La parola d’ordine è: “NO ASSEMBRAMENTI”. Questo termine, sconosciuto e inutilizzato forse per la maggior parte delle persone fino a qualche mese fa, ci sta ormai tormentando senza tregua.
In questi quasi due mesi di lockdown sono tante le domande che ci siamo fatte, tante le paure che ci attraversano, tanta l’incertezza di quello che sarà. Navighiamo tutti senza sapere la meta, leggiamo online le notizie, guardiamo la tv, spesso siamo inondati da una quantità di notizie che tende a confonderci ancora di più.
Nei mille pensieri che hanno attraversato e stanno attraversando le nostre menti spesso ci perdiamo ad immaginare il nostro futuro come sarà, già perché noi persone fortunate possiamo immaginarlo, perché noi persone fortunate, anche se incerto, un futuro ancora ce lo abbiamo. È sempre bene ricordarlo, a mio parere, quanto nella confusione di tutto quello che stiamo vivendo, sia giusto e doveroso fermarsi ogni tanto e pensare che si, siamo tutti sulla stessa barca, ma c’è chi su questa barca non può più salirci, c’è chi si è visto portare via la vita dei propri cari e allora in quel momento, un viaggio, un abbraccio e un concerto diventano davvero irrilevanti, diventa davvero tutto superfluo al cospetto di una vita strappata.
Non trovo giusto dilungarsi su ciò, nessuno ha una verità, nessuno ha un parere più giusto di un altro: l’inaspettato ci ha colto senza preavviso e purtroppo l’unica cosa che possiamo fare è quella di essere costantemente grati per quello che ancora, seppur ridotto, abbiamo.
Torniamo al “NO ASSEMBRAMENTI”: ok, non più spesa tutti giorni, dimagriremo, non più corsette in compagnia, non più bevute al pub, ma i concerti? Quando si pensa a un concerto potremmo dedurre che non si tratta di un bene essenziale, che forse è vero, ma bisogna sempre guardare un pochino oltre all’idea di migliaia di persone sotto un palco a cantare e ridere. Dietro ogni esibizione, dietro ogni data di un artista ci sono centinaia di persone che lavorano senza sosta, sono dietro le quinte è vero, ma ci sono e sono indispensabili alla realizzazione di un evento.
Che ne sarà di tutto questo settore che troppo spesso non viene preso in considerazione? Staranno davvero dietro le quinte per quanto tempo?
Da quanto risulta il settore dell’intrattenimento sarà l’ultimo a ripartire e al momento non ci sono date certe, il che rende ancora più difficile anche solo la programmazione di eventi.
Negli ultimi giorni abbiamo visto avanzare molte proposte per cercare di arginare, per quanto possibile, questo notevole problema: dai concerti in Drive in, un format ideato da Utopia Srl, Zoo Srl, Italstage e 3D Unfold, aziende leader nel settore della produzione, allestimento e progettazione di eventi che prevedono un’estate 2020 che ricordi gli anni’50 con spettacolari drive-in attrezzati con mega schermi e palcoscenici per tornare a cantare dal vivo. L’altra idea è quella dei concerti in streaming, un progetto molto in voga in America già prima del Covid-19, che prevede le performances degli artisti su piattaforme social da ascoltare direttamente sul divano di casa e che prevedono il prezzo di un biglietto.
Sicuramente sono opzioni papabili anche se, il sentimento predominante sull’argomento è sicuramente l’incertezza: sono soluzioni possibili ma applicabili in extremis, in casi eccezionali come questo che stiamo vivendo, la musica è condivisione e passione, energia e sentimento e così deve tornare ad essere.
A questo riguardo anche Jovanotti ha detto la sua sull’argomento: “La musica è assembramento e condivisione, non vedo altre strade. Fare musica a casa e in streaming è dettato dalle contingenze dello stare a casa, ma qualitativamente non è il massimo e pensare a un futuro così, onestamente non mi consola”.
Sicuramente, anche in questo caso, saremo costretti ad adattarci a quello che viviamo ma, per quanto in questo momento possa sembrare banale e scontato, la musica non è un bene superfluo perché cura anima e corpo.
Siamo ormai prossimi alla Fase 2 ma nessun concerto sarà permesso, giustamente, con tutta probabilità non ci saranno eventi nemmeno nella Fase 3 e nella Fase 4 ma nel momento che sarà permesso tutta quella filiera di lavoratori dello spettacolo saranno pronti a costruire ancora e meglio di prima quello che hanno lasciato in sospeso per molto tempo.
Ci stiamo allenando alla resistenza e alla pazienza, non ci resta che attendere i frutti del nostro sforzo!