Proseguendo l’articolo precedente sull’origine del nome Camp Darby, vediamo adesso una sua piccola curiosità.
La piazza principale della base americana di Camp Darby è intitolata al Soldato Scelto Masato “Curly” Nakae; un “NISEI”.
Ma chi erano i NISEI?
I NISEI, erano i giapponesi di seconda generazione che abitavano nelle Isole Hawaii al momento dell’attacco di Pearl Harbor. Erano i figli dei migranti giapponesi nati in America.
In seguito all’attacco a sorpresa della base navale americana, sferrato vigliaccamente da parte degli aerei della Marina Giapponese, (la dichiarazione di guerra venne consegnata poco dopo l’attacco, per motivi. ..diversi), il Presidente americano Roosevelt emise, un paio di mesi dopo, l’Ordine Esecutivo 9066 che prevedeva la cattura e l’internamento di tutti i residenti negli USA di origine giapponese; l’ordine sarà rivolto anche ai tedeschi e italiani che vivevano in America, considerati pertanto immediatamente potenziali “nemici”.
Nel 1980 questo ordine peraltro verrà dichiarato illegittimo dal Congresso, perché ritenuto non legittimato da necessità militari, ma solo da evidente pregiudizio razziale.
Di fatto tutti i cittadini giapponesi, e successivamente anche molti tedeschi e italiani, vennero rinchiusi in dieci campi di concentramento chiamati “Relocations centre”: niente a che vedere con i lager tedeschi, sia chiaro. La gente era piuttosto libera, poteva lavorare, e aveva un tenore di vita civile decisamente accettabile. Ma erano tutti monitorati e controllati per evitare una possibile attività di spionaggio.
D’altra parte gli stessi giapponesi delle Isole Hawaii, ormai perfettamente naturalizzati americani (erano nati in America e si sentivano, erano, americani a tutti gli effetti) si vergognavano profondamente dell’attacco vigliacco sferrato dal governo nipponico alle navi americane; per questo motivo, per riscattare la vergogna, molti di loro chiesero di poter combattere per il Governo americano.
Le autorità a questo punto posero sotto stretta sorveglianza la posta, le telefonate e i contatti di queste persone, e quindi verificati i sentimenti di vera “americanità”, autorizzarono la costituzione di alcune unità dell’esercito.
In particolare fu costituito, tra gli altri, il 442° Reggimento fanteria: soldati “Nisei” al comando di Ufficiali bianchi.
Il motto reggimentate era: “GO FOR BROKE”
Questo reggimento entrò in combattimento in Italia, ad Anzio, il 28 maggio 1944. Combatterono a Monte Cassino, e per l’alto tasso di perdite il 100° Battaglione del 442° Rgt. venne soprannominato “il battaglione cuore viola”.
Per spiegarne il significato va precisato che “Il Cuore Viola” o “Purple Hearth” è la decorazione che viene tributata a tutti i feriti o deceduti in combattimento nell’Esercito Americano
Poi i NISEI combatterono con impegno e valore in Toscana, a Belvedere e a Suvereto, presso Cecina, sul fiume Arno.
A Greve la Compagnia “Charlie” del 442° Rgt lasciò su un ponte la scritta “Los Angeles city limits”; la scritta c’è ancora, ma per poco. Il ponte sta per essere demolito
Successivamente i nippo-americani furono inviati nel sud della Francia. In particolare in Lorena, nei pressi di Bruyères, compirono la loro più valorosa impresa: il salvataggio del “Battaglione Perduto” nell’ottobre del 1944; i Nisei salvarono dall’accerchiamento i soldati texani del 141° Infantry Regiment, completamente isolati oltre le linee tedesche. Peraltro precedentemente i soldati texani del 141° notoriamente poco affini per motivi razziali al carnato nipponico…
Ma questi ultimi ignorarono la discriminazione e combatterono duramente per salvarli!
Dopo questa epica impresa che riscosse l’ammirazione da parte delle massime autorità militari americane, tanto da far dire al Generale George C. Marshall, Segretario di Stato USA «Sono stati superlativi. Gli uomini del 100°/442° hanno subito perdite terrificanti. Hanno mostrato coraggio e formidabile spirito combattivo… tutti li volevano.»
Il 442° Reggimento NISEI è l’unica unità americana che non registra un solo caso di diserzione!
Successivamente i nippo-americani combatterono nel Sud della Francia. Vennero quindi chiamati nuovamente sul fronte italiano, in rinforzo alla 5° Armata, per lo sfondamento finale della linea Gotica. Furono aggregati alla 92ª Buffalo, settore tirrenico.
Passarono anche da Lucca.
Qui sono fotografati con il Comandante Generale Mark Clark sotto il porticato di Vicolo dell’Altopascio, in Centro Storico a Lucca.
Innumerevoli furono le azioni di valore e di coraggio di questi piccoli ma valorosissimi soldati, impegnati a combattere duramente per salvare l’onore del loro popolo, che sentivano infangato per l’attacco a tradimento.
Impersonificavano l’autentico spirito dei Samurai.
Tra i tanti episodi di valore mi piace segnalare quello del 5 aprile 1945; siamo quasi alla fine della guerra, zona di Strettoia-Pietrasanta, …Il soldato Sadao Munemori, un ragazzino di 22 anni, dopo aver assaltato e conquistato una trincea nemica, riceve il lancio di una bomba a mano tedesca che cade nella sua postazione, dove si trova con due commilitoni. Sadao non esita a buttarvisi sopra per salvare gli altri due soldati, finendo dilaniato dalle schegge mortali.
Riceverà la Medal of Honor. A lui è dedicato un monumento lungo viale Apua, opera dello scultore locale Marcello Tommasi.
Ancora, durante una azione nella zona di Pisa, il 19 agosto 1944, il soldato Masato “Curly” Nakae, 24 anni, si distinse per uno straordinario atto di eroismo in combattimento contro i tedeschi. Il suo fucile mitragliatore era stato danneggiato da una granata lanciata dalle forze nemiche, ma Nakae raccolse il Garand M-1 di un compagno ferito ed iniziò ad avanzare. Nonostante fosse stato ferito gravemente a sua volta “Curly” Nakae continuò a sparare ed a lanciare granate contro i nemici costringendoli alla ritirata; la sua azione fu determinante per permettendo agli Alleati la conquista della città di Pisa.
Per questa azione gli fu tributata la seconda onoreficenza, la “Distinguished Service Cross”; solo nel 2001 Il Presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton, farà revisionare tutte queste seconde decorazioni, tributate “limitate” per motivi razziali; ben 22 di esse verranno convertite nella massima onoreficenza, la Medal of Honor.
Inoltre, come abbiamo scritto in inizio, la piazza centrale della base americana di Camp Darby è intitolata a lui.