Da ieri è tornata la pioggia dopo un primo trimestre quasi da primato in tutti i bacini provinciali. Le previsioni stagionali.

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Ieri è tornata la pioggia su Lucca e sulla Lucchesia, praticamente dopo due settimane segnate dalla quasi totale assenza (soltanto 1,2 millimetri registrati dal pluviometro dell’Orto Botanico, il giorno 9 aprile, ovvero mercoledì scorso).

Un piccolo periodo siccitoso dopo tre mesi quasi da record per la quantità di pioggia caduta. Ma non c’è da preoccuparsi. Anche questo mese di aprile sembra destinato a registrare valori di pioggia superiori alla media storica che indica per la città di Lucca un valore di 94,3 millimetri facilmente registrabile nella seconda parte di questo mese.

215,8 millimetri di pioggia in gennaio, a fronte della media storica di 127,6 millimetri; 177,2 millimetri in febbraio a fronte della media di 106,2 e 230,6 nel mese di marzo a fronte della media di 100 millimetri. In pratica nei primi tre mesi si sono registrati sul centro storico di Lucca 623,6 millimetri di pioggia a fronte della media storica di appena 333,8. Insomma abbiamo quasi raddoppiato la media storica nel primo trimestre dell’anno mentre siamo arrivati a circa la metà della media annuale che, sempre per il centro storico di Lucca, significa 1.216,1 millimetri.

Allargando lo sguardo all’intero bacino del fiume Serchio il primo trimestre dell’anno, esattamente 90 giorni, ha registrato una media di 799,7 millimetri a fronte di un valore storico attesa di 495 millimetri. Tralasciando gli ultimi 10 giorni di marzo che hanno registrato un valore di pioggia inferiore gli 80 giorni precedenti (dal primo gennaio al 21 marzo compreso) sono stati caratterizzati da una condizione ambientale oscillante fra l’«Umidità moderata» e l’«Umidità severa» come si vede nella grafica qui sotto.

Valori di pioggia e dunque anche condizioni ambientali analoghe pure negli altri bacini del territorio provinciale di Lucca: quello di Massaciuccoli (che comprende anche Viareggio) con 423,9 millimetri di pioggia in tre mesi a fronte della media di 267,1; quello della Versilia con 766,2 millimetri di pioggia in tre mesi a fronte della media di 470,8; quello del Valdarno inferiore (che comprende anche i comuni di Altopascio, Capannori, Montecarlo e Porcari nella pianura di Lucca) con un valore medio di 550,7 millimetri di pioggia in tre mesi a fronte della media storica di 313,5.

Guardando all’ultimo anno, ovvero ai 365 giorni dal primo aprile 2024 al 31 marzo 2025, vediamo che nel bacino del Serchio sono caduti (ovviamente facendo la media tra le varie stazioni con pluviometro) 2.106,4 millimetri rispetto al valore atteso di 1.791,4 millimetri. Nel bacino del Massaciuccoli sono caduti 1.134,3 millimetri rispetto al valore atteso di 1.033,5 millimetri. Nel bacino Versilia sono caduti 1.860,4 millimetri rispetto al valore atteso di 1.632,2 millimetri. Nel bacino Valdarno inferiore sono caduti 1.296,7 millimetri rispetto al valore atteso di 1.135,1 millimetri.

Il mese di marzo 2025 è stato caratterizzato anche da una settimana segnata dai continui bollettini di valutazione delle criticità meteo, passando dal livello giallo all’arancione con una punta rossa per i 4 comuni della pianura di Lucca che fanno parte del bacino Valdarno inferiore.

