Esattamente 30 anni fa, nei primi giorni del mese di dicembre 1993, alcuni volontari delle Associazioni «Amici del Cuore» e «Don Franco Baroni» lanciarono una proposta che sembrava solo ludica. Fare sulle Mura di Lucca un grande girotondo per entrare nel Guinness dei primati. Un’idea forse non originale, visto che sei mesi prima – il 5 giugno 1993 – a Trento era stato conquistato il primato del girotondo con la manifestazione intitolata: «Tremilatrecentotrentatré trentini», che in realtà aveva unito, mano nella mano, ben 3.941 persone.
Era soltanto un’idea giocosa e spensierata, apparentemente così distante dall’impegno socio-sanitario delle due Associazioni proponenti, oppure c’era di più? I pochissimi presenti alle prime riunioni, almeno fino a quella ufficiale del 18 gennaio 1994, nella quale venne formalmente varato il progetto, mantennero l’embargo alla diffusione della notizia prima della conferenza stampa convocata per sabato 22 gennaio 1994.
A distanza di circa trenta anni si è persa quasi completamente la memoria dell’evento che pure è rimasto a lungo nel Guinness dei primati. È opportuno ricordarlo oggi non solo per conservare traccia dell’esperienza vissuta ma anche perché le Mura di Lucca, nel maggio 2024, raggiungeranno il traguardo dei 480 anni dalla posa dei primi mattoni dell’attuale cerchia. In occasione dei 470 anni, il 24 giugno 2014, venne proposto un altro Guinness dei primati sulle Mura, quello della «tavola apparecchiata più lunga del mondo»: ben due chilometri per 2.000 commensali. Fu uno degli appuntamenti inseriti nelle celebrazioni per i «500 anni delle Mura di Lucca». Eppure tale centenario non riguardava la vera e propria costruzione delle Mura ma soltanto l’avvio della «tagliata». Nel 1513, infatti, «L’Offizio sopra le fortificazioni ottenne l’autorità di comandare uomini e requisire carri e bestie da soma in tutto lo Stato» e nel corso dello stesso anno «si abbatterono i borghi, con le chiese di San Pietro e San Donato, e tutti gli alberi, fruttiferi o meno, che sorgevano nel raggio di mezzo miglio attorno alla città, persino le viti vennero tagliate sradicandole per evitare che rimettessero». Fu la paura di una guerra con i fiorentini ad accelerare la volontà lucchese di costruire le nuove e più possenti Mura.
In realtà per vedere le Mura attuali fu necessario attendere l’anno 1544. Le cronache dell’epoca ricordano infatti che il 6 maggio di quell’anno Jacopo Seghizzi, ingegnere conosciuto come «Frate da Modena», partì da Urbino per venire a Lucca dove rimase fino al 21 giugno, dando inizio ai lavori.
La proposta delle due associazioni di volontariato di organizzare il girotondo si legò proprio agli eventi della primavera del 1544, quando Jacopo Seghizzi, finalmente arrivato a Lucca iniziò i lavori di costruzione della nuova cinta delle Mura, quella che ancora oggi caratterizza la nostra città. «I primi interventi, avviati tra il maggio e il giugno di quell’anno – ricordarono i promotori del girotondo – interessarono il tratto tra l’allora torrione (e successivamente bastione e poi baluardo) di San Colombano e il torrione della Libertà. Allora non esisteva alcun torrione intermedio. L’attuale baluardo di San Regolo risale infatti al periodo tra il 1600 e il 1605. È vero che la costruzione della nuova cinta di Mura andò avanti per oltre un secolo, fino al 1650, quindi diventa difficile individuare una data simbolo in cui far convergere le manifestazioni celebrative di un centenario; ma sicuramente l’inizio dei lavori della cerchia cinquecentesca rappresentava un evento fondamentale di quella lunga storia. Dunque nel 1994 per le Mura di Lucca ricorreva il 450esimo anniversario dell’inizio dei lavori. Una data che non poteva essere dimenticata per l’imponenza e l’importanza dell’opera. Le Mura dovevano essere uno strumento militare ma, fortunatamente, non ci fu l’occasione di provarne la resistenza agli assalti nemici. Così con il passare degli anni e poi dei secoli questa enorme costruzione è diventata il simbolo di Lucca; un simbolo di pace. Si potrebbe dire un abbraccio e anche un girotondo attorno alla città storica».
