Contributo di LUCIA VECCHI.
Lillero nasce come un gioco, nel 2014, da un’idea che non solo racchiude qualcosa di estremamente utile, ma che profuma tanto anche di sogno. A sognare è Violetta, che al tempo aveva solo 23 anni ed oggi, che ne ha qualcuno di più, non nasconde ancora il sorriso di chi è felice, raccontando come non sempre i desideri rimangano chiusi dentro ad un cassetto.
Sostenuta da alcuni familiari e qualche amica realizza, per la prima volta, sette Natali fa, un particolare evento dove barattando cose (oggetti di ogni tipologia) ognuno ha la possibilità di avere regali da riporre sotto l’albero, senza doverli pagare realmente, ma semplicemente lasciando qualcosa che qualcun altro a sua volta potrà prendere.
Questo è solo l’inizio di un percorso che l’ha condotta a divenire quella che è oggi: la giovane presidente di una vera associazione, che potendo contare sui molti volontari a disposizione, ha messo su un vero e proprio negozio, in un’ampia sede di circa 200mq. a Parezzana (tra Lucca e Capannori). Il riutilizzo è una cosa in cui i ragazzi di Lillero credono molto non potendo chiedere, forse nemmeno a loro stessi, di consumare meno. Sarebbe solo un’utopia. Allora provano a consumare e a far consumare meglio gli altri, permettendo a chi vuole di togliersi sfizi di farlo, contribuendo però a salvaguardare l’ambiente.
Ci mettono voglia, tempo, cuore. Ci mettono sopratutto tenacia e sono fieri di aprire le porte del Lillero a tutti, accogliendo chiunque, sempre a braccia aperte. Sia che si voglia fare una risata sia che si abbia bisogno, invece, di un po’ di caldo nel cuore.
Un posto, questo, che assomiglia tanto ad un porto sicuro per ritrovarsi quando si è allegri ma anche per rifugiarsi, in quei giorni, quando ti svegli con l’umore sbagliato e la paura che fa capolino. Lì un sorriso qualcuno riuscirà comunque a strappartelo. Addirittura c’è chi si sentiva come un’ancora dispersa su un fondale marino e con sostegno e parecchio coraggio è riuscito a ritrovare gli anelli per tornare alla nave, lacerato ma ancora vivo, anche se l’acqua era lercia come un mare inquinato nel giorno di ferragosto e la corrente non era a favore. Lillero è stato anche salvezza. Per molti.
Sono bravi, gentili e geniali i ragazzi di Lillero. Sono giovani. Tra loro c’è un’energia esplosiva che attira e convince a rimanere lì, a voler far parte di quel gruppo molto unito, dove si percepiscono occasioni concrete per costruire qualcosa, sfruttando sì il progetto, per mettere a frutto i propri ideali e le proprie passioni, ma anche per migliorarlo. Opportunità per crescere più dentro che fuori e prendere consapevolezza di quei tanti sogni che ognuno di noi sopprime, ma vorrebbe in realtà veder realizzati.
Lillero non solo è dunque un’ammirabile idea e nemmeno solo un originale negozio, ma è soprattutto uno strumento per creare qualcosa di molto più bello: l’amicizia. Qui si instaurano legami molto spesso indissolubili che nutrono cervello e anima in un ambiente sano dove nessuno mira a primeggiare. Si raggiungono obiettivi ma tutti insieme, tenendosi per mano, esultando o consolandosi.
Ed è da questi legami che si scovano nuove idee, stando insieme, mentre ci si confronta, magari confidandosi, tra una lacrima ed un sorriso. Sboccia, infatti, sempre da loro e sopratutto dalla brillante trovata di Matteo Bullentini “Stanno tutti bene”, il festival di successo arrivato alla seconda edizione questa estate, alla quale hanno preso parte più di 5000 persone affollando gli spazi di villa Lenzini. In collaborazione con i Salamini, responsabili di tutta la parte tecnica, sono riusciti a creare un evento sociale unico a Lucca, studiato apposta per far incontrare i giovani e regalare loro oltre a collettività momenti di emozionante cultura.
Lillero riapre le sue porte il 6 novembre, con una grande festa in cui sarà dedicato tempo a grandi e piccini finalmente felici di poter tornare un po’ alla normalità. Qui niente si compra e tutto si scambia. Soprattutto l’amicizia.