A margine di un evento privato a Lucca, abbiamo intervistato Diego Fusaro. L’ultimo dei filosofi – così come lo chiama qualcuno – ci ha illustrato il programma del partito Vox Italiae, da lui fondato. Dopo aver passato in rassegna i partiti presenti sull’attuale panorama politico italiano, poi, ci ha detto chi voterebbero secondo lui alcuni grandi nomi del passato. In chiusura, inoltre, ci ha dato la sua personale soluzione al taglio della spesa pubblica e all’eccessiva tassazione.
Fusaro, parliamo di Vox Italiae. Qual è la linea politica di questo partito, a che cosa si ispira e cosa vuole realizzare?
Vox Italiae è un partito essenzialmente socialista, quindi non liberista. E già questo lo pone fuori da ogni possibile collocazione nell’odierno scenario politico, perché oggi abbiamo partiti liberisti di destra come quelli di Salvini e Meloni, o liberisti di sinistra come quelli di Zingaretti e Fratoianni. Vox Italiae, invece, è un partito che rivendica il socialismo in quest’epoca. Un partito che rivendica il primato della comunità sull’individuo, il primato della socialità rispetto agli egoismi. Un partito che rivendica l’idea di Welfare State, che è una parola che purtroppo non si utilizza più. Vox Italiae è un partito socialista che ritiene che la sovranità nazionale sia la base per la democrazia, così come prevede l’articolo 1 della Costituzione, che è il nostro mantra quotidiano. È un partito che, proprio su queste basi, è fermamente critico rispetto all’Unione Europea, all’Euro e all’atlantismo di matrice statunitense. Noi riteniamo che per riconquistare la sovranità nazionale come base della democrazia e del socialismo occorra liberarsi da Bruxelles, uscire dalla Nato e dal giogo di Washington. Siamo, quindi, totalmente disallineati rispetto a tutti i principali partiti.
Cosa ne pensa del Movimento 5 Stelle?
La parabola del Movimento 5 Stelle la compendierei in una frase che mutuo liberamente da Nitschze:“come si diventa ciò che si combatteva”. Il Movimento è divenuto tutto ciò contro cui combatteva, ha avuto una parabola involutiva quasi kafkiana.
Cosa ne pensa del Partito Democratico?
Il PD giunge dalla gloriosa vicenda del Partito Comunista Italiano. Diciamo che il PD ormai ha tradito il P.C.I., Gramsci, Marx e i lavoratori diventando il partito di rappresentanza del capitale contro il lavoro. È diventato il partito delle classi dominanti contro le classi lavoratrici. In sostanza, il PD rappresenta una sinistra che non è più rossa ma è fucsia. Una sinistra che non è più falce e martello ma è arcobaleno, che di fatto rappresenta tutto ciò contro cui Marx e Gramsci hanno combattuto durante la loro vita.
Cosa ne pensa di Salvini e della Lega?
È il partito liberista che si finge patriottico e sovranista, ma alla destra non importa nulla della Nazione. Gli è sempre importato solo del danaro, e infatti il partito di Salvini cita come riferimento Margareth Thatcher. Di fronte a Draghi, ad esempio, dice:”Why not?”. Di fronte a Washington dice:“Siamo per Washington!”. Quindi la Lega è il caso emblematico del sovranismo liberista, il cui vero mantra è “governare per il mercato”. Praticamente è il sogno del capitale.
Se Gramsci fosse vivo, oggi, per chi voterebbe?
Si metterebbe le mani nei capelli! Voterebbe per Vox, probabilmente. Gramsci parlava di nazional-popolare, e quindi per le sinistre di oggi sarebbe populista. Gramsci parlava dei lavoratori, e quindi per questo sarebbe nemico degli interessi dell’élite capitalistica difesa dal PD. Gramsci parlava del movimento di piazza e di classe, e quindi sarebbe stato considerato un pericoloso sovversivo. Gramsci oggi è formalmente celebrato, ma è rinnegato nei fatti. Anzi, forse voterebbe Marco Rizzo. È una cara persona, molto onesta ed è rosso e non fucsia. Quello di Marco Rizzo, tuttavia, è un partito che fa più folklore che politica. Perché per far politica devi egemonizzare uno spazio pubblico, lui invece sembra più interessato a una ritualità folklorica che non sarà mai egemonizzante. Certi simboli, ad esempio il richiamo a Stalin, uno può capirli o meno ma senz’altro non sono egemonizzanti. Però si, forse Gramsci voterebbe per Marco Rizzo. Oppure voterebbe Vox, non lo so, non ci ho mai pensato!
E Benito Mussolini, chi voterebbe se fosse vivo?
Di sicuro non per la Meloni, perché quello è un partito ultraliberista. Probabilmente non voterebbe, oppure si metterebbe le mani nei capelli che non aveva! Se fosse vivo prenderebbe a calci nel sedere tutti i partiti di questa destra bluette, che di fatto sono liberisti. Però, ecco, non provenendo da quell’esperienza non so giudicare. Sicuramente non avrebbe mai accettato quell’atlantismo di cui si riempie la bocca la destra oggi, così come non avrebbe mai accettato di vedere certi arrembanti top manager militare nella destra.
Se lei avesse diritto di voto in Toscana, alle prossime regionali chi voterebbe? E, secondo lei, chi le vincerà?
Devo essere sincero, non sono molto ferrato sulle vicende toscane. Personalmente voterei Marco Rizzo. Se ci fosse voterei ovviamente Vox, ma non c’è e allora spero che ci sia nelle prossime!
Siamo in chiusura: a livello sociale ed economico, l’Italia come sta reagendo a questa globalizzazione? Quale destino ci aspetta, secondo lei?
L’Italia sta reagendo nel peggiore dei modi perché sta cedendo supinamente alla globalizzazione, senza opporre resistenza e pensando che sia bene tutto ciò che giunge da questo fenomeno. Ultimo caso è quello del Recovery Fund, che è stato accettato con giubilo ma che di fatto imporrà nuovi importanti tagli alla spesa pubblica e nuove tasse. Praticamente è il trionfo del liberismo: tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse! E guardi che il problema non sono le tasse, ma il fatto che vanno sempre a colpire chi lavora. Colpiscono i lavoratori e non l’e-commerce, ad esempio. I grandi gruppi e-commerce sono evasori fiscali a norma di legge, perché se paghi il 3% di tasse a fronte di un lavoratore di Lucca che ne paga il 70%, non si può dire che l’evasore sia quest’ultimo, che magari fa un po’ di nero per sopravvivere! Il vero evasore è il grande gruppo e-commerce che ha il conto in Irlanda, e noi dobbiamo colpire questi gruppi. Se Vox fosse al governo avrebbe una sua soluzione ragionata e culturale a molti problemi: le tasse, ad esempio, sarebbero aumentate a questi gruppi finanziari e alle operazioni fatte da quest’ultime. Anche sull’immigrazione di massa avremmo una nostra soluzione: per legge, le aziende che volessero assumere un migrante dovrebbero pagarlo più di un cittadino italiano. Così non si può neppure dire che siamo razzisti, perché noi lo pagheremmo addirittura di più!