Giustizia e Covid-19: quali soluzioni per la tutela dei diritti dei cittadini?

-

Le problematiche del periodo, ovviamente, non hanno risparmiato neppure i palazzi di Giustizia. Com’è cambiata e come cambierà la vita nei Tribunali? Ne parliamo con Lelia Parenti, avvocato civilista, figlia d’arte e oggi Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lucca.

Avvocato, veniamo subito al punto, la giustizia si è fermata? Nei Tribunali qual è, oggi, la situazione?

Gli ultimi due mesi sono stati e sono tuttora estremamente difficili per le nostre vite e, non nascondiamocelo, anche per il settore giustizia. Le rigide restrizioni dovute al lockdown del paese hanno comportato un’inevitabile compressione dell’attività giudiziaria in tutta Italia e, quindi, anche a Lucca. Peraltro nel nostro Tribunale c’è stato anche un focolaio di Covid-19 che ha imposto la sanificazione di tutti i locali del Palazzo. Purtroppo a causa del virus è venuto a mancare un Giudice onorario, l’Avv. Carlo Mancini, che a nome di tutto l’Ordine degli Avvocati voglio ricordare con rispetto, stima e grande apprezzamento per le qualità umane e per il lavoro svolto. Il periodo non è semplice nemmeno per la giustizia, è inutile dirlo. Qui da noi, poi, oltre al blocco di quasi tutte le udienze, in questi mesi alcuni cancellieri si sono ammalati e altri sono stati in quarantena. A causa di tutto ciò il Tribunale ha visto una ridotta presenza del personale di cancelleria, con un inevitabile ritardo rispetto alle richieste dei difensori e dei cittadini. L’accesso a noi legali, durante questo periodo, è stato comunque garantito un’ora al giorno per lo svolgimento delle attività indifferibili. Inoltre, su precisa richiesta del Consiglio dell’Ordine, al fine di salvaguardare il diritto di difesa dei nostri assistiti, è stato assicurato un sistema di ricezione delle istanze urgenti dei difensori, che in questo modo potevano comunicare a mezzo email con i cancellieri che lavoravano in remoto, in sicurezza da casa. Noi avvocati, quindi, ci siamo stati, ci siamo e non abbandoniamo la nostra funzione, i nostri valori e il nostro compito di tutela e presidio dei diritti. Da parte di tutti noi è stato fatto un lavoro significativo e, a tal proposito, vorrei ringraziare pubblicamente anche il Comitato Pari Opportunità, la Camera Penale, l’AIAF, Aiga e l’Osservatorio sulla Famiglia per quanto fatto in questa fase critica.

Nell’ambito del settore Giustizia, come valuta la gestione di questo periodo da parte delle Istituzioni? Si poteva fare, a suo avviso, qualcosa di diverso?

Glielo dico onestamente, in un momento emergenziale come questo non me la sento e non mi permetto di muovere critiche a chi ci governa. Non sono un politico e, pertanto, non mi compete dare giudizi sull’operato di chi sta gestendo questa gravissima crisi sanitaria e socio-economica. Sono un avvocato, e quindi un operatore del diritto. Come tale, l’unica cosa che mi sento in dovere e in diritto di chiedere è la massima attenzione ed organicità nel trattare la giustizia, un settore che insieme alla scuola e alla sanità rappresenta la civiltà di uno Stato.

È stato introdotto, fino al 31 Luglio, il processo da remoto, ovvero a distanza, per evitare assembramenti nei Tribunali. In che cosa consiste e, sinceramente, cosa ne pensa?

Innanzitutto è necessario distinguere, perché le applicazioni del cosiddetto processo da remoto saranno diverse nel settore civile rispetto a quello penale. In ambito civile, in questo periodo emergenziale le cause avranno  – ove possibile – una trattazione scritta mediante delle note preventivamente mandate da noi avvocati al giudice. Pertanto, salvo che la presenza in aula non sia imprescindibile, non si terrà alcuna udienza, ma solo uno scambio di scritti difensivi. Tuttavia, in alcune materie più delicate per la persona, così come anche nel settore penale, ci potranno essere delle vere e proprie udienze in collegamento video. In questo caso gli avvocati, le parti e i soggetti processuali riceveranno, da parte della cancelleria, un invito nella “stanza virtuale” del giudice attraverso un link ricevuto per email. Una volta collegati, dovrebbe essere come trovarsi virtualmente in aula. Non è come andare in udienza di persona, con tutte le conseguenze del caso in merito alla tutela dei diritti, me ne rendo conto e ne sono ben consapevole. Credo, tuttavia, che in questo periodo sia la soluzione migliore per la salute di tutti noi. Ci tengo a ribadire che, ovviamente, questa è una situazione temporanea e provvisoria, limitata soltanto a questo periodo emergenziale.

