In viaggio per il mediterraneo con Eduardo

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Abbiamo deciso di cominciare un viaggio di conoscenza dei paesi che ci sono confinanti (o quasi confinanti) tramite il bacino del mediterraneo.

L’idea di fare questo viaggio ci è venuta perché ci siamo resi conto che molti (spesso noi stessi) abbiamo una visione offuscata di cosa ci sia appena oltre i nostri confini. In qualche modo, per la maggior parte di noi, i confini sono solo quelli di terra e sono conseguentemente tutti confini «tranquilli» e con popolazioni che ci assomigliano. Almeno nel senso che hanno una visione del mondo simile alla nostra, che condividono gran parte dei nostri valori e che sono posti in cui ci potrebbe piacere fare una vacanza.

Ma non tutto il nostro vicinato è veramente così. Ci sono paesi che sono attraversati da moti e tensioni che potrebbero sfociare in contrasti anche armati; luoghi dove la sicurezza non è affatto garantita e lughi in cui le nostre libertà sono viste come un affronto e un pericolo per la società.

Questa consapevolezza è necessaria per avere una reale coscienza di cosa dobbiamo fare per gli altri e per noi: per gli altri nel senso di comprendere da cosa fuggono, per esempio, i migranti di certe aree; per noi per capire quanto poco sia sicuro non essere pronti a difendere i propri confini e quanto questi non siano affatto dati per scontati da molti regimi.

L’esperienza Russa, in questo senso, è fondamentale: fino a pochi anni fa lo consideravamo un paese in evoluzione democratica e non più un pericolo per il mondo. Oggi ci è chiaro che quel pensiero non era realistico e che la transizione da democrazia a tirannide non è una ipotesi dell’irrealtà ma una concreta possibilità nell’evoluzione di un paese. Ci è quindi chiaro che la democrazia non è una forza che si impone autonomamente alla storia ma che deve essere custodita, sostenuta e promossa. Che un vicinato democratico è una ricchezza per cui dobbiamo fare investimenti e che non possiamo dare per scontato.

Il nostro viaggio partirà da aree in effettiva stabilizzazione, sebbene nulla deve essere mai dato per scontato. In particolare partiremo dalle aree dei Balcani più critiche. Ci spingeremo poi attraverso il «mare di vicinato», ossia il Mar Nero, per i paesi che vi si affacciano e che al momento sono quelli caratterizzati dalla maggiore instabilità sul continente europeo. Poi proseguiremo verso il baricentro delle crisi: l’area tra la Turchia e l’Egitto e, per questa strada, ci spingeremo anche un po’ più ad est perché è impossibile comprendere queste aree senza buttare un occhio anche su Iran e penisola arabica.

Infine seguiremo le coste sud del Mediterraneo in un percorso che ci riporterà verso livelli di stabilità più accettabili.

Abbiamo quindi affrontato ogni paese valutandone la sua evoluzione negli ultimi 20 anni circa ponendo attenzione all’evoluzione dei diritti civili, dei diritti religiosi, di quelli politici e del livello di sicurezza oltre a come è cambiato in questo periodo il tenore economico medio della popolazione.

Per questo viaggio abbiamo chiesto una mano al nostro amico Eduardo a cui abbiamo affidato questo compito di indagine.

Buona lettura

Foto di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay

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