Gennaio 1985, una eccezionale ondata di freddo e di neve colpisce varie zone di Italia, e in particolare Lucca.
In quegli anni a Lucca era di stanza una compagnia del Genio, in forza alla Brigata Paracadutisti Folgore.
Nel 1981 eravamo stati trasferiti da Pisa e ci avevano sistemato un pò alla meglio nella vecchia Caserma “Umberto I”, poi dopoguerra ridenominata “Orlando Lorenzini”, un pisano decorato di Medaglia d’Oro, morto in Africa Orientale.
Era un vecchio monastero francescano in parte requisito per esigenze demaniali; era rimasta fuori dall’esproprio la bellissima chiesa di Piazza San Romano, dove si affacciava il grande Portone d’Onore, quasi sempre chiuso.
La caserma occupava tutta la parte destra di Corso Garibaldi, ingresso “carraio” da un arco, peraltro molto stretto e che richiedeva delle manovre di ingresso come fa lo Shuttle a agganciare la I.S.S.!
Ma noi ci stavamo benissimo; io in particolare!
Ero di Lucca e avevo avuto la fortuna di fare servizio in una unità di elité e a casa mia!
La Compagnia era organizzata (“ordinata” …in termini militari…) con un Plotone Comando, uno di Attrezzature Speciali e tre di Paracadutisti.
Il Plotone Attrezzature Speciali aveva in organico una decina di macchine operatrici per lavori in terra; potenti mezzi ruotati e cingolati della Cantatore, della Fiat-Allis ecc. per movimentare grandi quantità di materiale, scavare, spostare e livellare.
Inoltre avevamo autocarri ribaltabili, pianali, barche, motori marini, gruppi elettrogeni, motopompe, materiale da ponte Bailey e MGB, ecc.
Avevamo una eccezionale capacità operativa.
Tornò infatti utile, anzi utilissima la mattina della eccezionale nevicata.
Tutte le strade di Lucca erano bloccate da 40 cm di neve fresca.
Nessuno poteva circolare più.
La Prefettura chiamò subito il Comandante e chiese se potevamo sgomberare le strade più importanti, la circonvallazione, quella che portava al vecchio Ospedale Campo di Marte, e le Statali 12 e 439. Mentre Il Prefetto parlava con il Comandante noi eravamo già nel piazzale a mettere in moto le macchine, caricarle sul pianale, organizzarci con le catene e uscire fuori a operare. Nonostante anche la caserma fosse ricoperta di neve fresca!
A quel tempo funzionavamo così. Senza telefonini, whstp e email. “Telepaticamente”.
In magazzino avevamo anche alcuni sci da sci-alpinismo della San Marco, con dei vecchissimi attacchi a filo della Silvretta, roba che oggi farebbe inorridire chiunque sulle piste.
Ma noi paracadutisti non ci facevamo caso.
Rubammo un pò di candele di cera dalla chiesetta in fondo al Cortile d’Onore e “sciolinammo” con grande enfasi il sotto degli sci; viaggiano una meraviglia!
Cominciammo a raggiungere il Caffè delle Mura, tra l’incredulità dei lucchesi che, tutti a piedi, facevano a pallate.
Il vedere una quarantina di Paracadutisti sugli sci che procedevano tranquilli sul manto bianco lasciò tutti stupiti!
Un paio di nostri marescialli esperti maestri di sci, impartirono i primi rudimenti a quegli sprovveduti (io compreso…) che avevano poca dimestichezza con gli sci.
E cominciammo a fare dei bellissimi (e faticosissimi…!) giri di Mura.
Durante uno di questi giri, poco dopo il Caffè San Colombano, vedemmo una piccola auto direi una Fiat 127 o una A112, che percorrendo il viale delle mura direzione Porta Elisa, aveva accigliato a sinistra e si era ribaltata dentro il fosso con le ruote in alto, perfettamente incastrata nello spazio del fosso, ma capovolta!
Il fenomeno dell’autista non aveva montato le catene! E non era riuscito a tenerla al centro strada.
Scendemmo in diagonale tutti e cominciammo ad aiutarlo, ma l’intervento era assai complesso e si rese necessario l’intervento specializzato dei Vigili del Fuoco, per sollevare l’auto, ed estrarlo.
Dopodichè si rese necessaria una sosta rigeneratrice al Caffè Casali che raggiungemmo sciando, per un ponce caldo!
Stile Cortina.
Ottimo ricordo vissuto anche da me in prima persona.
Ottimo. Grazie .
Giornate vissute in prima persona.
Grande e Caro Comandante ricordo come fosse ora quella bella “”marcia”” con gli sci … diversi giri di mura ed una bella “”sciata”” dentro città .
Credo che siamo stati gli unici .
Grazie del bel commento e della perfetta descrizione degli sci .
Un abbraccio Signor Colonnello .