Prosegue il nostro approfondimento politico in vista delle prossime elezioni regionali: quest’oggi abbiamo intervistato Elisa Montemagni – candidata per la Lega e già consigliere regionale nella scorsa legislatura – la quale ci ha esposto il suo programma e ci ha illustrato le sue idee per il futuro della Toscana, esprimendo un parere anche sugli equilibri all’interno del centrodestra e sul passato politico del suo Partito.
Elisa Montemagni, in caso di sua rielezione quali istanze del territorio porterà in Regione e in che cosa consiste il suo programma?
La provincia di Lucca merita la massima considerazione da parte della Regione. Nei cinque anni in cui ho svolto il mio compito di consigliere regionale ho sempre cercato di fare da pungolo verso chi deteneva il potere al fine di cercare di risolvere gli svariati e delicati problemi legati, ad esempio, alla sanità, al lavoro, alle infrastrutture, alla viabilità, al turismo, alla caccia e all’ambiente, tutte tematiche molto importanti per il territorio. Da sempre amo confrontarmi con i cittadini per capire le reali esigenze e le problematiche di ognuno di loro. Il mio programma verte su un impegno complessivo di rilancio della lucchesia, un territorio che ha molte potenzialità tuttora inespresse, anche perché compresse da una malagestione targata PD.
I cittadini lucchesi si sentono talvolta molto lontani da Firenze…e non solo metaforicamente: il treno che collega le due città impiega infatti un’ora e cinquanta minuti per arrivare a destinazione, poco meno di quanto ci metteva 50 anni fa. Vuole prendersi, in questa sede, un impegno formale per cercare di migliorare questa situazione?
Il tema legato ai difficili collegamenti ferroviari con il capoluogo regionale non può più essere colpevolmente tralasciato, ed è assurdo che nel 2020 ci sia un solo binario su una tratta di collegamento così importante. La Toscana ha diverse zone d’ombra nell’ambito del trasporto su rotaia, e la linea Lucca-Firenze è sicuramente tra le più tormentate. Certamente, se il Centrodestra vincesse, questo problema sarebbe sicuramente all’ordine del giorno perché le infrastrutture nella nostra Regione sono sempre state promesse ma mai realizzate, e questa carenza ha portato uno sviluppo inferiore rispetto alle potenzialità che il territorio offre.
Per la prima volta una Regione tradizionalmente rossa come la Toscana potrebbe passare al centrodestra. Secondo lei che cosa sta sbagliando il Partito Democratico?
Il PD è letteralmente immobile e la sua perenne staticità sta penalizzando, da anni, i cittadini toscani e quindi anche quelli lucchesi. Non possiamo più permetterci di stare al palo, per colpa dell’incompetenza, della negligenza e del lassismo di una Sinistra che pensa principalmente alla spartizione delle poltrone e al dibattito interno, più che al bene dei cittadini. Occorre un deciso cambio di rotta anche per venire incontro a quanto chiedono – giustamente – i nostri corregionali, a cui offriamo un programma alternativo concreto che può dare finalmente risposte che i territori si aspettano da troppi anni. Il 20 e 21 settembre gli elettori hanno una grossa possibilità di cambiare, in meglio, il proprio destino. Mi auguro che non se la facciano sfuggire!
Lega per Salvini è un partito che, nonostante il formale cambio di rotta e di nome, paga qualche retaggio del suo passato indipendentista e antimeridionalista: gli slogan “Roma ladrona” e “meridionali tornate a casa!” sono ancora nitidi nella memoria della gente. Cosa ne pensa di questa svolta “nazionale” che, da qualche anno, ha preso il suo partito?
Il passaggio è stato naturale e per nulla traumatico come qualcuno tende, malevolmente, a sottolineare. La sottoscritta, come molti altri leghisti toscani, ha sempre pensato più al federalismo che ad una vera scissione del Nord dal resto d’Italia. Noi siamo per un fondamentale principio di sussidiarietà. Da più parti, anche nelle regioni del Sud, si è avvertito che la Lega potesse effettivamente rappresentare il vero cambiamento e quindi abbiamo volentieri – e ripeto, molto semplicemente – allargato l’orizzonte di un partito che, peraltro, è sempre stato molto a contatto con i vari territori. Dove il cittadino chiama, Matteo Salvini e la Lega sono presenti.
