La struttura che ha ospitato il cosiddetto manicomio di Maggiano era, in origine, sede del Monastero dei Canonici Lateranensi di Santa Maria di Fregionaia. In seguito, il 20 Aprile 1773, la Repubblica di Lucca istituì – quale dipendenza dello Spedale cittadino di San Luca della Misericordia – lo Spedale per i Pazzi di Fregionaia, destinato al ricovero e alla custodia di persone affette da disturbi psichiatrici.
Durante i primi anni di vita dell’ospedale, al suo interno furono prevalentemente applicati sistemi di tipo custodiale, mentre a partire dal secondo decennio dell’Ottocento cominciò ad adottarsi, come terapia riabilitativa, anche l’occupazione artigianale e agricola dei pazienti.
Proprio nel corso dell’Ottocento si registrò un progressivo aumento degli internati, dovuto anche all’annessione di Lucca al Granducato, con il conseguente ricovero di persone provenienti da territori che in precedenza non appartenevano alla giurisdizione della nostra città. Proprio in considerazione del notevole incremento dei pazienti e dell’insufficiente numero di dimissioni, si verificò ben presto un significativo sovraffollamento che impose vari e progressivi ampliamenti della struttura.
Nel 1913 il Regio manicomio di Fregionaia passò sotto la gestione amministrativa della Provincia di Lucca e vi rimase fino alla storica riforma sanitaria del 1978, anno in cui quello di Maggiano risultava essere il più antico manicomio d’Italia.
Al momento dell’emanazione della cosiddetta “Legge Basaglia” – che aveva come scopo proprio quello di riformare l’organizzazione dell’assistenza psichiatrica ospedaliera e territoriale proponendo un superamento della logica manicomiale – il manicomio di Maggiano confluì sotto la gestione dell’U.S.L., che avviò la fase conclusiva dell’ospedale fino alla definitiva chiusura del 1999.
“Gran parte dei pazienti non erano affatto matti, erano piuttosto persone che in un punto della loro esistenza erano rimaste vittime di una crisi psicologica, dovuta però non ad una patologia organica ma all’estrema durezza della loro vita”.
Dal libro “Maggiano, gli anni del cambiamento (1958-1968)” – scritto da Giovanni Cantini e Marco Natalizi ed edito qualche mese fa dalla casa editrice Maria Pacini Fazzi, su impulso della Fondazione Mario Tobino – che offre un quadro lucido e approfondito di ciò che è stato il manicomio di Maggiano negli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale, attraverso una serie di affascinanti interviste a medici, infermieri e degenti che raccontano la vita all’interno della struttura e i tentativi di quel periodo di modificare le metodologie di assistenza ai pazienti psichiatrici.
Foto del fotografo Giacomo Doni, che ringraziamo: www.giacomodoni.com