DAD e ragazzi sconfortati, la dottoressa Bonelli: “Fondamentale ricreare una routine anche a casa”

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A poco più di un anno dalla prima ondata e dal primo lockdown, ben poche cose sono cambiate. Una situazione lunga e stancante che sta mettendo a dura prova tutti, anche i più giovani. La Toscana a macchie rosse e arancioni prevede, in parte, la didattica a distanza per scongiurare la possibilità che il virus si insinui fra i banchi di scuola. La scuola, quella che non è soltanto le lezioni o i compiti, ma anche le amicizie, qualche risata, condivisione.

Di solitudine e ansia dovute a questo periodo di incertezza però se ne parla ancora troppo poco e spesso loro, gli studenti, dai più grandi ai più piccini, sono lasciati in balia delle loro incognite, appesi ad un telefono. La salute in primis, questo è chiaro a tutti, ma con i ritardi dei vaccini e l’emergenza che non si arresta in molti, anche tra i più piccoli, lamentano mancanza di stimoli, ‘nervosismo’, noia e il tutto non è sempre facile da gestire, neanche per le famiglie che si ritrovano a dover stravolgere del tutto la propria quotidianità.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Serena Bonelli, psicologa e psicoterapeuta, che ha espresso qualche consiglio da seguire per far si che questa ‘nuova vita’ somigli il più possibile a quella ‘vecchia’.

Quanto e in che modo i periodi di DAD e il senso di solitudine possono compromettere la serenità dei ragazzi?

Il tempo prolungato di questa condizione e l’incertezza continua in cui viviamo sono fattori che stanno facendo emergere più sofferenza a livello psicologico rispetto a qualche mese fa. I bambini ed i ragazzi mostrano stanchezza e meno coinvolgimento verso le lezioni da seguire, difficoltà nel trovare la motivazione allo studio. Si evidenziano in molti casi tristezza e noia, per la mancanza del gruppo, del contatto, del gioco, della comunicazione. La quotidianità è cambiata e, se inizialmente, è stato difficile, adesso tutto questo è logorante“.

Qualche dritta perché le famiglie affrontino al meglio questo periodo?

È fondamentale creare una routine in cui ci siano orari scanditi per la scuola, i pasti, lo studio e momenti di decompressione psicologica, in cui la mente riesca a lasciar andare lo stress, per fare spazio al divertimento, al gioco, ad una passione da coltivare a casa. I genitori hanno il compito di accompagnare i figli in questa routine, fornendo la propria presenza ed uno scambio comunicativo sicuro e continuo, attraverso il quale possano esprimere il proprio stato d’animo ed essere ascoltati. Al tempo stesso è necessario che trasmettano alcune regole ai figli, anche dentro casa, perché funzionino da argini entro i quali scorrere per non perdere la strada. Nella speranza che si trovino soluzioni ancora più efficaci e che tutto torni presto alla normalità, queste dritte sono utili per non perdere la motivazione a vivere il quotidiano“.

All’inizio forse sono stati proprio loro, i giovani e i bambini, quelli che si sono meglio adattati al cambiamento cogliendone il lato positivo della ‘novità’ (se così si può definire). Ma nessuno poteva prevedere che a pochi mesi di distanza il tutto si sarebbe ripetuto e che proprio questo ripetersi andasse a danneggiarli. La DAD, se pur fatta bene e con impegno, ha i suoi lati positivi si, ma non può compensare quello che la scuola realmente è, i rapporti che si creano. Chiaro che il tutto dipende dalla situazione personale di ognuno, ma le fragilità, più che normali, non sono affatto da sottovalutare. Lascia quindi un po’ di amaro in bocca rendersi conto che, a distanza di più di un anno, quasi nulla è stato fatto per tutelare, oltre alla salute fisica, anche la serenità emotiva del nostro futuro.

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