Con gli auguri di Buona Estate

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A Roberto Panchieri, festeggiando i 50 anni della nostra amicizia

Accolgo volentieri l’invito del segretario PD Roberto Panchieri e per questa settimana evito l’appuntamento pucciniano: del quale i giornali e il PD invece si sono molto occupati.

Al caro amico Panchieri (amico dal tempo del militare fatto assieme prima a Diano Marina, poi a Pistoia ai Lupi di Toscana con un passaggio alla bolgia ospedaliera di Bolzaneto e dopo un bel quinquennio combattivo in Consiglio Provinciale) provvedo io a porre un quesito: c’è una qualche ragione per cui il Sinedrio del PD non ha speso una parola a sostegno della mia campagna per la riapertura del Caselli-Di Simo?

Eppure a conti fatti e con l’aria che tira quell’operazione sembra avere tutti i crismi per onorare come si deve il Centenario Pucciniano.

Io qualche risposta me la sono data, ma preferisco sentire la voce di Panchieri che se non ha dismesso del tutto le buone abitudini del tempo condiviso converrà certo con me sull’importanza culturale di un luogo di socialità aperto e attivo nel cuore di Lucca

A proposito della capitale europea della cultura

Le cronache cittadine danno il giusto risalto all’iniziativa assunta dalla civica Amministrazione di avanzare la candidatura di Lucca al titolo di capitale europea della cultura per l’anno 1926. Ancora non è dato conoscere il lotto dei concorrenti, ma dai primi nomi che sono stati divulgati, la candidatura di Lucca sembra avere buone possibilità.

Si tratterà di saper bene giocare le carte a disposizione, impegnando tutte le energie di cui la nostra città dispone, ed elaborando un progetto culturale a più voci che sappia far emergere la connessione virtuosa si esprime con la millenaria vocazione di Lucca a rappresentare ed a svolgere un ruolo europeo. 

“Imago urbis”, formazione realizzata della civiltà urbana, Lucca ha tutti i requisiti per vedersi riconosciuto quel titolo. I suoi simboli, a cominciare dalla sacra immagine del Voltro Santo, che si conserva e si venera in Cattedrale, per passare, muovendo su un altro piano, alla possente cinta muraria che la circonda e la protegge, appartengono al tessuto connettivo della civiltà europea che prese le sue mosse e si sviluppò dall’opera di uomini liberi che sapevano di adempiere ad una missione che avrebbe meritato loro quei doni eterni promessi dal Salvatore.

Senza quella potente spinta spirituale, che faceva alzare cattedrali, costruire acquedotti, condurre commerci, impiantare ospedali, non sarebbe stato possibile edificare le basi di quella splendida Europa della città, delle buone leggi, della tolleranza e della convivenza che ancora oggi rappresenta un sicuro baluardo contro ogni minaccia di oppressione: in Ucraina si combatte proprio per questo.

Ai governanti cittadini, a quanti collaboreranno con loro in questa esaltante sfida per il primato europeo, corre l’obbligo di mostrasi all’altezza della competizione.

Intanto un suggerimento non proprio banale e torno ancora ai “Santi vecchi”: c’è a Lucca un luogo che è il simbolo della cultura del Novecento, un luogo che per essere stato frequentato da Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli, Plinio Nomellini, Libero Andreotti, colloca Lucca in una dimensione europea che significa mondiale.

Chiaro? Ai lettori l’ardua risposta. 

Buona estate a tutti. 

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1 commento

  1. Caro Umberto, condivido con una certa emozione i ricordi comuni a cui rimandi, a cui aggiungo che devo a te la mia iscrizione al P.CI., il cui semplice ricordo suscita in me ancora oggi commozione. In quel Partito avremmo di certo discusso del Caffè Caselli e della tua proposta . Oggi è tutto diverso ed io di certo non appartengo ad alcun sinedrio. Tu sei spesso stato uomo da battaglie quasi solitarie. Ricordo il tuo impegno straordinario in Consiglio Provinciale, e non solo, per la prima galleria della nuova Ludovica a Ponte a Moriamo. Per il Caffè Caselli mi pare ancora più solitario. Probabilmente manca l’empito ” visionario ” che ti caratterizza quando ritieni giusta una battaglia. Sul Caffè Caselli mi colpiscono due aspetti. Il primo, che sia Tambellini che, per ora Pardini, non hanno cavato un ragno dal buco. Il secondo, che mi pare manchi l’humus culturale indispensabile a fare del Caffè Caselli un caffè letterario, se è questo l’obiettivo a cui miri. Forse il tentativo di Lucca capitale della cultura può dare una spinta decisiva. Me lo auguro, ma l’inizio a dir poco tormentato delle Celebrazioni pucciniane non è di buon auspicio. Spero di cuore di sbagliarmi. Un abbraccio.

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