La fiducia tra le forze politiche a livello locale nel CDX è ai minimi storici. Tra lega e FDI si gioca il derby. FI, forte di un coordinatore regionale che è del territorio, manda forti segnali di insofferenza verso gli alleati.
Le formazioni neocentriste sono attratte da ipotesi che esulano dallo schema bipolare. E stanno tenendo strette relazioni tra loro.
Di segno opposto, ma solo all’apparenza, il clima sull’altro lato dello schieramento. Il PD ha già fatto le primarie ma, per ora, fa una campagna elettorale con la “sordina”. Formalmente tutto è deciso. Però…
La politica lucchese sembra sospesa nel vuoto. Sembra il regno della “bella addormentata nel bosco”: ovunque si vedono i rovi e i segni di un lungo tempo di “non vita” amministrativa e, soprattutto, politica ma tutto è fermo e quasi sospeso in un attimo senza tempo.
Si sente però nell’aria una specie di elettricità. Come quando si sta avvicinando un temporale. Un momento di sospensione prima che le cose comincino ad accelerare, a definirsi. E c’è da scommettere che, una volta che “l’incanto” sarà spezzato, le cose cominceranno ad accelerare. Da scommetterci e da sperarlo…
A spezzare l’attesa contribuirà l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Le medaglie di vincitore e il marchio di perdente che ciascuna forza politica riceverà, il percorso che li determinerà, le alleanze e i tradimenti, tutto questo definirà uno sfondo ineludibile per le future alleanze elettorali. O per la possibile rottura di sodalizi.
Ma il vero motivo della sospensione è la possibilità di discesa in campo di Giorgio Del Ghingaro.
E il vero motivo per cui tutti attendono questa mossa, è la profonda insoddisfazione che permea entrambe le aree principali.
A destra questo è sotto gli occhi di tutti. Gli esponenti politici si guardano in cagnesco. Le tifoserie sferzano gli avversari. Gli equilibri che si trovano appaiono fragili e sofferti.
A sinistra, invece, il fastidio è tenuto sottotraccia. È noto però che ci sia più insofferenza che sostegno attorno alla candidatura di Raspini. E si attende con ansia un’opportunità per ribaltare il tavolo. O, almeno, una parte di esso.
Giorgio Del Ghingaro è in grado di catalizzare questa attesa.
A destra è l’innesco che può far deflagrare tutte le insofferenze tra forzisti (che sono la minoranza ma appaiono determinati) e Leghisti (maggioranza elettorale ma politicamente immobili e incapaci di coalizzare un’area politica fuori dal proprio partito). Con FDI criticamente defilata ma, a sua volta, senza una vera proposta aggregante.
A sinistra è un potenziale aggregatore di tutto ciò che non è beneficato da incarichi di potere e “salottini bene”. È il beniamino di tutto il mondo neocentrista che ha un gran bisogno di leadership e visibilità.
E lui, la visibilità, la sa avere. Ha voglia e possibilità di parlare e di assumere posizioni anche divisive. E ha coraggio per guidare avventure dagli esiti non scontati. Lo ha già dimostrato a Viareggio.
In provincia ha fatto una prova generale per misurare la tenuta della sinistra. La spallata non è riuscita e Menesini ha mantenuto la presidenza. Ma l’operazione ha fatto emergere le divisioni che pure ci sono.
L’obiettivo, in un sistema tripartito come quello che si verrebbe a creare in questa ipotesi, è arrivare al secondo turno. È infatti pressoché impossibile chiudere una elezione al primo turno.
Per i due candidati CDX e SDX la speranza è che ad arrivare secondo sia l’altra parte. Che, cioè, Del Ghingaro non sfondi abbastanza nessuno dei due poli. Perché altrimenti le sue chances sarebbero assai cospicue. È assai probabile,infatti, che gli elettorati sconfitti sarebbero attratti dal più prossimo dei rimanenti: ossia proprio quello centrista di Del Ghingaro.
C’è da scommettere che la partita sarà accesa e vivace. E che “l’incanto” della sospensione sarà sostituito da spettacoli pirotecnici. C’è da scommettere che il rumore sarà tale che “la bella addormentata” (la politica) dovrà per forza svegliarsi. C’è da scommetterci. O almeno da sperarlo.
Andrea Bicocchi @Andrea_Bicocchi