In sintesi furono quattro i motivi che avevano indotto le due associazioni a organizzare il girotondo. Anzitutto la storia, ovvero i 450 anni dall’inizio dei lavori su progetto di Jacopo Seghizzi. Uno dei meriti dell’iniziativa fu proprio quello di ricordare all’intera città di Lucca questo anniversario che altrimenti rischiava di passare inosservato, come molti altri che sono stati dimenticati. Invece fu messo in moto un meccanismo che progressivamente amplificò la riscoperta delle Mura portando anche a risultati concreti, tra cui è necessario ricordare la massiccia adesione di volontari che dettero da fare nei mesi della primavera 1994 per sostituire il Comune, all’epoca commissariato, nell’opera di manutenzione e pulizia del verde delle Mura.
Per i lucchesi fu sicuramente una dimostrazione di grande attaccamento nei confronti delle Mura e più in generale dell’intera città. Un anniversario che venne celebrato in maniera nuova e con un coinvolgimento che non avrebbero avuto altre manifestazioni come convegni, mostre o conferenze. In questa opera un ruolo determinante venne svolto, come era logico attendersi, dal C.I.S.C.U., l’allora Centro internazionale per lo studio delle cerchia urbane, in particolare dal suo Consiglio direttivo e dall’allora presidente, dottoressa Roberta Martinelli. Non mancarono infatti i doverosi risvolti culturali. Una delle commissioni di lavoro in cui era articolato il Comitato organizzatore del girotondo, coordinata dalla stessa dottoressa Roberta Martinelli, si occupò proprio della memoria storica organizzando:
- una conferenza incentrata non tanto sulla storia ma sulla necessità di intervento per le alberature e la manutenzione del verde delle Mura;
- un’interessantissima mostra con i disegni originali di Jacopo Seghizzi, promossa dalla Fidapa in collaborazione con l’Archivio di Stato;
- una sintetica pubblicazione in cui venne ricordata la pagina della storia relativa all’arrivo a Lucca dell’ingegnere Seghizzi e all’inizio dei lavori di costruzione della nuova cerchia delle Mura.
Il secondo motivo fu la solidarietà nei confronti del prossimo. Era un preciso obiettivo del girotondo il far riscoprire gli ideali della condivisione, soprattutto attraverso il Volontariato che trovava a Lucca la propria capitale ideale a livello nazionale. Il gesto del camminare insieme, mano nella mano, sembrò a tutti l’espressione migliore, la più bella, della condivisione. Un vero segno di solidarietà con gli altri, che nella giornata del girotondo si concretizzò ulteriormente quando alcuni partecipanti alla manifestazione si impegnarono a spingere la carrozzella delle persone invalide partecipanti. Sempre sul versante della solidarietà e del volontariato si inserì una mostra curata dal Centro nazionale per il volontariato ospitata, nella giornata della manifestazione, nella casermetta davanti al Villaggio del Fanciullo.
La solidarietà è proprio il camminare insieme prendendosi per mano, il condividere con gli altri, come avviene in un girotondo. Nel senso compiuto della solidarietà non si parla infatti di dividere; ciò vorrebbe dire soltanto che io prendo la mia parte e tu la tua, poi ognuno se ne va per la sua strada. La vera solidarietà avviene quando io prendo del tuo e tu del mio e quindi si continua insieme la strada, uniti proprio da quanto abbiamo condiviso. Ecco allora che al grande girotondo sulle mura furono invitate anzitutto le associazioni del volontariato: da quelle che operano nei più tradizionali settori sanitari e sociali fino a quelle più recenti che si occupano dei beni culturali o della promozione sportiva. Naturalmente l’invito ad essere presenti, a prendersi per mano, fu rivolto a tutta la cittadinanza.