L’anno scorso Susanna Ceccardi affermò che i medici del Sud dovrebbero essere pagati meno di quelli del Nord. Lei è d’accordo con queste affermazioni?
L’affermazione di Susanna Ceccardi, nostra candidata alla Presidenza della Regione, va contestualizzata e non strumentalizzata. Il suo reale intento era quello di evidenziare le notevoli e tuttora presenti differenze che esistono fra le strutture sanitarie del Nord e quelle del Sud. Un divario, talvolta colpevolmente abissale, che deve essere finalmente colmato, permettendo ai medici operanti in Calabria di poter avere a disposizione gli stessi mezzi di quelli che sono in servizio, ad esempio, nel Veneto. Non è impensabile avere una Sanità di serie A ed una di serie B. Le persone meritano, infatti, di essere adeguatamente curate sia nelle regioni settentrionali che in quelle del meridione.
Secondo vari sondaggi Forza Italia è al 7%, Fratelli d’Italia pare in ascesa e la Lega ultimamente sembra in leggera flessione. Pagate qualche errore comunicativo di Matteo Salvini o, a suo avviso, ci sono altri fattori a cui imputare questo trend?
La Lega resta saldamente il primo partito in Italia. Il Covid-19 ha creato grossi problemi anche a livello di comunicazione politica e, per un movimento come il nostro che vive la sua quotidianità a contatto con la gente, i mesi di lockdown ci hanno sicuramente penalizzato. Non siamo, dunque, minimamente preoccupati qualora venisse effettivamente riscontrata una leggera flessione, che, siamo sicuri, riusciremo ad azzerare nel breve periodo.
In futuro quale scenario si prospetta per il centrodestra che verrà? Quali saranno gli equilibri?
Nel prossimo futuro non intravedo particolari novità nell’ambito del Centrodestra. Mi sembra che il trend degli ultimi mesi dica che la Lega mantiene chiaramente la leadership, che Fratelli d’Italia sia in crescita e che Forza Italia resti la terza, comunque importante, componente del nostro schieramento. Sono certa che pure le prossime elezioni regionali confermeranno questa sorta di classifica. L’importante è che ci sia sempre coesione ed unità d’intenti fra i tre partiti.
Passiamo alle questioni locali: secondo lei chi è la persona giusta per prendere in mano il centrodestra lucchese in vista delle elezioni comunali del 2022?
Innanzitutto su Lucca c’è da costruire un progetto inclusivo, fatto sia di persone con esperienza politica, sia di nuovi volti che vogliono impegnarsi per una delle città più belle d’Italia. Chi guiderà poi questo gruppo sarà deciso in accordo con gli alleati, civici e partitici. Siamo però certi che nel 2022 il Comune tornerà in mano al centrodestra, che ha sempre dato risposte concrete ai cittadini lucchesi governando per molti anni in modo esemplare e sicuramente molto meglio di quanto non stia facendo adesso Tambellini.
A suo avviso, per queste elezioni regionali, quali novità politiche, amministrative e legislative chiedono i cittadini?
I cittadini chiedono concretezza e non più solo vacue promesse, condite dalla solita deleteria fumosità del PD. A problemi reali, si deve rispondere in modo adeguato e tempestivo. Basta tentennare, occorre rilanciare una Regione che necessita di essere finalmente guidata da persone avvedute che mettano in campo idee innovative e concrete. La Toscana ha tutte le carte in regola per diventare una Regione sempre più al top fra quelle italiane, ma è fondamentale un drastico cambio di passo ed una fattiva collaborazione fra Istituzioni e cittadino. Chi governa una Regione deve continuamente immedesimarsi nella realtà fattuale e non può agire in modo scoordinato e tardivo. I toscani chiedono fatti reali, non inutili ed improduttivi discorsi che non risolvono assolutamente le svariate criticità.