Insomma lo scorso mese abbiamo visto una ripetizione quasi quotidiana di parole e di concetti che forse hanno portato all’assuefazione se non alla negazione e al tentativo di fuga dalle previsioni non gradite, senza dimenticare la facile ironia soprattutto sui social network. Eppure i dati sono stati eloquenti sia per i quantitativi di pioggia sia per i possibili effetti che si sono verificati. Comunque la Lucchesia è stata risparmiata dalla piena del fiume Serchio, dei torrenti e anche dei canali della pianura, ma le frane ci sono state e non sono state eventi imprevedibili. Andando a leggere le descrizioni degli scenari di evento previsti si trova infatti, per le criticità di tipo idrogeologico e idraulico, la «possibilità di fenomeni diffusi di instabilità di versante, localmente anche profonda, in contesti geologici particolarmente critici nonché di frane superficiali e colate rapide di detriti o di fango; possibilità di significativi ruscellamenti superficiali, anche con trasporto di materiale…» questo a fronte del livello arancione, ovvero la «possibilità di innesco di frane superficiali/colate rapide di detriti o fango in bacini di dimensioni limitate e ruscellamenti superficiali anche con trasporto di materiale con conseguenti possibili danni localizzati alle infrastrutture, edifici e attività agricole, cantieri, insediamenti civili e industriali esposti…» nel caso della criticità gialla.

Criticità diffusa quella per le frane in Lucchesia, con diverse località interessate e con molti disagi per l’interruzione delle strade. Così nel mese di marzo è stato evidenziato in alcuni aggiornamenti della Protezione Civile che «nel Bacino del Serchio più che i livelli del fiume principale preoccupa la possibilità di dissesti di versante. L’elevata saturazione del suolo espone maggiormente il territorio al rischio di dissesto e incrementa più facilmente le piene dei fiumi per ogni ulteriore quantità di pioggia caduta».

In effetti guardando ai dati della pioggia di marzo e tralasciando le giornate che hanno visto il primato di alcune località della provincia di Firenze, è evidente che la provincia di Lucca ha registrato i livelli di pioggia più elevata piazzando otto località lucchesi nella classifica «top 20» toscana. Primato confermato anche guardando i dati dell’Autorità di Bacino, con il Serchio che ha il primato della piovosità in Toscana, al pari del bacino del fiume Magra in Liguria, nei vari periodi compresi tra il primo aprile 2024 e il 31 marzo scorso.

L’abbondanza di pioggia dei tre mesi scorsi ha fatto scattare anche limitati e puntiformi aumenti dei livelli idrometrici, almeno superiori alla prima soglia di attenzione, sia per la Freddana sia sull’Ozzeri.

Praticamente arrivati al giro di boa dal mese di aprile, come direbbe il collega Antonio Lubrano «una domanda sorge spontanea». Cosa ci riservano le prossime settimane e i prossimi mesi?

