Una chiacchierata con Domenico Arruzzolo ed Emanuele Landucci, speakers dell’irriverente webradio.
A distanza di due anni dall’esordio della web radio Blacklist, anticonformista e contro il politicamente corretto dove gli argomenti spaziano dalla cronaca politica al mondo del porno, abbiamo incontrato i due giovani speakers Domenico Arruzzolo ed Emanuele Landucci per parlare non solo dell’evoluzione del loro progetto anche al di fuori del contesto locale, ma anche per avere un parere fuori dagli schemi su temi quali informazione e politica nella nostra Lucca.
Salve ragazzi, sembra ieri che è iniziata la vostra avventura via web e invece sono già due anni che siete online. Che evoluzione ha avuto il progetto Blacklist in questo lasso di tempo?
Emanuele: Considerando che è nato come un progetto tra quattro amici seduti ad un tavolino direi che è cresciuto parecchio (ride, ndr). Scherzi a parte, chiaramente con il passare del tempo e delle puntate siamo migliorati costantemente. Io all’inizio faticavo a fare un discorso di senso compiuto (ride, ndr) e invece adesso mi sento molto più a mio agio e riesco ad argomentare con più facilità. Agli esordi poi abbiamo dovuto imparare quali erano gli argomenti più gettonati dalle persone e in che modo affrontarli, ma con il passare del tempo siamo passati da una puntata di 40/45 minuti con toni pacati, a due puntate a settimana da 90 minuti l’una e con quasi sempre un ospite in trasmissione. Abbiamo perciò imparato a districarci in questo mondo e siamo cresciuti e cresceremo, in particolar modo grazie al mio collega che ha davvero una passione sfrenata per questo lavoro.
Domenico: Io ho passione, ma perché devo anche compensare la tua pigrizia (ridono, ndr). Comunque, io valuto invece la qualità dell’esperienza di infoteinment. Esempio: quando registravamo all’esordio non eravamo in diretta, ma ci comportavamo come se lo fossimo, senza take, senza rigirare in caso di errori, ecc…montando solo gli stacchi dove necessario. Perché i nostri obiettivi erano in primis l’essere veri, non costruiti e senza filtri, per essere pronti in futuro ad affrontare eventualmente una live, cosa che è poi accaduta come naturale evoluzione. Inoltre non abbiamo mai mascherato le nostre tendenze politiche, io sono più tendente a destra mentre il mio collega e più affine al versante opposto, ma senza mai rinunciare all’obbiettività dell’informazione, senza schierarci e questo è per noi un caposaldo. Questa nostra resilienza ci ha portato frutti dal momento che abbiamo ottenuto contatti di grandi personaggi degli ambienti più variegati, dalla politica al jet set fino alla cronaca nazionale. Poi ancora qualcuno ci critica che siamo troppo simili a La Zanzara, ma io dico che ognuno ha i suoi mentori e aggiungo “E quindi? Dimmi qualcosa che non so”, oltre al fatto che non sa il lavoro che sta dietro a ciò che facciamo. (ride, ndr)
Abbiamo toccato il tema ospiti. Nelle oltre 200 puntate della vostra trasmissione ne sono passati un’infinità, sia locali che nazionali e veramente di ogni risma. Quali sono quelli che ricordate con più “affetto”?
Emanuele: Domanda molto difficile perché ne sono passati davvero tanti.
Domenico: Effettivamente si, però sicuramente è doveroso citare Vittorio Feltri, il nostro primo vero ospite della trasmissione, che pensavamo irraggiungibile ma in realtà è bastato chiedere di lui alla sua segretaria della redazione. Poi un altro grande Vittorio, ovvero Sgarbi, che ci ha pure concesso di essere a registrare un servizio sul battello che aveva noleggiato per la festa dei suoi settant’anni. Un’esperienza unica ed irripetibile. Ultimamente poi l’abbiamo risentito per la sua bagarre con la porno attrice Valentina Nappi, ma quella è un’altra storia.
Emanuele: l’elenco è sconfinato, vado veramente a caso: Chef Vissani (intervista finita a Le Iene), Chef Tomei, Chef Rubio (ultima intervista prima che sparisse dalle scene), Selvaggia Lucarelli, Mario Adinolfi, Antonio Razzi, il generale Pappalardo, Klaus Davi, Nicolai Lilin, e ce ne sarebbero molti altri ancora. Senza contare poi tutti i personaggi locali come “Il faraone nero” Andrea Sorbi, Elio del ristorante il Mulino, Emanuele sedicente avvistatore di Ufo, Laura la escort di Livorno che lavorava per investire in criptovalute salvo poi perdere tutto…
Domenico: Sul locale indubbiamente dobbiamo dire che i lavori migliori sono stati raggiunti con la nostra bagarre con il giornalista Gabriele Parpiglia per il caso Porta dei Borghi del gennaio 2021, che umiliò Lucca su tutte le televisioni nazionali, e con l’intervista ad Andrea Palmeri mercenario nel Donbass. La prima ci ha reso molto famosi a livello locale e fu fonte di elogi, la seconda invece ci ha fatto contattare da La7, ma ci ha portato anche diverse reazioni d’odio. Ribadisco, noi abbiamo raccontato con dovere di cronaca la storia di Andrea Palmeri mercenario in Donbass e ricercato, perché quella era la notizia. Punto. Qualsiasi opinione sul soggetto poi sta all’utenza ma attaccare il servizio fatto, per me non ha senso alcuno. Soprattutto se da parte di colleghi poi, che evidentemente non erano sulla notizia.