A ribadire questo intento ci fu il logo che riuniva vari elementi che confluirono nell’iniziativa proposta. In primo piano c’erano due mani unite, proprio come deve avvenire nel girotondo. Ma a ben guardare il contorno delle due mani formava un cuore, simbolo dell’amore, della condivisione, dell’amicizia, che sono caratteristiche della solidarietà. Inoltre si poteva osservare che le stesse due mani sembravano tracciare una “V” che naturalmente era l’iniziale di Volontariato. In secondo piano si trovava invece una grande “T”, iniziale di Testimonianza. Era quanto richiesto ai partecipanti al girotondo sulle Mura. Dare una testimonianza, vivere in prima persona gli ideali della solidarietà. Infine tutti gli elementi grafici del logo formavano il contorno di un baluardo, segno tipico delle Mura di Lucca di cui si festeggiavano i 450 anni dell’inizio dei lavori. Il richiamo al monumento-simbolo della nostra città, che ospitava il girotondo più grande del mondo, era sottolineato anche dalla retinatura a mattoncini che colorava la “T” in secondo piano. A questo logo si aggiunse poi un bel disegno di Maria Stuarda Varetti.
Un terzo motivo fu naturalmente la riscoperta delle Mura. In passato questo monumento era stato riproposto di volta in volta all’attenzione della cittadinanza con varie manifestazioni sostenute con impegni di spesa anche principeschi dall’amministrazione comunale. Il girotondo invece non pesò sulle casse comunali. Per contro consentì di raccogliere fondi destinati anche a piantare due nuovi alberi. Insomma si trattò di dimostrare solidarietà anche nei confronti delle Mura. Il monumento simbolo della città, nonostante i precedenti restauri finanziati dal Fio, soffriva all’epoca per la mancanza di manutenzione. Il girotondo risvegliò l’attenzione al problema Mura e consentì anche ad altre Associazioni ed enti di promuovere iniziative più mirate, a cominciare proprio dalla pulizia di baluardi e cortine anche con il taglio dell’erba, iniziativa promossa dal Ciscu e andata avanti per alcuni mesi tra la primavera e l’estate 1994. La cerimonia di consegna dei due lecci alle Mura, svoltasi sabato 15 ottobre 1994, chiuse idealmente quella fase di riscoperta e di ritrovata attenzione nei confronti delle Mura.
Il quarto motivo fu ovviamente l’agonismo. La manifestazione promossa e realizzata il 7 maggio 1994, omologata nel mese di ottobre dal GUINNESS DEI PRIMATI, fu senza dubbio anche un evento sportivo. Sicuramente una prova di resistenza, come venne dimostrato dalle oltre quattro ore e mezzo necessarie a completare l’impresa. Aver realizzato e raggiunto un record simile non fu impresa da poco. Altri ci provarono, già nel corso del 1994, ma non ci riuscirono, segno evidente che non era così facile. Fu anche una dimostrazione di competizione sana, all’insegna dello sport puro, nobile; nel rispetto dell’ambiente e degli altri. Fu offerta a tutti, lucchesi e turisti, l’opportunità di poter dire «c’ero anch’io», «anch’io sono entrato nel mitico Guinness dei primati». Al di là della certificazione ufficiale per gli organizzatori il record era già raggiunto alla vigilia della manifestazione, quando si resero conto che, in ogni caso, erano state coinvolte migliaia di persone ed era stato fatto del girotondo un bel pretesto per «mettere in giro» lo spirito del volontariato e della solidarietà che a Lucca è nato assieme, anzi qualche anno prima, della storica cerchia avviata da Jacopo Seghizzi, visto che la nascita della Misericordia risale all’anno 1540.
Se a Trento la manifestazione era stata intitolata «Tremilatrecentotrentatré Trentini» e si era snodata lungo un percorso di 3.333 metri nelle strade e piazze di quel centro storico, a Lucca sfruttando le caratteristiche della cerchia delle nostre Mura urbane realizzare il primato del girotondo più grande del mondo fu più facile non essendo necessario chiudere le strade al traffico automobilistico. Poiché in questa “sfida” non contava la lunghezza del percorso (l’anello delle Mura comunque misura 4.195 metri) ma il numero dei partecipanti la manifestazione del 7 maggio 1994 venne chiamata: «IN CINQUEMILA SULLE MURA DEL CINQUECENTO».
Alla fine vi presero parte oltre 7.000 iscritti; 5.583 partecipanti ufficiali notificati al via; 5.448 i partecipanti che completarono almeno un giro delle Mura (valore quest’ultimo che rappresentò il Guinness dei primati). La manifestazione iniziò alle ore 15,05 con la partenza del primo girotondista e si concluse alle ore 19,41 e 7 secondi con l’arrivo del primo girotondista per la terza volta di fronte al tavolo del notaio e dei testimoni.
