sud-Italia, che addirittura negherà a Kesserling, il permesso di ritirarsi verso la fine del conflitto, quando ormai le sorti erano segnate, e mettere in pratica il Piano “Herbstnebel”, l’arroccamento sulla “Linea del Po” per difendere la ubertosa pianura padana, e le zone industriali.
“Difesa ad oltranza, senza cedere un metro di terreno.”
Per far questo, dopo aver approntato rapidamente una serie di linee difensive successive, Kesserling tramite l’Organizzazione Todt, procedette a farne costruire una “mediamente” armata, con approntamenti in cemento armato, ancorata stabilmente sul terreno, ma con una profondità difensiva molto pronunciata.
Spesso le persone quando sentono parlare di linea difensiva, in questo caso la Linea Gotica, vanno con il pensiero alle linee della Grande Guerra… due trincee contrapposte a 100/200 mt di distanza, dove ci si scambiava fucilate e si andava all’assalto uscendo dalle trincee, andando a morire contro i reticolati e le postazioni avversarie.
In questo caso, invece, si tratta di una vera a propria ampia porzione di terreno destinata ad assorbire, rallentare, frenare la spinta offensiva avversaria, con una serie di ostacoli messi in sistema; lo “spessore”, la profondità di questa zona andava fino a 40 km!
Fine prima parte.
Articolo molto interessante ed istruttivo. Attendiamo la seconda parte.
Grazie Colonnello , come al solito preciso ed accurato nella ricostruzione storica.
Molto utili le mappe .
Bella la spiegazione della Linea Gotica, che attraversa l’Italia nella parte più stretta, dalla Versilia a Rimini , e perché è stata costruita e a cosa serviva. Complimenti al colonnello Biondi.