Ufficialmente la data per la temutissima e attesissima fattibilità da parte del Comune sul progetto targato Fondazione e Coima è fissata per il prossimo 25 marzo, o almeno è quello che sanno i cittadini.
Ma notizia esclusiva e clamorosa è che in quei giorni c’è un’altra interessante scadenza: il prossimo 29 marzo, infatti, è fissato il termine ultimo per presentare le offerte, con relativo computo, a Coima da parte delle ditte selezionate, anche lucchesi, per partecipare alla gara d’appalto dei lavori. In pratica pare sia già stato tutto deciso, da cosa verrà ricavato all’interno dello stabile a chi effettuerà i lavori.
Ci spieghiamo: nonostante l’attesa e il temporeggiare – un po’ sospetto, considerando anche l’entusiasmo iniziale – del Comune, i milanesi maestri del cemento hanno già selezionato una serie di ditte costruttrici alle quali, addirittura in data 25 gennaio, hanno mandato l’invito di partecipazione alla gara.
Pare, quindi, che siamo ormai a un punto che è ben oltre la fattibilità, ed ecco infatti un’altra rivelazione: nella documentazione inviata ai protagonisti della gara è stato recapitato, infatti, anche il progetto definitivo dettagliato, compreso di computo metrico, gestione del cantiere, cronoprogramma, elaborati strutturali, impiantistici e architettonici, compresa la famosa passerella che collegherà lo stabile alle Mura.
Ma c’è di più: oltre alla presenza del progetto suddetto, che riguarda l’esterno dello stabile, e quindi la parte relativa al project financing, è già pronto anche il progetto completo dell’interno della parte sud della Ex Manifattura. Non manca, ovviamente, anche il documento per eccellenza, e cioè quello relativo alla riservatezza in cui “le parti si impegnano a mantenere riservate tutte le informazioni di cui verranno a conoscenza o siano venuti a conoscenza”. Niente di nuovo, se non fosse che quella che ci presentano da mesi e che continuano a propinarci – anche con un certo fastidio – sia il Comune, sia Coima e Fondazione, come una semplice “proposta” è in realtà un vero e proprio progetto pronto per essere realizzato.
Alla luce di ciò, è inevitabile pensare che Coima abbia apparecchiato tutto a dovere, muovendosi in anticipo di vari mesi rispetto a qualsiasi altro progetto “rivale” e pianificando la composizione della RTI (raggruppamento temporaneo previsto in gara di appalto) per procedere in modo spedito alla realizzazione, forse forte del fatto che l’Amministrazione – passato il momento di tentennamento – darà il definitivo via libera.
Inoltre, nonostante la smisurata opera di convincimento fatta dal duo Bertocchini-Catella, i quali hanno tentato di portare tutti sotto l’ala protettiva della Fondazione (Coldiretti, Confcommercio e via dicendo), c’è da ricordare che la SGR milanese, in ogni caso, cadrebbe comunque in piedi: infatti, nel contratto stipulato tra Fondazione e Coima c’è il diritto al rimborso in favore della SGR stessa se il progetto non dovesse andare a buon fine, rimborso – è opportuno sottolinearlo – fatto con i soldi della Fondazione, e quindi dei lucchesi.
Tuttavia, quello che ci preme di più è la posizione del Comune: a questo punto, infatti, è logico e lecito avere dubbi anche sulle presunte richieste di modifica fatte nell’ultimo anno, visto che il progetto fatto pervenire alle ditte lucchesi con lettera firmata il 25 gennaio 2021 da Coima – sul quale, quindi, preparare la documentazione – è datato dicembre 2020.
Ma, in ogni caso, ci domandiamo: questa Amministrazione e il nostro Sindaco che ruolo hanno?
Perchè, con tutto il rispetto, se davvero essi non sono a conoscenza di tutto questo, e quindi nemmeno del fatto che c’è un progetto definitivo, quelle poltroncine di Palazzo Orsetti su cui siedono forse non sono proprio il posto in cui dovrebbero essere. Perchè dopo un anno, con battaglie cittadine mai viste in tempi recenti e un intervento edilizio che potrebbe cambiare la storia della città, è un po’ difficile – se ci è permesso – credere alla ingenuità degli amministratori che continuano a prendere tempo. Tempo, poi, in attesa di cosa? Forse per dire tra qualche mese che, nonostante il grande sforzo, non è stata chiusa la trattativa e quindi la palla passa in mano ai prossimi in carica?
Se invece questo progetto, come quello della parte interna della Ex Manifattura Sud – e lasciamo volentieri in disparte, per un attimo, i piani attuativi – si trova già sulle scrivanie del Comune, la dinamica cambia notevolmente. E non c’è bisogno di spiegare i motivi, perché potete arrivarci da soli.
In entrambi i casi sarebbe un peccato, non solo per i cattivi all’opposizione ma anche per i tanti appartenenti alla “Lucca buona” (Tambellini dixit) e che, ormai delusi, oggi si sentono smarriti a causa della gestione dell’intera questione Manifattura.
Insomma, oggi il progetto sembra pronto. Il regista deve solo scegliere la ditta che seguirà i lavori e quello che ancora manca sembrerebbe la veste formale da dare a questa vicenda, che probabilmente si concluderà con l’ennesimo inchino della città a quelli che ormai sembrano i suoi veri padroni: i gli uomini della Fondazione Cassa di Risparmio.
L’amministrazione comunicherà ai cittadini che l’attesa è finita o, ancora una volta, dovremo accontentarci del solito, assordante, silenzio?