La presenza di migliaia di persone sulle mura urbane rappresentò un motivo di grande richiamo anche per il pubblico. Come per ogni grande festa che si rispetti ci fu una colonna sonora, prevedendo per ognuno degli undici baluardi delle Mura, un momento di animazione. Fu costituito dall’esibizione, prolungata per tutta la durata della manifestazione di gruppi bandistici, di corali, di allievi delle scuole di ballo, di cantanti, di gruppi musicali lucchesi. Lungo i viali sopraelevati delle Mura fu montate anche un impianto fonico una specie di «Radio-Girotondo» per diffondere musica e comunicati relativi all’andamento della manifestazione, a cura dell’emittente Radioduemila.
Baluardi e Castelli delle Mura vennero animati con varie esibizioni mentre nelle Casermette vennero allestite alcune mostre. Ricordiamo che ci furono:
Baluardo Santa Maria: punto di ritrovo, partenza e arrivo del girotondo; «Radio Girotondo» realizzata in collaborazione con Radio 2000; Spazio dedicato alla presentazione delle attività del Collegio degli Infermieri professionali di Lucca; Servizio assistenza sanitaria con il «Cardiocamper» degli Amici del cuore; ristoro.
Baluardo San Paolino: esibizione dei Gruppi di Ballo e Ginnastica di: Ginnastica Artistica Lucca; AS Lucca Ginnastica; Ginnastica Ritmica Lucca; AS Eta Beta Club; nella casermetta presentazione delle attività del Ciscu.
Baluardo San Donato: esibizione di Sbandieratori e Balestrieri della Compagnia Balestrieri di Lucca; tenda con presentazione delle attività dell’Associazione nazionale Alpini di Lucca; nella casermetta presentazione delle attività della Compagnia Balestrieri.
Baluardo Santa Croce: esibizione del Gruppo Bandistico «La Campagnola» di Marlia; servizio di assistenza sanitaria a cura della Croce Rossa di Lucca.
Baluardo San Frediano: esibizione del Corpo Musicale «MOA» della Brigata Paracadutisti «Folgore».
Baluardo San Martino: esibizione del Gruppo Musicale «BAHAI» Lieght in the darkness; servizio di assistenza sanitaria a cura della Misericordia di Lucca.
Baluardo San Pietro: esibizione del Gruppo Bandistico di Porcari; nella casermetta mostra sulle attività del Volontariato a Lucca.
Baluardo San Salvatore: esibizione del Gruppo bandistico di Colle di Compito
Baluardo La Libertà: esibizione del Gruppo Bandistico «Puccini» e del gruppo folkloristico «La Castellana» di Nozzano; servizio di assistenza sanitaria a cura della Croce Verde di Lucca.
Baluardo San Regolo: esibizione del Gruppo Bandistico di Valdottavo; nella casermetta mostra sui funghi a cura del Gruppo micologico di Lucca.
Baluardo San Colombano: esibizione del Gruppo Bandistico «Città di Lucca».
Castello di Porta San Pietro: esibizione del coro «Il Baluardo» di Lucca.
Castello di Porta San Donato: esibizione della corale «Santa Cecilia» di Marlia.
Castello di Porta Santa Maria: esibizione della «Schola Cantorum Belvedere» di Gragnano.
Pensando al ricordo dell’evento di circa 30 anni fa si trovano vari video e documenti su internet. Per esempio:
www.donbaroni.it/LinkClick.aspx?fileticket=wT0mSu2Sapg%3d&tabid=443&mid=3052&language=it-IT.
Potrebbe essere il momento giusto, proprio come avvenne in quei primi giorni del dicembre 1993, per provare a ipotizzare nuove iniziative che, anche se non mirate a entrare nel Guinness dei primati, possano rilanciare l’attenzione sulle Mura.
Grazie per l’interessante articolo che riporta alla ribalta le iniziative di tre decenni fa relative alle Mura di Lucca. Penso anch’io che sarebbe bene organizzare qualche evento nel 2024 che, oltre al festeggiamento dei 480 anni dalla posa dei primi mattoni dell’attuale cerchia, potesse innestarsi negli eventi del centenario della morte di Puccini. Idea troppo azzardata?