L’avvocatura è arrivata compatta a questa soluzione? Ci sono state e ci sono preoccupazioni o voci critiche?

Rispondo con piacere a questa domanda. Certo che ci sono state, ci sono e ci saranno voci critiche e preoccupazioni. Una parte dell’avvocatura – in particolar modo i colleghi giuslavoristi e penalisti – ha comprensibilmente avanzato delle riserve su queste modalità processuali telematiche a distanza, che potrebbero comprimere il diritto di difesa dei cittadini. Queste posizioni sono state e sono un’assoluta risorsa poiché le critiche, ove costruttive, sono sempre necessarie per migliorare lo stato delle cose. Pertanto, con intelligenza e forza, la nostra categoria ha cercato di sottolineare alcune pericolose criticità del processo da remoto. Ci tengo a precisare che in questa strana “fase due” – prolungata, per il settore Giustizia, fino al 31 Luglio – sarà fondamentale il ruolo dell’avvocatura. Ce lo impone la nostra funzione sociale di garanti del rispetto e della tutela dei diritti dei cittadini. Sarà nostro compito, infatti, monitorare costantemente il corretto contemperamento tra diritti previsti dalla nostra Costituzione. Da un lato il diritto alla salute, legittimamente imposto dalla fase emergenziale e, dall’altro, il diritto di difesa. È evidente che il doveroso rispetto del primo non può pregiudicare e sacrificare il secondo. In quest’ottica – e solo limitatamente alla fase emergenziale – l’avvocatura lucchese è pronta ad accogliere anche tali forme di udienza da remoto. Ma, si badi bene, soltanto in questo preciso intervallo temporale e, ancora prima, soltanto ove ciò non svilisca l’esercizio del diritto di difesa in danno dei nostri assistiti e dei cittadini tutti.

A Lucca, in particolare, qual è stato l’approccio alla questione da parte della magistratura? In un’ottica di tutela dei cittadini, avete riscontrato disponibilità da parte dei magistrati?

L’ approccio è stato positivo. Da parte dei magistrati c’è stata disponibilità e di questo, mi creda, sono davvero felice. A partire dal 2 Marzo, infatti, c’è stata un’interlocuzione costante con il Presidente del Tribunale, Dott. Pezzuti, e con i Presidenti delle Sezioni civile e penale, Dott. Giuntoli e Dott. Boragine, che si sono sempre adoperati per far fronte alle sollecitazioni e alle puntuali richieste del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Per questo, ovviamente, li ringrazio. Siamo in attesa, adesso, delle linee guida per lo svolgimento delle udienze da remoto che nei prossimi giorni riceveremo dal Tribunale. Ci stiamo quotidianamente confrontando con i magistrati con quel senso di responsabilità, elasticità mentale ed impegno che l’avvocatura sa e deve esprimere con orgoglio e coscienza. Noi ci siamo e monitoriamo con attenzione il rispetto del diritto di difesa, in un rapporto con la magistratura collaborativo e rispettoso, ma mai supino.

Un cittadino che voglia far valere i propri diritti, oggi, cosa si deve aspettare dal sistema Giustizia? Ci sarà un’influenza sui tempi, già lunghi, dei processi?

Ripeto, noi ci siamo. L’avvocatura è pronta ad affrontare questo periodo emergenziale e, dal canto suo, cercherà sempre di rispondere alla domanda di giustizia dei cittadini, nel rispetto e nella consapevolezza del proprio ruolo e della propria fondamentale funzione sociale. In merito alla lunghezza dei giudizi, non vi è dubbio che in questa situazione critica sono maturati ritardi e rinvii a causa delle contingenze del periodo. Il nostro impegno di avvocati, però, è e sarà quello di cercare di fare il possibile affinché i disagi per i nostri assistiti siano ridotti al minimo e sia offerto alla giustizia il doveroso riguardo e la dovuta attenzione.

Giovanni Mastria
Giovanni Mastria
Nato a Lucca, classe 1991. Scrivo con passione di cultura, attualità, cronaca e sport e, nella vita di tutti i giorni, faccio l’Avvocato. Credo in un giornalismo di qualità e, soprattutto, nella sua fondamentale funzione sociale. Perché ho fiducia nel progetto "Oltre Lo Schermo"? Perché propone modelli e contenuti nuovi, giovani e non banali.

Share this article

Recent posts

Popular categories

Recent comments