Lo scrittore John Gray, nel suo famoso libro Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, scrive: “Gli uomini e le donne pensano diversamente, vivono diversamente e soprattutto, parlano lingue diverse, per cui comportamenti simili assumono per gli uni e per le altre significati opposti.”
Ma c’è di più: l‘Almanacco delle scienze del CNR ha approfondito uno studio sulle effettive differenze tra il cervello femminile e quello maschile: “Di differenze ve ne sono a livello sia strutturale sia funzionale. In generale gli uomini hanno più neuroni (materia grigia) e le donne hanno maggiori connessioni (materia bianca)”.
Con tali studi si è infatti appurato che, nel cervello maschile, la maggior parte delle connessioni si sviluppano tra la parte anteriore e la parte posteriore dello stesso emisfero. Questo significa che, rispetto alle donne, essi mostrano migliori capacità spaziali e motorie di controllo; nel cervello femminile, invece, la maggior parte delle connessioni si sviluppano da un lato all’altro degli emisferi. Questo si traduce in una migliore capacità verbale e una maggiore intuizione, rispetto a quelle dell’uomo.
Date queste premesse, sembra proprio che “un ci sia verso d’intendersi!”, scusate il lucchesismo.
In questo nuovo spazio affronteremo proprio questo tema: le profonde differenze tra l’universo maschile e quello femminile; i diversi modi di pensare, di rapportarsi e il difficoltoso modo, quasi impossibile, di riuscire a capirsi!
Che abbia quindi inizio l’infinito dibattito, mi faccio portavoce di tutti i dubbi, i misteri e gli interrogativi che ogni donna, nel corso della sua vita, si è posta. Ecco perché… chiedo per un’amica!
Ad esempio: gli uomini e la sindrome di Peter Pan.
In questa categoria entrano di diritto tutti gli uomini che si sentono degli eterni bambini (e sono tanti, tantissimi!). Non vogliono prendersi mai le loro responsabilità; molti di loro non lavorano o, se lo fanno, si tratta comunque di un lavoro semplice, non impegnativo e che chiaramente lascia loro molto tempo libero per fare “bisboccia” con gli amici; prerogativa fondamentale per tutti gli iscritti a tale categoria che da qui in avanti, per comodità, chiameremo Magnus Infantem (bamboccione, in latino, suona meglio!).
Altra prerogativa fondamentale del Magnus Infantem è la totale incapacità a svolgere anche il più semplice e banale compito casalingo: lungi dal chiedere loro di cucinare un piatto di pasta all’olio, non saprebbero nemmeno accendere il fornello! L’aspirapolvere? Pensano che sia uno strano marchingegno inventato dalle donne per disturbare il suono della tv mentre guardano una partita la domenica; la lavatrice? Quella potrebbero scambiarla per un passaggio interstellare che li catapulterebbe dritti verso un’altra dimensione. Insomma, un disastro.
Me veniamo alle note ancor più dolenti: un’altra peculiarità, è la loro costante incapacità di sapersi impegnare.
Magari inizialmente si mostrano presenti, entusiasti della nuova relazione, ricchi di iniziative e progetti per il futuro; successivamente però qualcosa cambia. Quante donne si sono sentite dire frasi del tipo “In questo momento non ho la testa…”; “Non è colpa tua, sei perfetta, sono io che in questo momento ho altre priorità…”; “Ho poco tempo libero e preferisco passarlo con i miei amici…”. Si potrebbe andare avanti all’infinito, perché anche se la voglia di impegnarsi manca, la fantasia nel trovare scuse no, quella c’è sempre.
Quante di voi si sono trovate in queste situazioni?
Beh, se può consolarvi, è successo anche alla mia amica; la stessa per la quale chiedo consiglio…
Ma è possibile far cambiare a questi individui la lista delle priorità?
Mia Martini nel 1992 cantava “Gli uomini non cambiano”; aveva ragione lei? Oppure è giusto mantenere quantomeno un barlume di speranza?
L’unica cosa che ad oggi è cambiata, a quanto dice la mia amica, non è l’inclinazione verso la vita dei Magnus Infantem, ma l’opinione che aveva lei verso di loro e le sue reazioni alle loro gesta, ovvero:“Morto un papa, si fanno un papa e un cardinale”