Intanto da ieri e per l’intera giornata di oggi, per la Lucchesia ma più in generale per l’intera Toscana, è scattato un nuovo bollettino di criticità giallo. Previsto un calo di pressione e una circolazione depressionaria sul Mediterraneo centro-occidentale fino a giovedì prossimo 17 aprile. Nel dettaglio la previsione indica per la giornata di ieri, soprattutto dopo le ore 18, «piogge diffuse e locali rovesci con cumulati medi intorno ai 20-30 millimetri sulle aree di nord ovest (localmente superiori su bacino Versilia e sul bacino Serchio Lucca) e sul litorale settentrionale, fino a 15-20 millimetri altrove; cumulati massimi fino a 40-50 millimetri sulle zone settentrionali (occasionalmente superiori sui rilievi), altrove fino a 20-30 millimetri. Intensità oraria massima fino a 10-15 millimetri l’ora. Oggi, lunedì, nella prima parte piogge sparse più frequenti sul nord ovest; nella seconda parte piogge diffuse e locali rovesci. Cumulati medi ovunque significativi, fino a 30-40 millimetri su Lunigiana e Versilia, fino a 20-30 millimetri sulle zone settentrionali e intorno ai 10-20 millimetri altrove. Massimi puntuali intorno a 30-50 millimetri con valori localmente superiori sui rilievi ed in particolare su Appennino settentrionale e Apuane. Intensità oraria massima fino a 10-15 millimetri l’ora». Ampliando lo sguardo alla previsione stagionale, tipicamente valida per tre mesi, troviamo quali proiezioni per il periodo aprile-giugno sull’Italia ma particolare riferimento alla Toscana: aprile: temperature leggermente sopra la norma e numero di giorni piovosi superiori., Maggio: temperature leggermente sopra la norma e numero di giorni piovosi superiori; giugno: temperature sopra la norma e numero di giorni piovosi in media. Si tratta, è doveroso ricordarlo, di un servizio sperimentale che viene aggiornato mensilmente. Questa la descrizione generale riportata nella citata pagina internet del LAMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile) che è un consorzio pubblico tra la Regione Toscana e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. «L’inverno 2024-2025 è risultato veramente particolare per quanto riguarda l’interazione Stratosfera-Troposfera. Il Vortice Polare (stratosferico) è risultato estremamente forte per tutta la stagione con numerosi episodi di Stratcooling, ma raramente è riuscito a condizionare la circolazione nei bassi strati troposferici (mancanza di accoppiamento o “coupling”). Solamente nella seconda metà di gennaio e sul finire di febbraio il contatto tra troposfera e stratosfera è stato più evidente, mentre nella restante parte dell’inverno sono stati i blocchi anticiclonici, forti e talvolta persistenti, a dominare la scena anche in ambito euro-atlantico. Blocchi che però non sono riusciti a disturbare la stratosfera dove l’anomala intensità del vento può avere inibito i meccanismi di accoppiamento. Tuttavia, come preannunciato nel precedente rilascio, tra l’11 e il 13 di marzo il Vortice Polare si è indebolito a causa di un anomalo riscaldamento, dando vita al fenomeno di Stratwarming, che per il periodo dell’anno si configura come un episodio precoce di Final Warming.

Solitamente il Final Warming, accade a cavallo del 12 aprile per un riscaldamento fisiologico che si ha in stratosfera all’inizio del semestre caldo (aprile-settembre) a causa dell’aumento dell’irraggiamento solare. La letteratura scientifica in materia accomuna invece i Final Warming precoci a veri e propri episodi di Stratwarming che possono verificarsi nel periodo invernale e per questo è lecito attendersi delle ripercussioni sulla circolazione troposferica nel corso del mese di aprile e fino indicativamente alla prima parte di maggio. Sembra infatti possibile che la propagazione al livello isobarico di 50 hPa = ettoPascal equivalenti agli storici millibar, valore che misura la pressione atmosferica presente sulla superficie terrestre, (media stratosfera) possa concretizzarsi attorno al 25 di marzo per poi impattare nei più bassi strati atmosferici ad inizio aprile. Ci attendiamo, pertanto, tra aprile e la prima parte di maggio, una circolazione atmosferica con componente zonale più debole per l’azione di robusti blocchi anticiclonici sul comparto euro-asiatico, i quali potrebbero favorire l’ingresso di impulsi freddi, generalmente brevi, anche in ambito mediterraneo con un conseguente rischio di gelate tardive superiore al normale. A questo si aggiunge una maggiore persistenza delle precipitazioni in alcune zone e periodi piuttosto secchi in altre. Alla luce di quanto sopra descritto, ci attendiamo un mese di aprile e di maggio con temperature nella norma o leggermente superiori, in virtù anche delle temperature dell’Atlantico e del Mediterraneo ben superiori alla norma, e un numero di giorni piovosi superiori al normale, in particolare sull’Italia centro-settentrionale. Per giugno, basandosi esclusivamente sullo scenario prevalente fornito dai principali modelli globali per la mancanza di indici climatici utilizzabili, sono attese temperature superiori alla norma e precipitazioni in media. Non c’è da escludere tuttavia che una primavera piovosa possa rallentare l’inizio dell’estate, determinando una prima parte di giugno più instabile del normale».

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