Valpromaro è una piccola frazione sita nel Comune di Camaiore, separata dal territorio di Massarosa solo da un torrente d’acqua che scende dai monti circostanti. Posto ai piedi delle Apuane, il paese è attraversato dalla storica e affascinante Via Francigena, percorsa ogni anno da migliaia di pellegrini diretti a Roma.
Proprio grazie all’antica via di pellegrinaggio, negli ultimi vent’anni Valpromaro è diventata sinonimo di accoglienza e ospitalità vera, sincera, genuina e non patinata. Una storia nata quasi per caso, una scommessa vinta dall’intera comunità – piccola ma orgogliosa -, che tramite la celebre “Casa del Pellegrino” è ormai divenuta una realtà di riferimento per tutti coloro che attraversano queste terre meravigliose a piedi o in bicicletta.
Una storia che prende il via con il Giubileo del 2000, quando Don Silvano – il parroco dell’epoca – senza informare nessuno trasmette alla casa editrice San Paolo (che all’epoca curava una pubblicazione sulla Via Francigena) la propria disponibilità a fornire alcune stanze della casa parrocchiale ai pellegrini di passaggio, per permettere loro di riposare e mangiare qualcosa prima di rimettersi in cammino verso la Città Santa. Un’iniziativa inaspettata, che tuttavia viene raccolta con coraggio da Don Mario – il parroco successivo – il quale, insieme ai primi volontari, presta accoglienza a chi arriva percorrendo la Francigena.
Con l’arrivo sempre più massiccio di pellegrini, poi, la comunità si interroga sul da farsi: i volontari del paese chiedono aiuto ai più giovani per mantenere in vita questa bellissima realtà e i giovani – con molto coraggio – raccolgono volentieri il testimone. Nel 2013, infatti, aprono ancora di più Valpromaro al mondo entrando in contatto con “Accoglienza Pellegrina”, una rete associativa che permette di mantenere sempre aperta la “Casa del Pellegrino” grazie alle disponibilità fornite da centinaia di uomini e donne che – sulla falsariga di quanto avviene per il “Cammino di Santiago” – arrivano a turno da tutta Italia per fare da “ospitalieri”, ovvero da gestori provvisori dell’abitazione per 1/2 settimane.
Gli ospitalieri – insieme ai volontari – fanno accoglienza vera, preparando ai pellegrini un piatto caldo e un letto dove riposare. La comunità – giovani e anziani – partecipa volentieri alle iniziative che si tengono alla “Casa del Pellegrino”, gli abitanti del paese organizzano feste e portano cibo ai pellegrini, presenziando alle belle cene che si svolgono ogni sera nei locali della vecchia casa parrocchiale. Una bella realtà dove l’ospitalità non si fa da dietro il bancone di un front-office comunale ma aprendo davvero le porte a chi arriva, senza pretendere nulla in cambio. Già, perché – diversamente da altre realtà – la “Casa del Pellegrino” non vive grazie agli aiuti di Enti o della Chiesa (la parrocchia, infatti, fornisce solo i locali e la gestione è assolutamente laica), ma grazie ai liberi donativi che vengono lasciati da chi se ne va: in pratica, la permanenza di chi arriva è garantita da ciò che lascia chi si rimette in cammino.
Una storia di accoglienza fatta dal basso, di condivisione e di ospitalità. La storia di una piccola comunità che, con coraggio, è diventata punto di riferimento per chi percorre la meravigliosa via Francigena.