Solo con questi aneddoti potremmo andare avanti per ore. Ora vi chiedo, con il vostro tipo di informazione pensate di essere riusciti su Lucca a riavvicinare all’attualità e alla politica quel pubblico più giovane e disinteressato?
Domenico: In parte…non abbastanza, parere mio personale.
Emanuele: Io sono convinto che una piccola fetta della città l’abbiamo risvegliata, chi più e chi meno sicuramente, ma qualcosa è stato recepito.
Ultima domanda e qui sgancio la bomba. Avete seguito nelle vostre recenti puntate la corsa alle comunali di Lucca, pensavate che ci sarebbe stato sin dal principio un ballottaggio? Cosa dite invece dell’esito?
Domenico: Sul ballottaggio ti dico subito di si, era prevedibile. Francesco Raspini veniva da 10 anni di amministrazione ed era forte dell’apparato precedente, ma ha pagato sicuramente episodi che lo hanno visto protagonista, ovvero le sanzioni post Porta dei Borghi in quanto assessore con delega alla sicurezza e al caos Sistema Ambiente riportato da Striscia la notizia per la delega all’ambiente. Senza contare gli episodi poco trasparenti della giunta Tambellini come il caso della Manifattura. Mario Pardini era un nome forte grazie al suo background di successo (Lucca Comics and Games nel mondo è un esempio) ma ha dovuto unire tutte le forze di destra indubbiamente per arrivare al ballottaggio. Qui si entra poi nel merito delle famose alleanze, in particolar modo quella con Barsanti che nel momento della vittoria ha visto anche cori e urla contro “l’arrivo dei fascisti in comune”. Alle scorse elezioni, quando era con Casa Pound, aveva il 6/7 %, non ricordo di preciso, ma nessuno si scandalizzò particolarmente, tanto era all’opposizione. Oggi invece si urla alla tragedia ma quello che si evince, oltre alla bassa affluenza, è che pur di cacciare il PD molti hanno votato anche l’estremo opposto. Molti forse anche da ambienti di sinistra. Io ripudio visceralmente gli estremismi, ma fatico vedere il “fascismo” nel 2022, è stata fatta una scelta democratica per queste elezioni.
Emanuele: Io come sempre non sono troppo d’accordo con il mio collega. Vero è che non ho apprezzato gli ultimi cinque anni della gestione Tambellini e di conseguenza anche l’operato di Raspini per via degli episodi citati precedentemente. Un cambiamento era necessario a Lucca, non so se quel cambiamento sarà Pardini, pur ritenendolo una persona competente e genuina. Abbiamo parlato infatti con tutti i candidati e alcuni avevano giurato che non avrebbero mai fatto accorpamenti, poi si sa come funziona la politica. Io temo dunque tutto quello che sta dietro a questa coalizione. Una sfumatura di estremismo di stampo fascista per me permane, e vorrei evitare di tornare ad un clima come quello di 10/15 anni fa dove i gruppi estremisti si fronteggiavano regolarmente a Lucca dato che pure io non ho simpatia per l’estremismo in generale.
Domenico: i tempi però sono cambiati, molti dei gruppi storici che si affrontavano sono sciolti. Inoltre lo stesso Barsanti ha scelto di appoggiarsi a figure come Giorgia Meloni che come sentono sentore di presunto fascismo non ci pensano due volte a lasciarti da solo.
Al di là di questo, comunque Lucca è complicata, perché basta uno scambio di parole con una persona schierata in uno dei due blocchi per venire etichettato come “l’amico dei…”, uno o l’altro. Noi però abbiamo sempre lavorato in piena libertà e mettendoci la faccia, cosa che vorrei fosse fatta più spesso anche dal resto dei lucchesi. Purtroppo però Lucca è chiusa non solo dalle mura ma pure da una certa mentalità.
Emanule: Ora più che mai dopo queste elezioni Lucca è spaccata in due e ricollegandomi a quanto detto dal sindaco uscente Tambellini “Lucca è una città complicata da governare”. Tutti sono bravi a dare la propria opinione ma nessuno vuole esporsi.
Il nostro invito è quello di seguire i ragazzi di BlacklistWR o su Twitch o via podcast, perché rappresentano una vera voce fuori dal coro. Potete complimentarvi, offenderli, o banalmente dire la vostra, fate voi. Però abbiate il coraggio di metterci la faccia.